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Elezioni politiche 2008: simboli e sostanza

(16 Aprile 2008)

L’arcobaleno è bello ma è labile, dura poco poi sparisce. E’ sparito. Non ha svolto il suo ruolo,avrebbe dovuto rappresentare la fine del cattivo tempo, ha invece preannunciato l’uragano. Di fronte all’evidenza bisogna prendere atto.
L’arcobaleno è bello ma si è dimostrato illusorio nell’infondere speranze. La leggenda vuole che dove esso termina si possa trovare una pentola piena d’oro ma nessuno l’ha mai trovata, perché quando ti indirizzi in quella direzione l’arco multicolore svanisce e allora lo sguardo rivolto verso il cielo per ritrovarlo può essere pericoloso, non ti fa vedere il baratro che si cela sotto i piedi.
L’arcobaleno è multicolore, l’unità è importante, ma l’elettore di sinistra è rimasto confuso, non vi ha visto il rosso che tradizionalmente simbolizza la sua parte e non ha votato, oppure non sopportando il vuoto si è rivolto verso ciò che rimane dalla scala cromatica quanto togli il rosso; rimane il verde, quello Veltroniano e per i più delusi il verde Padano.
L’arcobaleno era bello, era perché ora è finito, rimane l’esigenza dell’unità a sinistra, ma rimane l’esigenza storica,sociale ed etica di costruire una alternativa ad un sistema economico prima che politico che precipiterà l’umanità in una moderna barbarie, rimane l’esigenza di ricostruire una forza che rappresenti lo strumento di difesa delle classi subalterne.
La sinistra in Italia si trova ora nelle condizioni di quello studente che ha eseguito un complessa operazione matematica ma che verifica che i conti non tornano, purtroppo deve ricominciare a fare il conteggio da capo, verificare ogni passaggio scoprire gli errori e correggerli.
Noi comunisti dobbiamo ricominciare e quindi ritrovare la nostra essenza fondamentale, non perché questa sia in sé la risposta ma perché questo è il punto e la condizione da cui ripartire per rifare i conti con la realtà, con capacità di ascolto di studio e di azione. Forse l’unica voce che possiamo permetterci di trascurare è quella di chi fino a qualche tempo fa ci insegnava il marxismo-leninismo, nella sua vulgata scolastica ed oggi, passati dalla parte del Sommo Pontefice Caifa, risponde con le parole di San Pietro prima che cantasse il gallo.
In questa operazione i simboli sono importanti non in quanto tali, ma perché sono rappresentazione della sostanza.

Cordiali saluti

Palmiro Capacci

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