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Esperti militari italiani in Libia

Esperti militari italiani in Libia

(21 Aprile 2011) Enzo Apicella
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Per una giornata di mobilitazione contro la guerra a Vicenza il 18 gennaio

Appello alle organizzazioni dei lavoratori e degli studenti, ai movimenti, alle associazioni, alle comunità religiose, a tutta la società civile

(8 Gennaio 2003)

18 gennaio 2003, giornata mondiale contro la guerra
dalle ore 10, Assemblea contro la guerra e le sue cause al centro comunale di via Maurisio Vicenza-Stanga
dalle ore 14 presidio prolungato in via della Pace (!!!!) davanti alla caserma Ederle, la più grande base americana in Europa.

No alla guerra contro l’Iraq

L' Answer (Act Now to Stop War and End Racism- agisci subito per fermare la guerra ed il razzismo) http://www.internationalanswer.org , coalizione mondiale formatasi nell’autunno del 2001 per combattere la guerra e il razzismo, ha indetto una manifestazione in tutto il mondo per il 18 gennaio 2003.
Come aderenti del Veneto all'Answer, noi, di Veneto contro la Guerra, abbiamo raccolto l’invito a manifestare nello stesso giorno, assieme a tutti coloro che, da Washington a Bruxelles, da Hiroshima a Madrid, dalle città di molti paesi arabi a quelle di Austria, Danimarca, Russia., sentiranno l'urgenza di levare alta la loro voce contro la guerra e il razzismo.

Noi proponiamo, quindi, di andare a dichiarare il nostro radicale dissenso alla guerra imminente a Vicenza, a Camp Ederle, la base americana col più alto numero di soldati in Europa.

Il nostro scopo è quello di denunciare la guerra, che Bush e i suoi alleati vogliono a tutti i costi scatenare contro l’Iraq, con ripercussioni immediate in tutto il Medio Oriente.
E' evidente da documenti ufficiali che gli Stati Uniti si stanno preparando per un possibile massacro in un'invasione di terra dell'Iraq.
La "Dottrina per operazioni urbane congiunte" del Pentagono afferma che una città come Baghdad, a meno che non cada rapidamente, deve diventare il bersaglio di una grande potenza di fuoco.
Il documento del Pentagono spiega che "in qualunque combattimento urbano, l'approccio migliore è usare l'intera gamma delle armi e delle tecnologie combinate". Quasi certamente saranno usate bombe "cluster", bombe "bunker" ad alta penetrazione, ad Uranio Depleto DU, nuove armi e nuovi veicoli da combattimento.
Come la prima, anche la seconda Guerra del Golfo farà da banco di prova per i nuovi sistemi d'arma.

L'attacco americano e britannico all'Iraq è già cominciato.

Negli ultimi mesi, cacciabombardieri americani e britannici hanno intensificato i loro "pattugliamenti" sull'Iraq fino a un'aggressione a tutto campo su obiettivi militari e civili. I loro bombardamenti sono aumentati del 300%. Dal 1991 ad oggi, e specialmente negli ultimi quattro anni, i bombardamenti sono stati incessanti. In media uno ogni due giorni da agosto a dicembre.
Questi bombardamenti fanno già parte di una guerra, che raramente appare nei mezzi di informazione, anche se questa viene giudicata la più lunga campagna anglo-americana di bombardamenti aerei, dopo la seconda guerra mondiale.

Gli USA e i loro alleati hanno il reale scopo di continuare ad avere il controllo delle risorse petrolifere della regione, di avere le mani libere coi Palestinesi, con l’Iran, con la Siria, con i paesi dell’area del Caspio. Scopo dunque di sfruttamento e di dominio, di riaffermazione e accelerazione di un sistema economico incentrato sul profitto, sulle multinazionali, sulla sopraffazione e disuguaglianza, sullo sviluppo frenetico delle forze produttive, sviluppo che sta distruggendo il pianeta ed i suoi abitanti in una accelerazione innaturale che provoca disastri incombenti su tutta l’umanità.

Con la fine del bipolarismo del 1989 le guerre sono state ininterrotte. Gli Stati Uniti, unica superpotenza rimasta, ha alimentato disordini in tutto il mondo per gestirne le conseguenze, un disordine che ha assunto infinite forme e svariati esiti di guerra, generando precarietà e miseria ovunque. Di tutto ciò gli USA hanno largamente approfittato per imporre il loro dominio imperiale.
Questa sola guerra contro l’Iraq, condotta contro un paese allo stremo, dove l’uso delle armi all’Uranio "impoverito", dodici anni di embargo, e 110.000 incursioni aeree hanno già fatto un milione e mezzo di vittime, costerà più di duecento miliardi di Euro, cifra che potrebbe ampiamente servire alla ricostruzione della Palestina e dello stesso Iraq.

Queste enormi spese di guerra stanno già ricadendo su tutti noi, attraverso l’inflazione ed il taglio dei servizi sociali. Questa guerra vuole sanzionare il dominio di quelle forze economiche, banche e multinazionali, che già per i loro gretti interessi stanno distruggendo la natura del pianeta, rendendolo sempre più invivibile.

Per questa guerra sommamente ingiusta, il nostro governo si è reso già disponibile per ogni supporto logistico alle basi USA nel nostro paese, basi di occupazione, come Camp Ederle.
Il Parlamento ha deciso a larga maggioranza l’invio di truppe alpine in Afganistan, in avvicendamento di consistenti reparti americani, che potranno così spostarsi contro l’Iraq. In questo modo l'Italia partecipa attivamente alla guerra contro questo paese.
La Nato, e quindi l’Italia, ha affermato per bocca dei suoi massimi dirigenti la sua volontà di essere al fianco degli Stati Uniti. Tutto ciò contro i reali sentimenti delle popolazioni Europee, che nella stragrande maggioranza vogliono la pace.

Consci della drammaticità e gravità della situazione, siamo decisi a protestare contro l'inizio della guerra e ad organizzare una vasta resistenza contro di essa.

A Vicenza il 18 gennaio 2002, alla mattina dalle ore 10 in poi, nella sala comunale di via Maurisio, quartiere della Stanga a cinquecento metri circa dalla caserma Ederle, proponiamo una assemblea contro la guerra e le sue cause. Inoltre proponiamo un presidio prolungato, a partire dalle ore 14, davanti alla base della caserma Ederle, in via della Pace.

(Per raggiungere il presidio uscire dall'autostrada a Vicenza Est e dirigersi verso Vicenza centro).

Invitiamo tutti a parteciparvi per ragionare assieme, ed organizzare un'opposizione, vasta e continua, alla guerra. Dobbiamo fare sentire tutto il nostro radicale dissenso ogni giorno, tutti i giorni.
Non possiamo rimanere inerti di fronte a questo ennesimo massacro annunciato.
Dobbiamo agire, ora, subito.

Chiediamo, pertanto, la solidarietà, l’appoggio, la partecipazione di tutti.
Sottoscrivete questo appello, scrivete, mettetevi in contatto!
http://www.venetocontroguerra.net
noallaguerra@libero.it

Answer Veneto
(Act Now to Stop War and End Racism- agisci subito per fermare la guerra ed il razzismo)

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