">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

Ai giornalisti prezzolati

Ai giornalisti prezzolati

(9 Ottobre 2012) Enzo Apicella
Chavez viene rieletto con il 54% dei voti, con grande dispetto dei giornalisti prezzolati dall'imperialismo che davano per sicura la sua sconfitta

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(La rivoluzione bolivariana)

Venezuela, uno dei fronti piu’ avanzati nella costruzione del socialismo del xxi secolo

Report della delegazione della Rete dei Comunisti e della redazione di Nuestra America

(14 Maggio 2008)

Una delegazione della Rete dei Comunisti e della redazione di Nuestra America, è tornata da pochi giorni da un importante viaggio in Venezuela, intenso di incontri politici, culturali, sindacali e istituzionali.
Tale viaggio si colloca in un periodo di intensa attività internazionale che ci ha permesso di documentare e di intensificare le relazioni in questi primi mesi del 2008 con le varie realtà di partiti, organizzazioni e movimenti che concretamente si stanno muovendo nella costruzione del socialismo del XXI secolo.
Questa delegazione in Venezuela, fa seguito ad una delegazione molto importante a Cuba nel febbraio scorso, alla partecipazioni ad alcuni incontri tenutisi a Parigi sulla liberazione dei 5 agenti dell’antiterrorismo cubano, sulla realtà politico-economica del Venezuela con le Associazioni europee di solidarietà, ad incontri a Londra, a Madrid e nei Paesi Baschi dove abbiamo partecipato a seminari, conferenze e importanti dibattiti sulla competizione globale che sta imponendosi e sulle ipotesi in campo sulla costruzione del socialismo del XXI secolo. In molti di questi incontri è stata presentata la rivista Nuestra America e sono stati consolidati i legami di collaborazione politici e culturali con le organizzazioni politiche e di solidarietà, con i movimenti di classe europei e latino-americani.
Questo ultimo viaggio in Venezuela ci ha permesso di conoscere meglio e di confrontarci con uno dei fronti più avanzati dello scontro di classe dove si sta costruendo concretamente un processo di transizione socialista .

Gli incontri con le organizzazioni e le istituzioni bolivariane

La delegazione ha avuto l’opportunità di effettuare incontri con organizzazioni politico-sindacali e istituzionali discutendo dei temi delle politiche economiche di alternativa che si stanno realizzando in Venezuela, trasformando il paese in una dimensione anticapitalista e di comprendere meglio come si sta costruendo il Partito Socialista Rivoluzionario convogliando in questo tutti i movimenti bolivariani, dei lavoratori e a favore di Chavez.
Abbiamo avuto anche molti incontri con il Ministero della Cultura e con la Rete Internazionale di Intellettuali in Difesa dell’Umanità partecipando anche a conferenze, dibattiti, trasmissioni radio e con interviste rilasciate anche a importanti quotidiani nazionali. In questi incontri abbiamo portato il rispetto, l’interesse e la solidarietà nostra e dei movimenti di classe europei, ai governi rivoluzionari di Cuba, Venezuela e della Bolivia e a tutti i popoli che combattono per la loro autodeterminazione e contro l’ingerenza imperialista. Centrale è stato il tema della difesa del processo di democrazia partecipativa in Bolivia e dell’attacco che le oligarchie, le multinazionali e il governo degli Stati Uniti stanno portando ad Evo Morales e al combattivo popolo boliviano attraverso l’incostituzionale referendum nella regione di Santa Cruz, dove si sta operando un tentativo per abbattere un processo di indipendenza e autodeterminazione che il popolo boliviano sta portando avanti. Il tentativo è la balcanizzazione della Bolivia e purtroppo la cosa si può allargare al resto dell’America Latina. È la guerra economica che impongono le multinazionali statunitensi e gli Stati Uniti; infatti il referendum istituzionale tenta di permettere il distacco delle zone più ricche per creare un problema economico e politico al paese, con il fine di interrompere il processo di autodeterminazione e quindi di creare il Kossovo dell’America Latina per permettere all’imperialismo economico e militare degli Stati Uniti di rafforzare la propria presenza nell’area.

Il confronto con il Partito Comunista del Venezuela

I riferimenti principali per questi incontri sono stati i movimenti chavisti che oggi si stanno unificandosi all’interno del PSUV (Partito Socialista Unificato del Venezuela). Abbiamo avuto anche degli incontri molto positivi con il Partito Comunista del Venezuela (PCV), che da sempre appoggia Chávez, ne riconosce la leadership, dà forza e aiuta questo processo di unificazione dei movimenti chavisti che fanno parte del PSUV, salvaguardando al contempo la propria storia e identità. Il PCV è un partito che rappresenta elettoralmente circa il 3%, e ha una grossa incidenza nella storia venezuelana, nelle strutture di movimento, nel sindacato e tra i lavoratori. Negli incontri con i diversi responsabili delle strutture del PCV era d’obbligo discutere del risultato elettorale che c’è stato in Italia il 13 e 14 aprile e dare una spiegazione sul fatto che la Sinistra Arcobaleno, la cosiddetta sinistra radicale, abbia subito una profonda sconfitta, proprio perché, a differenza del PCV non sono dentro la società e non ne interpretano le trasformazioni. Trasformazioni che a volte avvengono in modo diverso da quello che è il tradizionale bagaglio culturale e storico del movimento comunista. Mentre la sinistra radicale italiana ed europea si è trasformata in un apparato elettoralista e non è più nelle lotte, nei movimenti e non interpreta le trasformazioni organizzandole in termini di classe, i compagni del PCV ci hanno spiegato come insieme al PSUV e agli altri movimenti stiano cercando di integrare le tradizioni dei movimenti operai e proletari con la tradizione e la cultura locale e degli indios, svolgendo un lavoro importante di radicamento e di formazione.
Abbiamo così potuto rafforzare le relazioni con il Partito Comunista del Venezuela, relazioni che già erano intense e forti ma che attraverso il continuo dibattito si sono ancor più consolidate.

