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Ma dove vive il Vescovo di Verona?

8 Marzo 2008 - "Giornata internazionale della donna"

(7 Marzo 2008)

C’è stato un tempo, ed era giusto cent’anni fa, che le donne decisero di scegliere il giorno dell’8 marzo, per prendere più forte la parola, e rivendicare i propri diritti: nacque allora la “Giornata internazionale della donna”, con i suoi chiari intendimenti ideali e rivendicativi. In tempi più vicini a noi, quando ormai sembrava che qualcuno almeno dei diritti fondamentali fosse stato acquisito, ecco che la parola passò ai fiorai e alle pizzerie, che furono ben contenti di celebrare la “Festa della donna”. Adesso, nella città di Verona almeno, la parola viene massicciamente ceduta al vescovo G. Zenti. Il quale ci dice (“l’Arena”, 2. 3. 2008) che esistono, più che le donne, le femmine (non può sfuggire, nel suo articolo, la preponderante ricorrenza, 10 volte contro 6, del termine “femmina”). Le femmine, dunque, che sono predisposte, grazie a una nettissima e implacabile marchiatura sessuale, all’accoppiamento, alla procreazione, all’intelligenza intuitiva.

Ebbene sì, come un tempo, come sempre e nei secoli dei secoli, la donna, o, piuttosto, la femmina è destinata ad essere «sposa e mamma». Non esiste dunque, per il Vescovo, altro impulso che quello sessuale, e non esiste altra scelta che quella fra i due generi. O maschio o femmina; diversi, e però complementari, un miracolo della creazione, che va ascritto a lode e merito di Dio (ma che in terra è consacrato, si badi, dalle «carte di identità»: siamo pur sempre a Verona, la patria dell’ossessione securitaria).
C’è questo, tuttavia, di nuovo: che il Vescovo Zenti contempla una vasta zona intermedia, che sembrerebbe, per come lui la descrive con enfasi («emozione viscerale», «terremoto», «impero in fibrillazione») assai interessante, e ‘aperta’ al possibile, oltre che all’esercizio delle libertà individuali. Invece no, anche questa zona è destinata a presto svanire, sciolta nell’amplesso coniugale, che tutto riporta all’ armonia. E alla procreazione.
Spuntano qua e là, come concessioni al nuovo che avanza, parole di moda: «genitalità sessuale», «sponsalità riuscita», «genitorialità matura». «alterità complementare», con i rintocchi unisoni delle desinenze, che suonano a campana. Ma, ahimè, non manca anche l’altra, di campana, quella vecchia del sentimento omofobico e del pregiudizio razziale, non per caso insieme sovrapposti a formare una miscela preoccupante, nella penna di un uomo di Chiesa, figlio del Dio di carità. «Perché ci sia realmente un nuovo essere umano occorre il concorso di un maschio e di una donna. Pur di qualunque razza umana. Maschio e femmina sono entrambi un patrimonio».

Peccato che entrambi, lui e lei così ricchi, non riescano a pagare la rata del mutuo, a trovare un lavoro decente se restano disoccupati a 40 anni. Peccato che non riescano a fare una vacanza insieme, loro due insieme, oppressi dalle cure parentali e dai figli, peccato che debbano rinunciare a mangiare sano, perché il cibo rincara, e la bolletta dei consumi energetici anche.
Se poi appartengono a un’altra razza umana…
Ma dove vive il Vescovo di Verona? Temiamo, a leggere il suo scritto, che viva in un’orbita troppa alta e troppo sessuata, distante dai problemi quotidiani, dal vissuto, e dalla cultura. E da quella distanza però ci ingiunge: non avrai altro sesso, all’infuori dei due da me previsti. Non c’è spazio per altro: non per i gay, non per le lesbiche, non per le/i trans: genitorialmente infruttuosi, e, perciò, inutili, superflui. Verrebbe da dire che sono fuori dal mercato produttivo, tutte disoccupate e tutti disoccupati. Anche loro incapaci di pensiero e di espressione autonoma, di cultura, di soggettività, di voglia di autodeterminarsi. Non uomini e non donne, niente di niente, Ricordi il Vescovo che questa sorta di limbo falsamente neutrale fu teorizzato e usato in anni tragici e bui, ma non lontani tanto, che noi li possiamo dimenticare. Si era, anche allora, nel cuore della civilissima e cristianissima Europa, e bastò togliere la carta d’identità a chi apparteneva alla razza sbagliata.

Le celebrazioni istituzionali per l’otto di marzo 2008, giornata internazionale della donna, saranno inaugurate dalle parole del Vescovo Zenti: la giunta Tosi ha davvero trovato l’Uomo giusto.

il Circolo Pink
www.circolopink.it

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