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Pace, lavoro e libertà

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(16 Ottobre 2010) Enzo Apicella
Manifestazione nazionale della FIOM

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(Contratto Metalmeccanici)

Forti aumenti salariali.No al prolungamento dell'orario.

(18 Febbraio 2008)

Questi erano e rimangono gli obiettivi dei lavoratori. Al contrario, ancora una volta il contratto nazionale appena concluso non recupera neppure l'inflazione e cede ai padroni sull'orario di lavoro e gli straordinari.

Per il terzo livello, che riguarda la grande maggioranza degli operai, l'aumento è di 109 euro lordi in due anni e mezzo, corrispondenti a 87 in due anni, con l'ultima quota di 26 euro solo a partire da settembre 2009.

L'orario di lavoro diventa flessibile, da 32 a 48 ore settimanali, per tutto l'anno, in relazione esclusivamente alle esigenze aziendali, anche senza l'accordo delle RSU, che vengono (se non dicono subito sì) scavalcate dalle direzioni sindacali provinciali.

Diventa obbligatorio un giorno in più di straordinario e un giorno di permesso diventa lavorativo, a discrezione dell'azienda. Cade l'obbligo di 11 ore di riposo tra due prestazioni lavorative, per i lavoratori in reperibilità.
Nessun serio risultato sul lavoro a termine: nessun limite in percentuale e obbligo di assunzione (in vigore solo dal 1.4.2009) dopo 44 mesi nella stessa azienda, cioè sette o otto anni di lavoro stagionale.

Questi sono i risultati di una trattativa che si è svolta di fatto a partire dalla piattaforma degli industriali, dimenticando, specialmente nella parte normativa, quella approvata dai lavoratori.

Risultati che i lavoratori non possono accettare, tanto più quando tutti riconoscono lo scandalo dei bassi salari e dei morti a causa degli aumenti dei carichi di lavoro e del peggioramento delle condizioni di sicurezza. Questi problemi potevano essere risolti ora con aumenti salariali che avvicinassero i salari a quelli degli altri paesi europei e con l'intransigenza sugli orari e l'intensità del lavoro.

Sia nelle richieste salariali che nella gestione della trattativa è mancata la determinazione a sostenere di fronte agli industriali rivendicazioni che appaiono legittime e necessarie anche agli occhi della maggioranza della società. Non è vero che in questo modo si difende il contratto nazionale, anzi si pongono le condizioni per la disgregazione del movimento sindacale e la sconfitta dei lavoratori.

Delegati e Lavoratori Piaggio aderenti alla Rete 28 Aprile in CGIL

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