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Topo Gigio e le ombre

(10 Maggio 2008)



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Topo Gigio ha nominato i 21 ministri ombra ombra del governo ombra.

Bisogna capirlo. Dopo aver consegnato Roma a Alemanno è diventato l’ombra di sé stesso. Se il governo di Testa d’Asfalto è il governo del Bagaglino, l’opposizione è un’ombra che cammina. Dead mouse shadow walking. Le ombre non daranno fastidio al manovratore, al massimo gli faranno ombra.
Topo Gigio ha scelto con cura.

C’è l’ombra Enrico Letta al Welfare, Enrico è nipote dello zio Gianni Letta, Sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Per i Letta l’Italia è un affare di famiglia. C’è Unipol-Fassino-cinque legislature agli Esteri. C’è il partito ombra degli inceneritori composto dal trio Colaninno-Bersani-Realacci.

Al ministero della Giustizia per contrastare le leggi vergogna del passato e le leggi del vomito prossime venture c’è il celebre Lanfranco Tenaglia. Antonio “Kriptonite” Di Pietro lo hanno lasciato fuori, hanno paura anche della sua ombra. Se a Testa d’Asfalto e a Di Pietro fa , a Veltroni deve fare una paura folle.

Una funzione il governo ombra di Topo Gigio comunque ce l’ha. Quello di fare emergere nuovi talenti che possano prendere in futuro le redini della Nazione. Gente nuova come Garavaglia, Minniti, Lanzillotta.

Nel governo ombra, che assomiglia a un club Med dei trombati, mancano alcuni ministri ombra. Bassolino, ministro dei rifiuti ombra, e Violante e D’Alema, ministri ombra di Mediaset, una risorsa per il Paese e per la democrazia, che hanno protetto per quindici lunghi anni contro tutte le sentenze dei tribunali.
I tempi sono cambiati. Una volta l’opposizione dura e pura entrava in clandestinità. Oggi l’opposizione entra in un cono d’ombra.

E’ l’Italia del partito unico. Un governo con le ombre di sostegno.
L’opposizione è nelle mani dei cittadini. Stay tuned!

10 Maggio 2008- Blog Di Beppe Grillo

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Commenti (1)

PASTICCIACCIO ANTIPOLITICO NON E' PERO' OPPOSIZIONE SOCIALISTA

Nell'analisi di Grillo c'è una certa confusione, strategica e reale. Semplifico:
1-l'argomento contingente non può essere sempre quello della similitudine PD-PDL. Comunisti e socialisti hanno già provveduto ad assumerlo direi come "trascendente". Ogni critica che omologa PD e PDL è sensatissima. Ma nulla dice sulla possibilità-necessità della chiara, limpida alternativa;
2-un ruolo cavalleresco assegnato a Di Pietro non mi convince. I modi spicci inducono simpatia, ma non scordiamoci che Di Pietro fu realmente concupito da Berlusconi agli albori della carriera politica, gode tuttora della visibilità che gli derivava dall'esser stato pubblico ministero, ha fatto parte di un governo Prodi da cui si è però voluto distinguere (comunque votando in gran parte) 99 volte su 100. Il successo politico di IDV non credo sia inspiegabile: basta far caso al battage pubblicitario che mediaticamente Di Pietro riesce ad attrarre di continuo. Ma a me non fa effetto;
3-il partito degli inceneritori è già organico al soggetto in cui è stato eletto;
4-è tempo di formulare alternativa, vera massima critica, torno a ripetere, non un criticismo esasperato che però non individua limiti seri, serissimi;
5-la composizione del governo meritava un'analisi più evidente: i tanti ex-socialisti nella squadra, laburisti della flessibilizzazione, e gli ulteriori smottamenti a destra nei sottosegretariati.
Ecco, questi cinque punti sono anche le cinque ragioni per cui non riesco ad apprezzare nè il grillismo nè il dipietrismo nè il travaglismo. Certo, so dirne molto meglio che dei loro "rivali politici": ma questo è ovvio. Mi spaventa che la capacità oppositiva nel Paese, almeno a livello "mediatico", sia esercitata solo da costoro.

(13 Maggio 2008)

Domenico Bilotti

rhodes@live.it

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