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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Sparito il ministero della Sanità

(13 Maggio 2008)

Con l’Insediamento del nuovo Governo Berlusconi il Ministero della Salute, prima chiamato della Sanità, in attuazione da quanto previsto dalla Legge finanziaria 2008 (art.1 comma 376 - Legge 244/2007) confluisce nel Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali (Welfare).

Siamo così l’unico paese al mondo che istituendo il nuovo ministero “calderone”, rinuncia di fatto ad un forte controllo dello Stato per garantire l’uniformità alle cure ed all’assistenza, contravvenendo anche l’art. 32 della nostra Costituzione.
Persino in America, ove il 90% della sanità è gestita dai privati, esiste un ministero della Salute.

La scomparsa di questo dicastero in Italia rappresenta l’ultima grave spallata al diritto alla salute per i cittadini, con una sanità già oggi in gran parte amministrata dalle regioni.

Un Fondo sanitario nazionale tentava di riequilibrare l’intervento tra le diverse realtà locali e la realtà centrale, ma con l’attuale incarico della completa tutela della salute al decentramento regionale, si creeranno sempre più profonde disuguaglianze.

Senza meccanismi di compensazione, che prevedano per le regioni in difficoltà sostegno e aiuto nel programmare meglio il proprio servizio sanitario, le conseguenze ricadranno infatti solo ed esclusivamente sui cittadini.

I provvedimenti sul risparmio stanno rappresentando il nucleo della proposta delle regioni: l’intervento pubblico viene sempre più sostituito con l’intervento dei privati, abbassando così la fa fascia di protezione per la popolazione più bisognosa ed allargando i servizi a pagamento.
Muore il Sistema sanitario nazionale e si rischia anche la subalternità di delicate materie che rappresentano aspetti costitutivi della moderna società civile, all’orientamento dei “tecnici/politici” che riceveranno la delega alla salute: vedi ad es. le leggi sull’aborto e sulla procreazione assistita, la legge sulla soppressione dei manicomi.

Il nuovo “Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali” promuoverà tutt’altro che un’integrazione di politiche sanitarie e sociali, una politica d’insieme finalizzata ad una migliore qualità di vita per il cittadino.

Incentivare Welfare (stato sociale) significa, infatti, tentare di eliminare le diseguaglianze sociali ed economiche fra le persone, aiutando in particolar modo i ceti meno abbienti.
Significa più intervento pubblico, più entrate per lo Stato, le regioni e i comuni.

Si sta rafforzando invece sempre più la concezione che lo stato sociale dia luogo a spese che non sono sostenibili, che aggravano il costo del lavoro e la competitività di prezzo.

Il nuovo principio di sussidiarietà nell’erogazione dei servizi sociali - inteso come solidarietà da parte della comunità di appartenenza - si è tradotto di fatto in passaggio alle privatizzazioni.

Anche nella politica dei servizi sociali, quindi, ci si allontana dal principio del diritto di ogni cittadino di poter avere quelle prestazioni assistenziali che gli consentano un’esistenza dignitosa nella società e dalla garanzia di servizi pubblici, aperti a tutti.

12 maggio 2008

COBAS Sanità Venezia

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