">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Allora...

Allora...

(24 Marzo 2013) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Stato e istituzioni)

Non votare non basta!

Contro il trasversalismo bipartita e tutti i suoi attacchini.

(20 Marzo 2008)

ASTENSIONISMO ANTIISTITUZIONALITA’
AUTONOMIA DI CLASSE!
contro il trasversalismo bipartita e tutti i suoi attacchini.


L’imbarbarimento tipico della societa’ capitalistica e della metropoli imperialista, assume in Europa
( ed in Italia ), un aspetto particolare.
Il lungo ciclo di riflusso della lotta di classe sta producendo una sorta di fermo immagina sociale e politico, impermeabile a cambi di governo ed a “rivoluzioni giustizialiste”.
L’aumento e la differenziazione della stratificazione sociale tiene in scarso conto le evoluzioni ed i trasformismi sovrastrutturali, provocandone una costante situazione di inadeguatezza.
L’altra faccia della deregulation del lavoro salariato e’ la formazione ed il consolidamento di un blocco sociale misto, proprietario, portatore delle ideologia di legge, ordine e sicurezza.
A questo blocco sociale misto ( borghesia + piccola borghesia plurireddito ), in assonanza con le necessita’ Europee, occorre una ristrutturazione di sistema, che fluidifichi i meccanismi di funzionamento dello stato ed acceleri il processo di adeguamento ai vincoli imposti dalla competizione continentale sul mercato mondiale.
Se da un lato questa esigenza trova riscontro e rappresentanza trasversale in lobby economiche e politico-parlamentari, dall’altra, diffuse sono le resistenze dell’euroscetticismo nordista in connubio con il localismo della spesa pubblica corrente.
La dialettica e lo scontro tra queste due filiere del comando capitalista, ed il riflesso nel turbolento cammino verso la semplificazione bipartita, sono alla base dell’odierno impasse di sistema.
E’ un impasse, un rallentamento, che non fermera’ il processo semplificativo e di cessione di sovranita’ statual-nazionale al blocco europeo, ma ne rende tuttora inadeguato il ritmo e la scansione temporale, provocando insieme alla sfasatura tra struttura e sovrastruttura una continua fibrillazione politico-elettoralistica.
Questa situazione di stallo, di scarsa decisionalita’ degli esecutivi, di guado non ancora oltrepassato dalle repubbliche funzionali, e’ la base materiale del diffondersi delle ideologie e delle statistiche di stato su presunte “mucillagini”, “spappolamenti e coriandoli sociali”.
Il perpetuarsi della instabilita dello stato delle cose concrete viene unitariamente ed interamente scaricato sul proletariato, vittima di una progressiva spoliazione di garanzie, diritti e conquiste realizzate nel passato ciclo dominato dal sistema del welfare clientelar-partitico.
Stiamo vivendo i tempi dell’attacco conclusivo al vecchio sistema contrattuale, alla sua unicita’ nazionale, al posto del quale va sostituendosi il sistema decentrato, legato alla produttivita’ territoriale ed alla meritocrazia individuale; la discrezionalita’ aziendale ed il comando padronale, sancite dall’aggiornata concertazione sindacale nei bidoni contrattuali, annullano ogni difesa collettiva, sindacale e normativa.
Gli operai stanno rimanendo da soli, e forse, ne stanno prendendo coscienza.
Lavorano sempre di piu’, sempre piu’nell’incertezza, sempre peggio, con sempre minore sicurezza, con maggiori pericoli e nocivita’, e vanno in pensione sempre piu’ tardi, quando ci vanno.
Il movimento reale sta determinando una oggettiva scarnificazione degli orpelli, delle giustificazioni morali ed ideologiche, dei tentativi di addolcimento, intorno alle classi sociali.
Tra le nebbie della nuova complessita’ sociale, la violenta divisione di classe comincia a farsi distinta, ed a non trovare soluzioni compatibili.
E’ per questo che il potere corre ai ripari, con le solite armi intrecciate della corruzione individuale e della repressione di classe; e’ per questo che ad alcuni operai si fa “saltare il fosso” della propria appartenenza materiale per farli strumento elettorale della pacificazione sociale.

Anche l’astensionismo puo’ essere un indice della rottura, della scissione di classe.
Anche l’astensionismo puo’ essere un primo passo pratico, non sufficiente ma necessario, verso l’organizzazione dell’incompatibilta’ proletara.

coordinamento per l’autonomia di classe
( www.controappunto.org )

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Elezioni politiche aprile 2008»

Ultime notizie dell'autore «Coordinamento per l'Autonomia di classe - Roma»

11305