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(18 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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Delitti e misfatti.

(12 Marzo 2008)

Nel quotidiano “Liberazione” del 5 marzo 2008 è apparso un articolo di Maria Rosa Calderoni dal titolo “La tremenda storia di Riccardo Fedel, il solito Pansa e la ricostruzione del "Calendario del Popolo"”.
Nell’articolo si parla di un episodio tragico, di giustizia dura ma ineluttabile, che si
inserisce nelle condizioni particolarmente spietate in cui si svolgeva la lotta partigiana in zona operazioni Alta Romagna, della condanna a morte per fucilazione di Riccardo Fedel, nome di battaglia Libero Riccardi, già comandante, fino al marzo di quell'anno, della stessa 8ª
Brigata Garibaldi di Romagna. La sentenza veniva emessa dal "Tribunale delle formazioni partigiane presso il Comando 8ª Brigata Garibaldi Romagna" e porta la data del 22 aprile 1944. Nelle trenta righe della sentenza, oltre che di disobbedienza agli ordini, insubordinazione e appropriazione di una ingente somma di denaro, il Fedel veniva accusato di «mantenere contatti segreti con il comando della Milizia fascista di Santa Sofia e di Bologna, nonché con il comando tedesco di Castrocaro»; e di «aver tentato di fare arrestare e fucilare il nuovo comandante Pietro Mauri, il commissario Savio, i due vice commissari di Brigata e l'ufficiale cartografo della stessa». Il Fedel veniva condannato e fucilato come traditore e spia, all’età di 38 anni.
Non così per il solito “Gran Giustiziere” Giampaolo Pansa, sempre più "impegnato" nella ormai annosa crociata per la verità "sui delitti e misfatti" compiuti (e pervicacemente tenuti nascosti) durante la Resistenza, soprattutto per mano dei cattivi - sanguinari - partigiani comunisti.
Lui ne fa un eroe e una vittima innocente di invidie, calunnie e rivalità personali, insomma un caso di vendetta interna e di giustizia sommaria; e così la racconta nel suo nuovo libro, "I gendarmi della memoria; chi imprigiona la verità sulla guerra civile".
In questo libello Pansa attacca le sinistre “regressiste”, la sinistra allo sbando, retorica, bugiarda, omissiva, fattrice di una storiografia che “con il pretesto di contrastare il revisionismo, è diventata negazionista”. Un sinistra manichea che ha nutrito la favola delle due Italie, una tutta buona e l’altra tutta cattiva. Una sinistra che ha nascosto le esecuzioni dei partigiani che non volevano sottostare alla supremazia del PCI. Una sinistra che ha messo in atto la strategia del delitto per preparare l’insurrezione rossa. Una sinistra complice dei sequestri dei possidenti restii a pagare le taglie imposte dagli squadroni della morte. Una sinistra che ha spacciato omicidi per lotta di classe. Una sinistra che si è compiaciuta dell’accanimento barbaro contro le donne accusate di stare con la Repubblica di Mussolini. Una sinistra che ha costretto al silenzio forzato i vinti.
Tutto questo nella presentazione del libro!
Peccato che Pansa non la racconti giusta, probabilmente obnubilato dal "sangue dei vinti".
A coglierlo con le mani nel sacco della (voluta?) disattenzione storica e delle (volute?) lacunose ricostruzioni, è “Il Calendario del Popolo” nell'ultimo numero in distribuzione.
"Pansa riabilita il ‘partigiano' … spia dei fascisti", questo il titolo del documentato articolo a firma di Davide Spagnoli, che fa tabula rasa delle tesi di Pansa, il Gran Revisore.
Davide Spagnoli ha sentito il bisogno di documentarsi e quindi all'Archivio Centrale dello Stato ha
agevolmente trovato un fascicolo dell’Ovra, il servizio segreto di informazioni del fascismo, intestato proprio a un certo Riccardo Fedel.
«Il fascicolo è ricchissimo di delazioni - scrive Spagnoli – fatte proprio da Riccardo Fedel, documenti in cui fa i nomi di tutti quelli con i quali viene in contatto, e consegna anche i cifrari e tutte le indicazioni atte a colpire le organizzazioni del PCI».
Inoltre Spagnoli ritrova «un documento, datato 14 novembre 1927, inviato dal Comando generale della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (Mvsn) al ministero dell'Interno, otto dense pagine dattiloscritte con oggetto "Confidenze dell'ex confinato politico Riccardo Fedel, relative a un
complotto comunista organizzato in Ravenna nell'anno 1925"».
Non solo. Agli atti c'è anche una illuminante "lettera di accompagnamento"indirizzata in data «9 marzo 1928 dalla 49ª Legione Mvsn San Marco di Venezia al comando della Coorte Mvsn (63ª Legione) Pordenone. Riservata personale. Oggetto: presentazione di un informatore del Comando
