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Ai giornalisti prezzolati

Ai giornalisti prezzolati

(9 Ottobre 2012) Enzo Apicella
Chavez viene rieletto con il 54% dei voti, con grande dispetto dei giornalisti prezzolati dall'imperialismo che davano per sicura la sua sconfitta

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    (La rivoluzione bolivariana)

    La CGIL e il golpe in Venezuela

    i rapporti tra il sindacato italiano e la Ctv golpista

    (8 Gennaio 2003)

    La Cgil avalla il totale appoggio che la Ctv venezuelana - sindacato golpista, simbiotico con l'oligarchia, retto da una cupola autoinsediatasi - riceve dalla Confederazione internazionale dei sindacati liberi (Icftu) a cui aderiscono per l'Italia Cgil-Cisl-Uil e per il Venezuela la sola Ctv, che riunisce meno del 7% della popolazione attiva, da cui la classe operaia sembra aliena e che ha molto in comune con i famosi sindacati gialli messi su dagli imprenditori e dalle multinazionali in diversi paesi latinoamericani.
    L'appoggio del potente conglomerato sindacal-internazionale - la Icftu ha sindacati aderenti in 150 paesi con 158 milioni di iscritti- certamente avvantaggia l'asse Ctv-Fedecamaras.
    Diversi sindacati, come i petroliferi della Colombia, altri in Argentina ed Ecuador, alcune Comisiones obreras in Spagna e il Movimento Sem Terra del Brasile hanno condannato il cosiddetto "sciopero" - più che altro una serrata padronal-dirigenziale, con i protestatari a gridare "se ne vada, questo presidente contadino".
    Quanto alla Cgil, spiega Nana Corosax, dell'ufficio internazionale, "è vero, non ci siamo espressi sulla complessa vicenda venezuelana. Siamo in un organismo sovranazionale come l'Icftu, ci rifacciamo alle loro posizioni...Speriamo in una soluzione pacifica, vediamo gli sviluppi...".
    Nessuna riserva sulla Ctv, in odore di mafia e in certezza di golpe?
    "Non abbiamo rapporti stretti con la Ctv. Peraltro, Chavez ha violato la convenzione 187 Oil sulla libertà sindacale. Comunque siamo contro ogni tipo di golpe".
    Purtroppo l'11 aprile, poche ore prima del golpe, l'Icftu a cui la Cgil si rifà riesprimeva ufficialmente pieno appoggio alla Ctv e deplorava l'atteggiamento del governo.
    Dopo un penoso silenzio sul putsch, il 16 aprile l'Icftu lanciava ancora una chiamata alla solidarietà urbi et orbi in favore di Carlos Ortega, segretario generale Ctv, "fatto oggetto di minacce e accuse per il suo presunto coinvolgimento negli spiacevoli avvenimenti".
    Bisogna aspettare giugno perché la sola Orit, braccio regionale interamericano dell'Icftu, condanni il golpe, strattonata dalla richiesta della Cte, un sindacato venezuelano della scuola.

    Tornando alla Icftu, negli ultimi mesi più volte si è schierata con la Ctv.
    E durante il XV incontro regionale dell'Oil (Organizzazione internazionale del lavoro) a Lima, dal 10 al 13 dicembre, Icftu e la Confindustria mondiale (Ioe) hanno emesso un comunicato congiunto in cui auspicano una soluzione pacifica alla crisi e chiedono al governo di rispettare i diritti dei "lavoratori" - ovvero di Ctv e Fedecamaras, i loro omologhi locali - e rigettando la candidatura di una sindacalista venezuelana bolivarista come delegata dei lavoratori in seno all'Oil, lamentando l'esclusione della Ctv, come se fosse l'unico sindacato del paese.

    Forse che la Cgil non si renda conto di quel che è la Ctv, né della partita che si gioca in Venezuela: non una opposizione democratica contro Chavez, ma i ricchi del paese, i latifondisti, i petrolieri, i privilegiati, per non dire degli interessi degli Stati Uniti, contro il popolo, che per la prima volta in 500 anni ha scritto da sé la Costituzione e adesso la vuole difendere.

    Centro di documentazione e lotta - Roma

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