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Giustizia è libertà

(7 Febbraio 2008)

IL COMITATO 23 OTTOBRE HA MANIFESTATO ALLA SALA DEL CONSIGLIO REGIONALE, CON IL MESSAGGIO SIMBOLO DELLA LOTTA DI QUESTI 104 GIORNI: GIUSTIZIA E' LIBERTA'

La presenza silenziosa ma forte, le mani alzate che stringevano un manifestino con una foto di Michele Fabiani e accanto la frase giustizia è libertà, dopo ripetuti e inutili appelli a togliere i manifesti esposti, ha avuto l'effetto di produrre una sospensione dei lavori del Consiglio Regionale dell'Umbria, durante la quale è stato letto il messaggio che il Comitato ha voluto dirigere ai rappresentati politici umbri per denunciare una operazione antiterrorista senza terroristi che sta privando della libertà 4 ragazzi di 20 anni, di cui uno detenuto nel carcere di Sulmona (Michele) e gli altri tre agli arresti domiciliari. Alla lettura del breve comunicato ( che alleghiamo ) è seguito un lunghissimo applauso.

Il Presidente del Consiglio Regionale ha fatto riprendere i lavori solo dopo aver concordato con il Comitato 23 ottobre, l'incontro di una delegazione dei manifestanti con i capigruppo consiliari, riprendendo i lavori con l'acquisizione agli atti del Consiglio il documento letto da una rappresentato del Comitato. All'incontro che è durato circa un'ora si sono presentati i consiglieri, Masci, Lupini e Dottorini.

Al termine dell'incontro i rappresentanti del Comitato 23 ottobre si sono radunati nel Presidio di Piazza Italia, proponendo la riarticolazione delle iniziative per garantire sostegno a Michele e Andrea in previsione dell'udienza di appello alla sentenza con cui è stata respinta la scarcerazione pr i due ragazzi spoletini. A tale scopo sono state indette due riunioni organizzative per lunedì prossimo, alle ore 17 alla sede dei Sindacati di Base a Perugia e alle ore 18,30 presso l'associazione Casa Rossa a Spoleto.

IL COMUNICATO del Comitato 23 ottobre letto nella sala del Consiglio Regionale:

GIUSTIZIA E' LIBERTA' , per Michele, Andrea, Dario e Damiano, accusati di far parte di una associazione terrorista che non esiste, totalmente inventata dai servizi militari dello stato. Nessuno di loro è responsabile di avere inviato minacce alla Presidente della Regione Lorenzetti, né di aver fatto azioni dimostrative a firma coop-fai. La privazione della libertà che stanno subendo è un abuso e una violenza , i 4 ragazzi di Spoleto sono le vittime dell'operazione Brushwood. Michele è ora prigioniero nel carcere di Sulmona, questo nonostante che sia accusato degli stessi reati distribuiti tra gli altri ragazzi ora ai domiciliari. Il 15 febbraio giorno dell'appello contro la sentenza che ha negato la scarcerazione sarà anche il giorno della verità. Se Michele sarà fuori dal carcere vorrà dire che le ragioni giudiziarie saranno almeno parte di questa brutta storia di repressione, nel caso contrario il processo politico occuperà tutto, lo spazio giudiziario e Michele dovrà continuare a pagare, pur non avendo subito alcuna condanna, la coerente fedeltà alle sue idee, una "colpa" che la costituzione del nostro paese chiama diritto.

Comitato 23 ottobre

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