Generale».
Che così recita: «Il latore della presente sig. Fedel Riccardo è stato raccomandato dal Comando Generale della Mvsn quale suo informatore fiduciario sul movimento sovversivo. Egli ora, d'accordo con l'Upi del Comando Generale stesso, deve indagare su fatti e persone di Pordenone. Si
informa di quanto sopra allo scopo che il Fedel non venga intralciato nella sua opera, e nei limiti del possibile sia invece aiutato. Il Console comandante la Legione Muratori».
E a Pordenone che ci va a fare, il sedicente comunista Fedel? Lo dice a chiare lettere la missiva che sempre Davide Spagnoli rintraccia all'Archivio: si tratta della lettera "riservata" inviata dal Prefetto di Venezia alla Direzione generale di Pubblica Sicurezza del ministero dell'Interno, nella quale il funzionario informa che Fedel «ha incaricato il fascista R. di procurargli tre bombe “Sipe” da fare esplodere alla sede del Fascio, alla sede dei Sindacati ed alla Caserma della Milizia. Tali bombe non dovrebbero recare danni alle persone ma dovrebbero servire a provocare disordini e conseguenti numerosi arresti di individui sospetti»...Un esempio evidente di strategia della tensione ante-litteram!
L'articolo-scoop del "Calendario" offre molti altri particolari inediti sulla tremenda storia di Riccardo Fedel.
I documenti erano presente negli Archivi, ma Pansa non ha sentito la necessità di una ricerca storica approfondita, ha solo sentito la necessità di proporre la visione di “un’alba insanguinata della nostra democrazia”.
Ma da dove deriva questo bisogno? A mio parere, tutto questo fa parte di un piano strategico volto a delegittimare proprio l’alba della nostra democrazia, la Resistenza, soprattutto il movimento resistenziale comunista, e con essa il frutto della Resistenza, la nostra Costituzione.
Poco tempo fa, il cavalier Berlusconi non definiva la nostra Carta Statuale come una Costituzione di stampo “bolscevico”? Allora, demonizzare la Resistenza , demonizzare una lotta di popolo come una lotta armata di terroristi comunisti assassini, porta immediatamente a demonizzare, a delegittimare e a definire inadeguata anche la Costituzione nata dalla Resistenza.
E anche gli avversari del cavalier Berlusconi, i tanti uomini politici dell’area cosiddetta “riformista”, non hanno esitato e ancora non esitano a dare picconate alla nostra Carta Costituzionale e alla sua legalità democratica, e Pansa fa parte di questa azione.
A riprova di così tanto viscerale anticomunismo, arrivano le dichiarazioni di uno dei responsabili dell’attuale legge elettorale “porcata”, il Porcellum, il leghista Roberto Calderoli, coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord e vice Presidente del Senato, che propone: “Per il bene di tutti (sic!), sarà necessario porre mano alla Costituzione e, oltre che ad altri punti, mettere mano anche alla dodicesima disposizione finale transitoria, aggiungendo alla dicitura è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista, anche le parole e comunista…”. (da il Manifesto del 10 marzo 2008, pag.4)
Anche in questo caso risulta evidente la necessità di una riformulazione costituzionale, perché risulta insopportabile che i comunisti in questo paese siano stati campioni delle libertà civili con la lotta antifascista e mediante l’opposizione ad un regime, che si vuole attualmente riproporre, antisociale, razzista e xenofobo.
Non sarà mai che sull’onda di questi propositi, certi politici di “sinistra” abbiano voluto eliminare i simboli del lavoro, della fatica, di tante lotte, la “Falce e Martello”, con un astruso “Arcobaleno”, segnale di fine tempesta, quando la vera bufera deve ancora arrivare?
Quindi, avvertendo tutta la gravità del pericolo che ci minaccia, non dimentichiamo che la situazione generale non è eccellente, e che forse, quando fu elaborata quella revisione del Titolo V della Costituzione dal Senatore Bassanini, ora apprezzato consulente del presidenzialista e liberista Sarkoszy, costui non era dotato di grande lucidità. Noi stiamo vivendo in questo clima, e il problema della “riforma” costituzionale nasce negli anni Ottanta. Si tratta di un vecchio problema, prova ne sia un testo scritto da Giuliano Amato proprio in quegli anni dal titolo “Una Costituzione da riformare”. Da lì nasce tutto, e si riceve l’impressione che si sia sempre scelta la strada sbagliata, la strada meno pervia, meno limpida, meno “garantista per i cittadini”, se questo termine di cui si è fin troppo abusato ha ancora un significato attuale.

