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Inceneritore a Legnago? Non si scherza con il fuoco!

(25 Marzo 2008)

C’è una moda che recentemente ha preso piede in Italia ed è quella che porta a pensare che la soluzione del problema dei rifiuti stia nell’incenerimento1).
Anche i giornali locali ne hanno parlato recentemente, su iniziativa di qualche vecchio politico locale in cerca di pubblicità, in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno. Costoro propongono l’incenerimento come una sorta di “bacchetta magica” capace di far sparire i rifiuti e di lasciare in regalo un presunto guadagno energetico.
E’ un tema molto delicato perché riguarda la salute di tutti noi, esso va affrontato con cautela e con cognizione di causa.
Ci sono due leggi della fisica da considerare: 1) la legge di conservazione della massa di Lavoisier che recita: “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”; 2) il concetto di entropia della seconda legge della termodinamica.
Siccome le fiabe si raccontiamo solo ai bambini piccoli, se bruciamo rifiuti un politico serio dovrebbe dire dove vanno a finire. La conclusione è che non esistono bacchette magiche! 1) Da una tonnellata di rifiuti otteniamo4): 2-300 kg di ceneri (rifiuto da smaltire in discariche speciali); 1400 kg di fumi (gas serra); diossine (cancerogene); PM10; micro e nano polveri (non normate dalla Legge ma molto più penetranti e pericolose delle PM10 2)); 50 kg di polveri filtrate (rifiuto speciale pericoloso da smaltire in discariche speciali); 2500 L di acqua inquinata (da trattare).
2) L’energia che si recupera bruciando i rifiuti, ad es. da una bottiglia di plastica, è (24 MJ/Kg) molto inferiore a quella necessaria per produrla a partire dalle sue materie prime (86 MJ/Kg), anziché da materiale riciclato (64 MJ/Kg), e questo perché nei processi una parte di energia - l’entropia - viene persa3).
In sintesi con l’incenerimento: 1) i rifiuti non spariscono ma in parte diventano invisibili e ce li respiriamo ed in parte si trasformano in rifiuti peggiori; 2) nel ciclo complessivo consumiamo più energia di quella che recuperiamo. Inoltre, necessitando l’incenerimento di materiale combustibile (plastica, carta) è disincentivata la raccolta differenziata.
Quali sono invece le soluzioni da perseguire prioritariamente?
Bisogna progettare i prodotti diversamente in modo da indurre:
a ridurre il volume dei rifiuti,
a ridurre la pericolosità dei rifiuti,
ad allungare la vita media dei prodotti,
al riutilizzo e alla riparabilità (no all’usa e getta),
al riciclo (il recupero deve mirare al 100%).
Solo dopo che si sono soddisfatte queste richieste si può pensare a come smaltire l’eventuale minimo residuo, che non possono essere le montagne di oggi. E’ da irresponsabili invertire il processo.
Una discarica ed impianti come quelli di Legnago, anche se non sono una soluzione ottimale, sono di gran lunga preferibili all’incenerimento. Inoltre, consentono in un ipotetico futuro, di sfruttare una qualche nuova tecnologia per recuperare altro materiale.
Da notare, infine, che gli inceneritori in Italia sono in attivo solo grazie al prelievo sulla bolletta elettrica dei CIP 6, una tassa che avrebbe invece dovuto incentivare le energie rinnovabili.


Legnago, 23/03/08

Il termine termovalorizzazione non esiste in Europa, ma è utile per indorare la pillola.
Vedi gli studi del dott. S. Montanari e della d.ssa A. Gatti http://www.nanodiagnostics.it/
http://www.wwfroma11.it/stili%20di%20vita/raccodiff/plastica.htm
da Wikipedia alla voce inceneritore

Lino Pironato – Legambiente Legnago

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