">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Dignità operaia

Dignità operaia

(9 Marzo 2012) Enzo Apicella
Oggi sciopero generale dei metalmeccanici convocato dalla Fiom e manifestazione nazionale a Roma

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Per un sindacato di classe)

Sin.Base: chi siamo

(8 Maggio 2008)

E' nostra ferma intenzione essere, nei presupposti e nella pratica,. un'organizzazione aperta. Aperta a tutti i contributi e sensibilità politiche e culturali, escludendo possano esserci linee e valori fondanti diversi dalla difesa di classe praticata e non solo dichiarata. Questo è il solo ed invalicabile distinguo della nostra appartenenza.

Ci deve distinguere la ricerca del radicamento piuttosto che la rincorsa alla delega e alla rappresentatività, comunque mediata dall’alto, dallo stato e dalle sue multiformi rappresentazioni ed espressioni.

La lotta sindacale può essere una scuola di solidarietà e di unione dei lavoratori alla condizione che non venga meno l’evidenza della inconciliabilità degli interessi di classe derivanti dell’organizzazione stessa del lavoro capitalistico subordinato alle leggi di mercato. Noi stiamo con la nostra classe, solo per la nostra classe. Il conflitto che non può essere eluso, muove da una classe contro l’altra anche se l’ideologia della concordia e dei comuni interessi cerca di nasconderlo nella realtà.

L’ambito sindacale comporta necessariamente contrattazione, tavoli e accordi, però il limitarsi ad un orizzonte strettamente rivendicativo, che attua la condivisione di regole e protocolli, comporta, e storicamente ha comportato, una deriva verso l’istituzionalizzazione e la perdita di quella carica ideale necessaria a fare del sindacato la casa del lavoro.

Il rischio è di ritrovarsi al servizio della conservazione e non della propria classe.

Il rapporto con le controparti deve fondarsi non su connivenze con padroni e/o padrini ma contare sulla forza e sull’impegno e le risorse che i lavoratori sapranno e potranno di volta in volta mettere in campo.

Nelle fasi in cui si è espresso un alto grado di conflittualità la rappresentatività era solo una necessità tecnica perché erano i lavoratori a rappresentarsi in modo diretto. Il nostro lavoro deve essere diretto a ricostituire questa forza, cercandola nei luoghi di lavoro e non nella virtualità dei cenacoli mediatici. Dovremo bandire illusioni e deleghe a partiti elettoralistici ed ogni forma di rimando a presunti piani politici. Nella storia del movimento operaio non c’è stata conquista significativa che non sia stata frutto della sua lotta sociale. Poi … poi c’è chi legifera.

La pratica concertativa è la negazione della possibilità di attivare queste potenziali energie, è il negare ruolo ed espressività autonoma ai salariati. La pratica concertativa ha infatti come inevitabile conseguenza la selezione, da parte di chi detiene il potere, delle compagini omologabili alle regole stabilite. Selezione che finisce producendo una “controparte” diventata a questo punto solo una variante ed uno strumento dei medesimi detentori del potere.
Le regole concertative, una volta condivise dovranno essere difese e fatte rispettare dalla propria base. Una base quindi sempre meno da ascoltare e sempre più da convincere e “regolare” nella prigione dei vincoli istituzionali.
La sintesi degli orientamenti ideologici diversi per essere ricomposti deve avere come stella polare il riconoscimento della inconciliabilità degli interessi di classe. Su questa base va combattuta sia la concertazione, sia i “sindacati dei cittadini” e surrogati vari. Occorre costruire una forte identità di classe minimizzando gli accenti dottrinali e di partito. Dovranno essere le formazioni politiche a dichiarare il loro appoggio o il loro contrasto alle nostra linea sindacale e alle singole proposte che muovono dal mondo del lavoro.

Dobbiamo fare da soli ed essere gelosi della nostra autonomia.

Chi ci è amico?, chi ci è nemico? Un metodo infallibile è valutarne le scelte pratiche, senza illusioni sulle sue promesse future per soppesarne piuttosto l'atteggiamento concretamente assunto in passato.

Siamo ovviamente interessati a sponde «amiche», guai però ad illuderci che la sponda (concertativo /parlamenta-ristica) possa in alcun modo sostituire od agevolare la nostra azione.

La sintesi da ricercare alle diverse posizioni non è solo nei nostri assetti regolamentari e nelle nostre votazioni o statuti ma fondamentalmente nella verifica pratica del nostro lavoro, che avrà successo se saprà essere conseguentemente classista.

Genova 9.05.2008

Sin.Base
Sindacato di base
Via Molteni, 4/27 sc. B
Tel. 010 859 23 31 fax 010859 85 20

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Per un sindacato di classe»

Ultime notizie dell'autore «Sin.Base - sindacato di base - Genova»

6909