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Finalmente: la Cgil con Chavez

articolo de Il Manifesto del 14 Gennaio 2003

(22 Gennaio 2003)

Appello di Epifani alla Cisl Internazionale: "La crisi in Venezuela minaccia un governo democraticamente eletto"

Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha inviato ieri una lettera al Segretario generale della Cisl Internazionale Guy Ryder per esprimere la preoccupazione della confederazione sull'evolversi della situazione in Venezuela.

Per Epifani "la crisi in Venezuela è entrata in una nuova fase tendente a minacciare l'esistenza di un governo democraticamente eletto".

"Se da una parte - continua il testo della lettera del segretario della Cgil - è legittimo e talvolta anche opportuno mettere in atto una ferma opposizione per difendere i diritti indisponibili e fondamentali dei lavoratori, dall'altra riteniamo che questa debba sempre manifestarsi nel quadro di regole democraticamente stabilite, che in questo caso fanno riferimento alla Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela".

Per queste ragioni la Cgil ritiene "fondamentale il ruolo che la Cisl Internazionale e la sua affiliata regionale l'Orit possono avere nel sollecitare la Ctv a difendere gli interessi di tutti i lavoratori e le lavoratrici del Venezuela, favorendo una soluzione pacifica attraverso l'avvio di un dialogo tra il Governo e le forze dell'opposizione".

Una lettera di straordinaria importanza, più di un carico di aiuti o una marcia di appoggio per Chavez.

Era da tempo che l'unico vero vanto degli organizzatori del "paro" venezuelano golpista, vale a dire i sindacati della Ctv guidati da Carlos Ortega e la Fedecamaras (la Confindustria locale) vantavano l'appoggio dei Sindacati internazionali, organismo nel quale è parte costitutiva importante proprio la Cgil italiana.

Ora, con questa lettera, chiaramente si dichiara che lo sciopero in corso non ha la legittimità che proclama perché punta a destabilizzare un governo che "è stato democraticamente eletto".

Ieri erano molte le marce e le delegazioni dal Sudamerica, in primo luogo dalla Colombia, che sono arrivate a Caracas.

Ma questa, dall'Italia, è sicuramente la "marcia" più importante perché è destinata a pesare sulla continuità dello sciopero "cileno" che vede uniti sindacati dei lavoratori che appoggiano la serrata dei padroni, paralizzando da sei settimane il paese e soprattutto l'industria petrolifera i cui impianti sono difesi dall'esercito, fedele a Chavez.

Ieri in nuovi scontri sono rimaste ferite decine di persone.

E tutto questo in un momento internazionale decisivo per il nuovo Venezuela.

Chavez incontrerà giovedì al Palazzo di Vetro il segretario Onu Kofi Annan.

Mentre il leader sindacale venezuelano Carlos Ortega (Ctv) e il presidente della Fedecamaras, Carlos Fernandez, saranno a New York alla Americas Society.

Oggi a Quito, all'insediamento del neopresidente dell'Ecuador, Gutierrez, prenderà le mosse il "Gruppo di paesi amici", per mediare nella delicata crisi del Venezuela: lo ha sostenuto l'ambasciatore Usa a Caracas, Charles Shapiro.

L'idea di un gruppo d'appoggio alla mediazione dell'impotente segretario dell'Osa, Cesar Gaviria, è stata lanciata dallo stesso Chavez e ripresa dal nuovo Brasile di Lula.

Gli Usa vogliono invece coinvolgere Unione europea e Messico per "fermare" il rapporto Lula-Chavez.

T. D. F. (Il Manifesto - 14 Gennaio 2003)

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