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Irak: Per i Veneti è già guerra di mercato

(22 Gennaio 2003)

Alcuni dati territoriali sulla guerra di mercato in corso tra americani ed europei. Differenze tra il pacifismo popolare e quello di sior Bellato dell'Unionindustria di Treviso.

L'importante manifestazione fatta dalle forze pacifiste, antimperialiste a Vicenza contro la base americana Ederle, passata sotto silenzio da tutta la stampa e boicottata da tutto il ceto politico ha comunque scoperchiato un vaso di Pandora. L'iniziativa popolare costringe la borghesia a mettere le carte sul tavolo e a presentare le sue soluzioni sul tema della guerra in Iraq e nel mondo.

Quello stesso Corriere del Veneto ( supplemento del Corriere del Sera nazionale e tentativo autorevole della destra moderata di ricentrare il quadro politico di controllo nel Veneto), che non si era degnato di scrivere due righe sulla nostra manifestazione popolare di sabato scorso, sugli interessi popolari veneti per la pace, adesso esce a tutta pagina in difesa degli interessi "veneti" minacciati dagli americani in Iraq. E i dati che fornisce sono quantomai interessanti.

"Per i veneti è già guerra di mercato" è uno dei titoli del Corriere del Veneto odierno, che specifica subito chi sono per lui i veneti. I capitalisti esportatori veneti denunciano una guerra di mercato in atto da parte degli Usa, condotta attraverso l'ONU, attraverso gli esasperanti controlli dei rappresentanti americani delle Nazioni Unite.

Daniele Rigo, responsabile dell'export di "Autogrù Rigo" di Sant'Ambrogio Valpolicella-Verona, afferma nel Corriere del Veneto di oggi 21 gennaio 2003 di aver avuta annullata una commessa da 760.000 dollari l'anno scorso e di rischiare fortemente di perderne un'altra di 900.000 mila dollari ora. Le sue macchine sollevatrici potrebbero forse servire a sollevare dei missili. Ragion per cui gli americani ne impediscono la vendita all'Iraq.

"Chiedono specifiche su specifiche,perdiamo mesi a scrivere lettere su lettere.. tutto per non dire chiaramente che gli Usa non vogliono che l'Europa venda mezzi di sollevamento all'Irak."

L'Iraq è un grande sbocco per i nostri prodotti afferma Sergio Bellato presidente dell'Unindustria Treviso e padrone della Spark energy di Possano (20 milioni di euro di fatturato- pompe e gruppi elettrogeni il quale ha affari con l'Iraq, anni fa ha fornito attrezzature per l'irrigazione per un miliardo di euro. "Era una fornitura fuori embargo nell'ambito dei programmi umanitari condotti dall'organizzazione dell'ONU". Ben 22 grosse e medie aziende del Veneto lavorano con l'Irak. % sono i settori industriali interessati agli scambi: sanità, agricoltura, energia, edilizia e petrolifero. 54 milioni di euro è il valore delle esportazioni in Iraq e solo 13.289 euro il valore delle importazioni.

Insomma la lettura è questa: "Sostengono molti tra gli imprenditori di casa nostra che una guerra commerciale contro l'Europa gli Stati Uniti la stanno già facendo da anni attraverso i suoi rappresentanti nelle Nazioni Unite" (Bavero-p.1)

E sulla guerra? Alberto Castagna, Un manager molto impegnato in quel settore, sostiene: "Che scoppi la guerra non ci credo affatto e non sono il solo. Domani parto per il cairo e poi vado a Dubai. Ci sono gli aerei strapieni di imprenditori e rappresentanti di aziende italiane." Sergio Bellato il presidente dell'Unindustria di Treviso afferma: " Mi sembra tutto una forzatura. Meglio puntare a destituire Saddam riorganizzando il paese con istituzioni più vicine alla democrazia di marca occidentale"

E qui dunque casca l'asino trevigiano! Lo scopo del borghese veneto, europeo, è quello di cacciare Saddam e riorganizzare l'Iraq con istituzioni più vicine alla democrazia di .. marca gioiosa (come si chiamava un tempo il nordest). Cacciare la borghesia irachena per sostituirla con quella europea. Ancora una volta la lotta di massa popolare ha strappato un velo e ha messo a nudo quello che molti sapevano, gli interessi materiali delle nostre borghesie, le guerre commerciali e industriali che stanno dietro le guerre vere.

La lotta popolare contro la guerra ha costretto la borghesia a presentare il suo programma di pace, vale a dire di penetrazione, invasione dei mercati, neocolonizzazione, la stessa che è stata attuata ad est nei Balcani, in Romania e ora in Ucraina Estonia etc.. Con quali risultati procede questa invasione neanche tanto pacifica?? Col risultato anzitutto di accelerare lo scontro tra imprese europee e americane, di approfondire, più che di risolvere la crisi. Approfondire la crisi sia nei territori "depredati" che nelle "madrepatrie". Una crisi da cui non è possibile uscire senza spazzare via il sistema che l'ha generata e tutti i suoi tirapiedi, come hanno unanimemente detto, gridato e scandito le migliaia che hanno manifestato contro la guerra a Vicenza il 18 gennaio, senza illusioni nel pacifismo borghese che porta all'abisso senza neanche darci la chance di una possibilità di resistenza, continuando a spronarci a produrre, consumare, farci propagandisti, meglio rappresentanti dello sviluppo dissennato delle forze produttive che ha già mezzo (anzi tre quarti) accoppato il nostro territorio.

Padova 21 gennaio 2003

Fausto Schiavetto di Soccorsopopolare di Padova
soccorsopopolare@libero.it

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