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Perugia:iniziato presidio per Michele Fabiani

E' iniziato ieri a Perugia, a 100 giorni dall'arresto dei 5 compagni di Spoleto, il presidio che per otto giorni si snoderà lungo i palazzi del potere.

(1 Febbraio 2008)

CATENA UMANA A PERUGIA

Brushwood dopo 100 giorni una catena umana per chiedere libertà e verità.
Nel pomeriggio di ieri si è snodato un lungo cordone di persone che simbolicamente ha circondato i palazzi del potere dai quali è stata diretta e interpretata l'operazione del 23 ottobre.

E' iniziato la mattina del 31 gennaio il presidio lungo che per otto giorni ricorderà al centro di Perugia, sotto i palazzi della Regione, del Tribunale e della Prefettura la vicenda iniziata il 23 ottobre con una spettacolare azione dell'antiterrorimo, che ha calato sulla città di Spoleto un piccolo esercito, per portare via dalle loro case 5 giovani.

100 giorni dopo Michele Fabiani si trova nel supercarcere di Sulmona, mentre Andrea Di Nucci è finalmente al di là di quelle sbarre che per 99 giorni l'hanno isolato da qualsiasi altro essere umano.

Che avranno mai fatto?, si potrebbe domandare un ignaro lettore di fronte a tanta violenza.

Nulla! è la risposta, scritte sui muri e scritti anarchici.

Tanto basta per un trattamento che trova proporzione solo nelle intenzioni dei servizi e di quei magistrati che ne hanno raccolto le valutazioni, sulla base di un riassunto di brani, scelti e incollati malamente, per inventarsi una associazione terrorista mai vista nè percepita nella città di Spoleto, dove le "imprese" dei 5 "terroristi" ventenni sarebbero state compiute.

Tre dei ragazzi in questo momento sono agli arresti domiciliari, il quarto Fabiani Michele è nel supercarcere di Sulmona.

Se c'è anche solo una parte di natura giudiziaria in tutta l'operazione, Michele, accusato degli stessi reati degli altri ,non può che essere scarcerato.

Ciò di cui abbiamo paura è l'unica differenza che c'è tra Michele e gli altri 4, la "colpa" di Michele ,che la costituzione ci garantisce essere un diritto, la libertà di scrivere e diffondere le proprie idee.

La Nazione ce lo ricorda un giorno si e uno no. Ci parla dei suoi viaggi, delle sue teorie, delle sue idee, di tutte quelle cose, insomma, che non possono essere un capo di accusa, ma che per ora fanno la differenza nella diversità di trattamento.

Scrive il giornale fiorentino oggi: Michele Fabiani è considerato il "fondatore e l'ideologo" della presunta cellula eversiva. E continua: Le posizioni degli altri giovani indagati erano decisamente più lievi:Corrias e Polinori vengono infatti indicati come "meri partecipi", mentre su Di Nucci "pesavano" i rapporti di più "intensa collaborazione" col supposto fondatore del gruppo.

Viene spontaneo domandarsi: considerato "fondatore e ideologo" da chi ? indicati come "meri partecipi" da chi ? Chi è che dice alla giornalista che su Di Nucci "pesavano" ( al passato, quindi a giustificare la carcerazione prima della sentenza di ieri ) i rapporti di più "intensa collaborazione" col...fondatore del gruppo. Per conto di chi scrive la Signora Bosi ?

Questo misurare la supposta differenza tra Michele e gli altri, a che serve ? A spiegare il diverso trattamento di oggi o a giustificare future decisioni ? Perchè la così bene informata giornalista della Nazione non ci dice da chi raccoglie le sue informazioni; potremmo sicuramente capire meglio cosa si sta preparando.

E comunque chi misura la differenza tra Michele e gli altri quattro perseguitati di Brushwood, le cui dichiarazioni la Bosi ci riporta, in concreto ci dice due cose.

La prima che non conosce le accuse o fa finta di non conoscerle, visto che l'associazione terroristica è verniciata addosso a tutti e che Michele non è accusato di nessun reato specifico di cui non sia accusato anche qualcuno degli altri.

Allora l'essere "capo" da che discende ? Dall'interesse nella vicenda dell'informatore della Signora Bosi, dall'essere Michele un ragazzo capace di scrivere un saggio di filosofia politica a 18 anni ? O da quale altro pensiero o comportamento di Michele ( viaggi , rapporti politici?) non inquisibile e costituzionalmente legittimo, ma pericoloso per chi governa i poteri dello stato perchè propone libertà e giustizia in una realtà dove manca l'uno e l'altra?

Quel che ne viene fuori è questa realtà, arresti domiciliari per le scritte (abnorme) supercarcere per chi scrive (abominevole).

In ogni caso vogliamo chiudere questo comunicato con due affermazioni.
La prima è che l'uscita dal carcere di Andrea, parla del frantumarsi delle accuse, gli assegni si sono materializzati smaterializzando i proiettili, la certezza degli atti di indagine è sempre più incerta, la lettera alla Lorenzetti è stata inviata il 9 per la DIGOS, il 17 per i ROS, le intercettazioni ( da cui sono stati tratti i brani scelti - con molta fantasia - per cercare di far funzionare le accuse ) sembrano non avere tutti i crismi necessari.
La seconda è che in ogni caso l'udienza per l'appello al riesame richiesto dai difensori di Michele sarà il momento della verità. Se Michele quel giorno nonn sarà fuori dal carcere di Sulmona sarà chiaro che Michele dovrà continuare a pagare la coerente fedeltà alle sue idee, se Michele sarà fuori vorrà dire che le ragioni giudiziarie saranno almeno parte delle scelte che i magistrati prenderanno.

Comitato 23 ottobre

Fonte

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