Le dinamiche sociali in atto nel Venezuela

Sempre sul piano politico è stato molto interessante capire anche le dinamiche sindacali e il processo di unità confederale in atto. Ora si sta tentando un percorso di unità sindacale anche considerando che la vecchia confederazione dei lavoratori in Venezuela era molto condizionata dall’occidente, dai poteri forti, dal consociativismo e dalla concertazione e dalla corruzione. Riaffermare tra i lavoratori un percorso per ridare una forte credibilità ad un sindacato di classe, è un gran lavoro che i compagni venezuelani stanno portando avanti con effetti positivi ed identitari tra i proletari e la classe operaia.
Abbiamo avuto il piacere di partecipare alla festa del 1 maggio, non una festa come qui in Europa e in Occidente di canti e di piazze per i concerti, ma la vera festa dei lavoratori con un corteo combattivo di centinaia di migliaia di lavoratori che ha attraversato tutta Caracas, con spezzoni di varie federazioni e categorie, con grande volontà di lotta antimperialista e per l’autodeterminazione. Continui erano gli slogan e le rivendicazioni a favore delle nazionalizzazioni; in Venezuela questo problema è centrale per i lavoratori perchè determina concretamente la riappropriazione dei mezzi di produzione . Durante il corteo tutti hanno accolto con entusiasmo le decisioni che Chavez aveva comunicato il giorno prima. Infatti il 30 aprile, all’interno del Teatro Teresa Carreño davanti a circa 1500 lavoratori, il Presidente Chavez ha ribadito l’importanza delle lotte di classe e la centralità del proletariato, della classe operaia nella costruzione della rivoluzione bolivariana socialista . In questa occasione Chávez ha firmato un decreto per un aumento del 30% monetario di tutti i salari minimi, diventando così il Venezuela il paese in America Latina con il salario minimo più alto. Inoltre c’è stato un grande aumento del salario non monetario, cioè Chavez ha riconosciuto un forte ticket alimentare per tutti i lavoratori, accompagnato alla gratuità di tutti i servizi essenziali: scuole, università, sanità ecc. Complessivamente la somma dell’aumento del salario diretto e di quello indiretto porta il salario medio minimo del Venezuela ad essere il 75% più alto delle medie latinoamericane; siamo a dei livelli ormai vicini, anzi migliori in termini complessivi di potere d’acquisto dei salari minimi europei.
Sempre durante l’incontro del 30 aprile, dopo la nazionalizzazione delle imprese del petrolio che era avvenuta qualche anno fa, Chavez ha decretato la nazionalizzazione del sistema siderurgico; questo è molto importante perché nell’Orinoco la siderurgia è un sistema strategico.

Importanti sono state anche le visite della delegazione alle Missioni di alfabetizzazione e scolarizzazione, di ospedalizzazione che si accompagnano ad un’opera di ricostruzione di quartieri in cui la vivibilità è a misura della dignità dell’uomo con tutti i servizi essenziali gratuiti. Abbiamo visitato anche i Nuclei di Sviluppo Endogeno che non sostituiscono le Missioni ma si accompagnano ad esse nei luoghi dove ci sono forti sacche di povertà ed emarginazione. Viene fatto una specie di quartiere-servizi in cui c’è una scuola, una clinica medica, un mercal ( i mercati statali a con i beni di prima necessità a prezzo politico aperti a tutti e per le quantità desiderate), un luogo per la ricreazione dei bambini e un centro anziani. Mentre le Missioni hanno un’ottica di creare le infrastrutture a medio lungo termine, i Nuclei invece risolvono il problema formativo, di socializzazione e sanitario immediato.

La Rivoluzione in corso

Negli ultimi anni siamo stati altre volte in Venezuela ma abbiamo potuto verificare sempre di più come si tratti di una rivoluzione vera che sta andando avanti con una forte caratterizzazione socialista, e come in tutte le rivoluzioni si sviluppano processi di transizione che hanno all’interno ancora una contraddizione grande - poiché la lotta di classe è viva e non può essere abrogata per decreto - in quanto c’è un’opposizione minoritaria e oligarchica che però è ancora molto potente grazie ai soldi e all’appoggio delle multinazionali statunitensi, una oligarchia che ancora oggi è presente nei settori nell’esercito, nei settori statali, nelle imprese, nell’economia, nell’informazione (giornali e televisioni); una minoranza del paese che si oppone al grande blocco sociale rivoluzionario bolivariano e cerca di riportare il paese verso l’imperialismo e il controllo statunitense.
La lotta di classe è diretta e continua, rafforzando la rivoluzione bolivariana il socialismo avanza e soprattutto quel socialismo del XXI secolo che non è una parola, una entità astratta, ma una concretezza basata sulle nazionalizzazioni, sul lavoro per tutti con un degno salario, sulla redistribuzione del reddito, sulla gratuità dei servizi, sulla centralità del movimento delle donne e degli indios, con la grande idea di integrazione continentale, perché solo con un’America Latina forte e socialista ci si può contrapporre allo strapotere dell’imperialismo.
Da parte nostra continueremo a dare pieno appoggio e solidarietà politica alla rivoluzione bolivariana socialista di Chavez e a dar forza a tutti quei paesi che si muovono lungo il percorso di costruzione del socialismo del XXI secolo.

La Rete dei Comunisti; la redazione di Nuestra America

7381