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Nicola: un altro ragazzo assassinato

(15 Maggio 2008)

Nicola è un altro ragazzo assassinato da una violenza apparentemente incomprensibile.

Per poter trovare una giustificazione plausibile che rassicurasse il corpo “sano” di una cosiddetta “città per bene” come Verona, immediatamente tutto il circo mediatico si è messo in moto alimentato da sociologi, politologi, opinionisti, esperti del nulla, commentatori di tutto e di niente, che si arrogano il diritto di dissertare, dall’alto dei loro scranni accademici, sul disagio giovanile, sulla crisi dei valori, sul bullismo dilagante, sulla logica del branco, sul fallimento delle famiglie, costruendosi così una ben remunerata visibilità sulla pelle di un ragazzo assassinato.

Questi utili idioti ci stanno mettendo tutto il loro impegno per affermare che la “politica” non c’entra nulla, che è stato un tragico episodio, una disgraziata combinazione di bullismo e prepotenza giovanile.

Ma noi sappiamo invece che questo è stato un assassinio politico perché “politico” è il branco di bastardi nazisti che lo ha aggredito e ammazzato a calci, politico è il clima di omertà e di connivenza che esiste a Verona, come ormai in tutta l’Italia, tra pezzi delle istituzioni dello stato o dei governi locali e le organizzazioni neofasciste e neonaziste.

Perché politiche sono le campagne sicuritarie che, speculando sul senso d’insicurezza per il proprio futuro dei ceti sociali più deboli, hanno seminato e fatto sedimentare razzismo e discriminazione, fomentato fobie e distribuito a piene mani paura e conseguentemente odio, contribuendo così a determinare un evidentissimo spostamento a destra dal punto di vista ideologico, culturale e comportamentale di cui queste organizzazioni neofasciste e neonaziste rappresentano solo l’aspetto più eclatante, la punta dell’iceberg.

Una punta dell’iceberg pericolosa e sempre più aggressiva, strumentale ad una logica di controllo e repressione definita a livelli molto più alti.

Oggi giornalisti e commentatori fanno finta di stupirsi quando si scoprono sul computer del giovane torturatore di un ragazzo handicappato proclami deliranti inneggianti al duce e ad Hitler, con in primo piano una croce celtica; ma quella croce celtica ripresa nei telegiornali come simbolo di orrore è identica a quella che il neo sindaco di Roma Alemanno porta al collo con fierezza, lo stesso Alemanno che mentre parla di abbandono delle ideologie rivendica con forza il sostegno dato alle bande neofasciste e neonaziste che lo hanno supportato in campagna elettorale.

Ora comprendiamo, condividiamo e sentiamo nostra la spinta alla reazione politica, alla risposta, alla difesa autorganizzata, a respingere questi rigurgiti neofascisti ed è per questo che saremo a Verona con tutto il nostro odio, ma sappiamo anche che il nemico vero è quello che sta dietro, è quello che arma questi bastardi, è quello che è ormai cosi grande che agli occhi di molti non è neanche più visibile, e forse proprio oggi, nel momento in cui in tanti hanno deciso di convivere passivamente con questo nemico, è importante dire basta.

Basta con il piangere compagni o ragazzi come Nicola assassinati, basta con le lame fasciste assassine, basta con la loro ignoranza e il loro odio.

Ma il nostro basta deve essere qualcosa che costruisce, che da alternative, che prefigura una società diversa, un basta che, a partire dalla concretezza dei bisogni dei protagonisti e delle protagoniste dei vecchi e nuovi lavori, sappia dare gambe a percorsi di aggregazione e di lotta nei territori che con una presenza quotidiana, possano strappare spazi al risorgere di pseudo culture e pratiche fascistoidi.

Percorsi radicati e radicali costanti che, a partire da una prospettiva di trasformazione radicale del presente sappiano immaginare una società di liberi e di eguali, senza più classi e sfruttamento, in cui non ci sia più traccia né spazio per discriminazioni razziali, religiose e sessuali.

CONTRO IL FASCISMO E I SUOI MANDANTI MAI UN PASSO INDIETRO

I compagni e le compagne del Csa Vittoria

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