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Perché accetto la candidatura nelle liste di Sinistra Critica

In Rifondazione ho visto con amarezza però comparire un ceto politico senza ideali, oligarchico, intollerante verso le minoranze

(7 Marzo 2008)

Ho partecipato per anni alla vita politica del PRC, spesso con un ruolo propositivo. Nel 2004/05 sono stato uno dei minatori del Sulcis che sono stati simbolo di lotta in quegli anni contro le politiche dei governi Berlusconi , Dini. A settembre del 1996 ad esempio lanciai l'idea insieme ad altri giovani del mio paese della marcia del lavoro, che non a caso partì proprio da Sant‘Antioco per attraversare tutta l'Italia e concludersi con una grande manifestazione a Napoli.

Ho visto con amarezza però comparire un ceto politico senza ideali, oligarchico, intollerante verso le minoranze (vedi ultimamente caso Pegolo-Giannini ), che ha imposto fuori dalle scadenze congressuali improvvisi e immotivati cambi di linea. Cosa ci si può aspettare ancora da un partito che ha deciso senza congressi di entrare in un pateracchio elettorale spacciandolo per fondazione di una nuova sinistra? Un pateracchio che screditerà Rifondazione senza dare un punto di riferimento decente agli elettori? Un pateracchio che ha resa necessaria una scelta dolorosa ma simbolica, come la rinuncia al simbolo della falce e martello. Fausto Bertinotti dice che non c'è niente di strano, e che ci sono i precedenti: ad esempio il PCI e il PSI nel 1948 si presentarono insieme nel Fronte del Popolo, sotto il simbolo di Garibaldi. Ma quella era stata una scelta liberamente fatta dai due partiti,questa è stata necessaria perché SD e verdi hanno orrore dei simboli del movimento operaio... E con questi partner dovremmo costruire una forza che dovrebbe lottare, spacciandola per un nuovo partito?

Il primo cattivo esempio è venuto da Fausto Bertinotti: appena dopo il risultato del referendum sull'art. 18, dimenticando e liquidando la svolta a sinistra del 1998-2001, di colpo e fuori da ogni istanza democratica di decisione, ha puntato tutto sulla prospettiva della partecipazione al governo. Eppure quel risultato era un successo, si era visto che la proposta aveva raccolto 10 milioni e 500 mila persone, i partiti che lo aveva proposto ne raccoglievano appena due milioni. Si dimostrava che su una proposta giusta di poteva costruire uno schieramento molto più ampio e ottenere tanti voti in più dei nostri abituali nelle elezioni politiche, nonostante avessimo contro praticamente tutti gli altri partiti.

Fausto Bertinotti, invece, considerò quel risultato una sciagura e – senza nessun mandato delle strutture del partito - cominciò a offrire la disponibilità del PRC per una coalizione di governo. Una svolta a destra (l'alleanza, per riuscire, comportava la rinuncia ai punti più importanti del programma di Rifondazione) decisa unilateralmente e imposta al partito nonostante l'opposizione di moltissimi quadri, ma con l'appoggio entusiastico di chi intravedeva la prospettiva governista.

Poi è stato tutto un precipitare verso una "mutazione genetica", che io ho cercato nel mio piccolo ho cercato di combattere . Per quasi due anni non solo sono state accettate misure ostili ai lavoratori, ma sono state abbellite e presentate come vittorie.In questi due anni per me operaio turnista e delegato sindacale è stato difficile accettare e motivare anche ai miei colleghi,per esempio la riforma del welfare. Cosi è cominciata una crisi irreversibile del partito, che invano tenta di rianimarsi nella fase elettorale.Con molta sofferenza, annuncio la mia fuoriuscita da Rifondazione Comunista un partito a cui ho creduto e dato tanto e dove conosco ed ho conosciuto bravissimi compagni.Partito della Rifondazione Comunista nel quale non mi riconosco più e destinato per volontà del gruppo dirigente a divenire Partito unico Sinistra Arcobaleno.Ultima cosa scandalosa è stata quella che leggendo i nomi proposti dal C.P.N. del P.R.C. per comporre le liste, ho notato che non vi sono presenti compagne e compagni,delle fabbriche o da luoghi di lavoro,direttamente legati alla produzione.

Per molto tempo avevo esitato di fronte alla critica fatta da Sinistra critica, che mi sembrava troppo dura, poi ho verificato che aveva ragione. La linea della partecipazione al governo portava alla catastrofe del partito, e si ripercuoterà purtroppo ancora su tutte le sinistre. Per questo ho deciso di aderire alla battaglia di Sinistra critica, non settaria e molto paziente, per costruire una lista alla sinistra dell'evanescente Arcobaleno. Il settarismo di altri gruppi ha impedito la concretizzazione di questo progetto già in questa scadenza elettorale, ma vale la pena di impegnarsi: solo Sinistra Critica con la semplicità del suo programma e l'esempio di coerenza dato dai suoi parlamentari (che hanno fatto sempre quello che dicevano!), può ridurre in parte la corsa verso l'astensionismo degli elettori delusi, che inciderà profondamente sulla sinistra tradizionale.

E per questo ho deciso anche di accettare una candidatura nelle liste di Sinistra Critica,con candidata a Premier Flavia D’Angeli ,donna attiva nel movimento femminista,insegnante precaria vicina ai problemi reali della gente e lontana dai salotti borghesi.

Antonello Tiddia
RSU Carbosulcis

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