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Il “Doge” Cacciari e la sua Fondazione nei musei….

(22 Marzo 2008)

La questione della Fondazione nella gestione dei musei civici veneziani ha monopolizzato l’attenzione dell’opinione pubblica locale negli ultimi tempi ed ha manifestato un grande interesse verso parti assai consistenti dell’intellettualismo veneziano.
Si tratta pero’ di cogliere gli aspetti generali che accompagnano tali percorsi e non solo certi caratteri tecnici che, approvando un percorso di dichiarato “snellimento” dell’intera macchina museale pubblica, di fatto non ostacolano l’impronta del tutto privatistica dell’intera operazione.
Non si comprendono le ragioni di una modifica di tale portata, non se ne vedono le finalita’di miglioramento del comparto dal momento che, lo stesso, viene preso come buon modello di struttura e soprattutto non si intravedono valide ed “alternative” strategie di gestione che giustifichino un radicale cambiamento di tale peso.
La realta’ civico-museale veneziana presenta un quadro di risultati altamente positivo sul piano della tenuta economica generale e nel contempo un bilancio non troppo gratificante per tutti i lavoratori del settore (pubblici e privati). E quindi perche’ continuare in quest’avventura dai contorni cosi’ poco chiari ed incerti?
Perche’ costituire una nuova Fondazione in cui, fatta eccezione per uno statuto redatto dai cosiddetti “esperti” del settore, poco o nulla si sa’ dei futuri piani di lavoro e scelte d’investimento?
Ed inoltre, come mai, in una Venezia ormai sempre piu’ ridotta a mero contenitore espositivo, si traducono in ulteriori esternalizzazioni di gestione della cosa pubblica quelle presunte “leve” di crescita economica e culturale che, al contrario, dovrebbero garantirne la sua crescita futura come luogo di responsabile e tutelata convivenza ?
Si dice che siano state prese le stesse linee guida della Fondazione analoga costituita a Torino ma, di fatto, da essa ci si differenzia per molteplici aspetti.
Sara’ il Sindaco che nominera’ TUTTO il CDA della Fondazione ed i criteri di scelta saranno appannaggio esclusivo di certi suoi indirizzi di ragionamento. Viene da pensare che nemmeno ai tempi della Serenissima il Doge si sarebbe mai arrogato tale potere!(Vi erano diverse promissioni a garanzia dei limiti della sua grande autorita’).
Il CDA della Fondazione nominera’ quindi un cosiddetto comitato scientifico e tutti i direttori di sede (ne sono previsti almeno quattro) con la nomina di un supervisore generale (a Torino questi ruoli vengono assegnati tramite concorso pubblico). Oltre alla battaglia per i diversi nomi si e’ scatenata, dunque, una bagarre tutta interna a logiche politico-clientelari sulla direzione generale di questa nuova esternalizzazione su cui e’ facile prevedere un forte potere decisionale dei soggetti privati che siederanno serenamente nel Comitato scientifico.
Le sensibilita’ democratiche del caro Sindaco sono note: poco tempo fa’ aveva lanciato un sondaggio sulla scelta del nome da dare al nuovo ponte di Calatrava per poi dichiarare ai giornali che sara’ Lui in definitiva a sceglierlo. Chiaro mancato esempio di rispetto nei confronti dell’opinione pubblica e dello spirito partecipativo della cittadinanza.
Quindi fanno sorridere i tentativi di rasserenare i nostalgici, a Suo dire, del socialismo reale. Qui non si tratta di rimarcare la natura pubblica di tali scelte che non dovrebbero essere mai oggetto di discussione, ma di comprendere che, comunque, vanno estese e calibrate certe decisioni di merito che non possono esser massa di manovra politica per nessun filosofo Sindaco pur illuminato che sia.
Le difficolta’ sorte in seguito alla convenzione tra Stato e Comune per la gestione degli introiti di Palazzo Ducale rischiano poi di apparire del tutto strumentali e fisiologiche dal momento che gia’ oggi il settanta per cento circa degli incassi complessivi finiscono in mani private( Venezia Musei). L’idea della Fondazione dunque e’ da rigettare e contrastare ponendo come priorita’ assoluta ed intransigente la difesa della natura pubblica del patrimonio artistico museale veneziano e da rilanciarne la sua conservazione a vantaggio esclusivo della Citta’.
La durata della gestione delle raccolte civiche data alla neonata Fondazione sara’ di trent’anni; lo stesso periodo vale anche per l’assegnazione degli spazi espositivi di Punta della Dogana in cui gli stessi gestori privati dispongono di altre prestigiose sedi proprie (Palazzo Grassi).
Non vorremmo che attraverso le stesse spoglie si crei in citta’ un circuito vizioso in cui a determinare certe scelte di natura espositiva siano fattori maggiormente legati a legami elitari e familistici piuttosto che alla bonta’ artistica delle opere in mostra.
La responsabilita’ dell’intera vicenda e’ quindi enorme e la citta’ in futuro ce ne chiedera’ atto nei termini di un carattere storico cosmopolita che ha sempre posseduto nella Sua storia.

Enrico Pellegrini portavoce Partito di Alternativa Comunista Venezia

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