E' in atto una "rivoluzione" eversiva dei principi istituzionali dell'ordinamento, rivoluzione che è giusto definire conservatrice, anzi, reazionaria. Infatti, la vera posta in gioco è, da quindici anni in qua, la riscrittura del patto fondamentale, lo sradicamento delle radici antifasciste della Repubblica, la rottura della sua unità territoriale, l’archiviazione liberista dei suoi principi egualitari, l’introduzione di una forma di governo presidenziale che renda pleonastico il ruolo del Parlamento.
Non stupisce, quindi, che gli attuali programmi elettorali politico-economici delle due maggiori forze in campo, Popolo delle Libertà e Partito Democratico, pur diversamente collocati, siano in fin dei conti quasi identici: corrono accuse di copiature, si stracciano dai palchi dei comizi le copie dei programmi, considerati fotocopie, plagi di progetti altrui.
A ben considerare, sono quindici anni che i programmi di governo sono simili, copie di un Programma Originale, che si nutre dei principi liberisti del Nuovo Ordine Mondiale, imposto in Italia dalla "Loggia Massonica Coperta Propaganda 2" (in gergo P.2), solo formalmente posta fuori legge, ma i cui membri sono stati e sono membri effettivi di tante istituzioni di governo, da quelle dell’Esercito, alla Magistratura, all’interno dei Ministeri, sui banchi del Governo, ai posti di comando dell’Alta Finanza.
Basta leggere il Piano di Rinascita Democratica elaborato dal Gran Maestro della Loggia P2 Licio Gelli, non a caso, ma Pansa non lo ricorda!, membro dei servizi segreti della Repubblica Sociale Italiana di Salò, e fare le opportune considerazioni sulla effettiva messa in opera di quel Programma, sia dai governi delle forze di destra sia di quelle del cosiddetto centrosinistra.

PARTITI ...
Dissoluzione partiti: Dc, Pci, Psi ... fatto; Scongelamento Destra Nazionale ... fatto; Creazione Alleanza Nazionale (con antifascismo) ... fatto; Formazione due poli moderati ... fatto; Creazione polo liberal-conservatore ... fatto; Creazione polo social-laburista ... fatto

ISTITUZIONI ...
Depotenziamento Parlamento ... fatto; Rafforzamento esecutivo ... fatto; Sistema elettorale maggioritario ... fatto; Decretazione d'urgenza (con reiterazione) ... fatto; Inemendabilità leggi chiave (finanziaria) ... fatto; Formazione diretta squadra di governo ... fatto; Ministri non parlamentari (tecnici) ... fatto; Nuovo modello di difesa ... fatto; “Normalizzazione” servizi segreti ... fatto

