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Vendola, poesia extraparlamentare

(15 Aprile 2008)

Era gennaio del 2008 e la Befana si era già portata via tutti i doni, senza lasciare niente se non un po' di carbonella a Nichi Vendola, governatore della Regione Puglia, con un crollo di consensi che fù allora quantificato nel 7%, erano le primarie pugliesi. Ma forse lui era un po' distratto da ben altri intenti, chiariti dal sito Gay.it che li aveva ripresi da Panorama che lo considerava l’erede designato di Fausto Bertinotti, fino al punto di dichiarare:"Non mi tirerò indietro se la Sinistra arcobaleno, dopo il voto, aprirà una fase costituente" e decise così, di non presentarsi come candidato: era la fine dello scorso febbraio.
Certo non erano le ispirate dichiarazioni di tre anni prima, per le quali i giornali commentavano: "il suo punto di forza, rispetto al concorrente, è stata la sua capacità di risvegliare nei giovani sogni e utopie”.
Siamo arrivati a questo 15 aprile e questo dice oggi:"Non ci siamo accorti che sotto i nostri piedi si stava scatenando un terremoto". Commenta così sul quotidiano Repubblica che lo intervista, aggiungendo che è "una sconfitta aspra, secca, senza se e senza ma .Per la prima volta non ci saranno piu' in Parlamento i comunisti, i socialisti. Siamo diventati una forza extraparlamentare, cioe' fuori dalle istituzioni. Quello che e' successo e' stata colpa di tutti compreso il sottoscritto. Evitiamo di individuare capri espiatori: sarebbe un atteggiamento infantile e ingeneroso.Noi siamo stati travolti ma perche' ha vinto Berlusconi, la Lega Nord e non per un soffio. Questo mi preoccupa: il fatto che il partito di Bossi sia il primo in Lombardia puo' provocare una spallata forte all'unita' d'Italia.Dobbiamo essere in grado di rimetterci in gioco. Il popolo della sinistra del resto e' prevalentemente avvezzo alle disfatte e non alle vittorie".

In perfetta sintonia con Bertinotti, che già ieri sera parlava di Costituente della Sinistra: progetti legittimi per chi veramente si era fatto "avvezzo" a vittorie e compromessi istituzionali. Perchè entrambi i signori, il popolo della sinistra da un pezzo non lo ascoltavano più, nè tantomeno si erano accorti che le spallate al portone d'Inverno e d'Estate le stavano dando altri, in nome della Devoluzione e della Decostituzione. Che si rimettano in "gioco", parola che la sinistra extraparlamentare non ha mai definito come sue pratiche e modalità, è un loro diritto.
Continuano a subire l'effetto altezza che limita e dopa l'uso diretto dell'orecchio e del cuore, lontani dal frastuono del popolino fuori dalle istituzioni e che non avverte il tanfo della diossina, quella sì, in Puglia grandiosa: solo l'8,8% dell'inquinamento europeo provienente dall'Ilva di Taranto.

Buon viaggio Vendola, preferisco ricordarti come affabulatore e grande narratore delle tue stesse poesie.

Doriana Goracci

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