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Salvate la Sanità

Salvate la Sanità

(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
Secondo Monti il sistema sanitario nazionale è a rischio se non si trovano nuove risorse

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    Mestre: Nuovo ospedale… dei miracoli!!

    (4 Aprile 2008)

    Questa Organizzazione Sindacale ha appreso che nel nuovo grandioso ospedale di Mestre i posti letto verranno attivati - a partire da lunedì prossimo 7 aprile, data dell’avvio del trasloco - con il personale attualmente a disposizione.

    Questa sì che si chiama programmazione!

    Abbiamo già avuto modo, purtroppo, di constatare come la pianificazione del numero dei posti letto per il nuovo ospedale di Mestre non sia stata eseguita in relazione alle reali necessità di interventi di assistenza per la popolazione del territorio.

    Ricordiamo che questo sindacato di base ha da sempre espresso la sua contrarietà circa l’ospedale “per acuti” e “per le eccellenze”, in quanto riteniamo che programmare ospedali con la classificazione in primo o secondo livello sia già una sconfitta per la tutela della salute dei cittadini.

    Anche le patologie “a bassa intensità” hanno, infatti, in gran parte un decorso che può portare a fasi di estrema criticità: qualsiasi struttura ospedaliera deve pertanto avere servizi e reparti necessari per affrontare una criticità, risolverla o stabilizzarla sino all’intervento presso le strutture specialistiche specifiche.

    Arrivare poi addirittura a pensare di attivare i ricoveri, partendo dalle attuali condizioni di rilevante insufficienza di organico è, a nostro avviso, incoscienza e/o potrebbe rappresentare per la dirigenza dell’Asl 12, con la scusa dell’urgenza di reperire personale, l’occasione di concretizzare ciò che da più di due anni sta cercando di fare: affidare la gestione dei servizi attraverso l’intermediazione di cooperative o associazioni.

    …i miracoli dei numeri e le condizioni di lavoro

    Non è assolutamente vero che in organico manchino solo una settantina di Infermieri Professionali ed una cinquantina di Operatori Socio Sanitari (vedi “La Nuova” del 26/03/2008): la dirigenza dell’Asl 12 ed i sindacati confederali lo sanno benissimo.

    Lo sanno bene, purtroppo, anche i cittadini, che sono costretti ormai da anni ad assistere personalmente, o delegando ad assistenza privata, i propri cari ricoverati nelle cure dell’igiene del corpo e nell’accudimento dei pasti.

    Lo sanno bene i servizi territoriali: dalla scorsa estate (vedi “Il Corriere del Veneto” del 22/07/’07) sono state ridotte le aperture degli ambulatori, il servizio di assistenza domiciliare infermieristica è all’osso.

    Il personale delle corsie continua a lavorare con carichi di lavoro eccessivi, turni di riposo saltati, svolgendo anche sino a 14 ore continuative a fronte delle 6 o 7 previste, ferie accumulate poiché non riesce ad usufruirne.

    I pensionamenti non sono sostituiti con nuove assunzioni, né tanto meno, nella nostra Asl 12, è mai stato sostituito il personale femminile in maternità.

    Lavoro precario e appalti

    COBAS Sanità esprime grande preoccupazione per il consistente passaggio alla privatizzazione dell’assistenza sanitaria: sempre più risorse pubbliche vengono dirottate verso il privato, così come rilevato dalla Corte dei Conti nell’indagine di fine anno 2007.

    Nel Veneto l’assistenza ospedaliera è costituita oramai da 29 strutture private e da ben 248 convenzioni l’assistenza specialistica ambulatoriale.

    La precarizzazione dei rapporti di lavoro (tempo determinato, interinale, ecc.) rafforza il processo di smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale pubblico e contemporaneamente rende più ricattabili anche i lavoratori “stabili”, con lo scopo di superare i diritti acquisiti nel tempo.

    L’emergenza infermieristica diventa così l’alibi per avviare il ricorso al lavoro precario e/o interinale.

    Non comprendiamo perché l’Asl 12 Veneziana, che proprio in questi giorni sta attivando le prove per il concorso di 18 Operatori Socio Sanitari, stia anche procedendo, con recente delibera n. 362 del 19 marzo ’08, a 27 assunzioni di Operatori Socio Sanitari “a tempo determinato” per soli 6 mesi.

    Se si vogliono raggiungere e mantenere alti i livelli qualitativi delle prestazioni sanitarie è indispensabile garantire, infatti, condizioni di lavoro stabili.

    In particolare gli appalti non solo diminuiscono la qualità dell’assistenza offerta ai cittadini, ma aumentano anche i costi delle Asl.

    COBAS Sanità rivendica:

    ASSUNZIONI, NON APPALTI ALLE COOPERATIVE, e NUOVE DOTAZIONI ORGANICHE in relazione ai disumani carichi di lavoro e per garantire la tutela della salute;

    CONDIZIONI di LAVORO che PERMETTANO TURNAZIONI PRESTABILITE e rispettose della normativa europea sull’orario di lavoro, riconoscimento di ferie e riposi, tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.

    02 aprile 2008

    COBAS Sanità Venezia

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