MAGISTRATURA ...
Riduzione autonomia Corte Costituzionale ... fatto; Riduzione autonomia Pubblico Ministero ... fatto; Riforma processo penale ... fatto; Responsabilità civile giudici (punibilità) ... fatto;

LAVORO ...
Soppressione conflitto di classe ... fatto; Limitazione diritto di sciopero ... fatto; Rottura unità sindacale ... fatto; Ricompattamento sindacati (neocorporativi) ... fatto; Confederazione sindacale polo conservatore ... fatto; Collaborazione sindacale alla produzione ... fatto; Precarizzazione e flessibilizzazione del lavoro ... fatto; Partecipazione salario a risultati d'impresa ... fatto; Riduzione sistematica costo del lavoro ... fatto; Abolizione scala mobile ... fatto; Soppressione festività infrasettimanali ... fatto; Taglio servizi pubblici eccessivi ... fatto; Previdenza assicurativa a capitalizzazione (non a ripartizione) ... fatto; Predisposizione pensioni integrative private ... fatto;
Allungamento età pensionabile ... fatto; Revisione pensioni invalidità ... fatto;


CAPITALE ...
Nuova legislazione bancaria... fatto; Appalti urbanistica contrattata, Piano metropolitane e trasporti veloci, legge Obiettivo ... fatto; Riforma sistema sanitario e ospedaliero ... fatto; Riduzione progressività fisco e imposte indirette ... fatto; Esenzione fiscale profitti per autofinanziamento ... fatto

CONSENSO ...
Fine delle ideologie ... fatto; Controllo editoria ... fatto; Autorità di controllo mass-media ... fatto;
Dissoluzione Rai ... fatto; Formazione polo televisivo privato ... fatto; Riassetto proprietà giornali ... fatto; Uso privatistico istruzione pubblica ... fatto.


FASI PROGRAMMATICHE IN CORSO:

ISTITUZIONI ...Revisione formale prima e seconda parte Costituzione ...Progetto macroregioni ...Gaullismo o militaricrazia ... Elezione diretta del Premier
MAGISTRATURA ...Separazione carriere giudici e magistrati ...Riforma Consiglio superiore magistratura ...Censura stampa giudiziaria ...
LAVORO ...Creazione sindacato unico neocorporativo ...
CAPITALE ...Abolizione nominatività azioni ...Leggi antitrust (difesa monopoli nazionali) ...
CONSENSO ...Numero chiuso generalizzato università …

D’altro canto, tutto questo è stato rivendicato esplicitamente nell’aprile 2005 dall’ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il quale nel corso dell’unica crisi di governo avvenuta durante l’ultima legislatura, è intervenuto al Senato affermando che “nei Paesi Europei, dove il sistema istituzionale già lo consente, il Premier eletto dal popolo adegua la squadra di governo ogni volta che se ne presenti la necessità, sotto la sua diretta responsabilità, senza lunghe ed estenuanti crisi politiche e verifiche parlamentari. Così si fa nelle più avanzate democrazie occidentali!
Per consentire questo risultato, il sistema Costituzionale del nostro Paese richiede una serie di passaggi formali, a partire dalle formali dimissioni del Governo. Però, la Riforma Costituzionale di questa maggioranza adeguerà il nostro sistema di Governo alle moderne democrazie.”
In realtà adegua sì il sistema di Governo, ma non alle moderne democrazie, ma al precedente regime del Fascismo Italiano, abbattuto dalle forze della Resistenza, anche e soprattutto dalle forze socialiste e comuniste, che il Grande Inquisitore Pansa vorrebbe demonizzare, in uno squallido tentativo di deturpare la nostra Costituzione, frutto del sacrificio di tanti Martiri.

Padova, 12 marzo 2008

Riflessioni di Curzio Bettio, Soccorso Popolare di Padova

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