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Bologna: sugli incidenti di sabato 18 Gennaio durante la manifestazione contro la guerra

il PRC di Casalecchio risponde al Resto del Carlino.

(23 Gennaio 2003)

Spett.le Direttore,
scrivo questa lettera a proposito dei continui articoli faziosi che sono usciti sul vostro quotidiano in merito agli incidenti successi ai margini della manifestazione per la Pace del 18 Gennaio scorso; incidenti avvenuti per un motivo ben specifico che sembra però che il vostro quotidiano tenda a minimizzare se non ad ignorare.

Mi rivolgo a lei ma anche ai firmatari della lettera che mi ha spronato a sedermi e a scrivere queste righe che, ovviamente, pregherei gentilmente di pubblicare sul vostro quotidiano; se non altro per aprire un dibattito. Mi rivolgo quindi anche ai Signori Alberto Magaroli e Claudio Rabbi estensori della lettera intitolata “pacifisti armati di spranghe” e pubblicata sul Carlino oggi 23 Gennaio;

può essere ovvio, vista la connotazione politica del Carlino (sebbene sia un giornale apartitico), che sulle vostre colonne appaia un “violenti mascherati da pacifisti” piuttosto che “reazione dei pacifisti alla provocazione di Forza Nuova”, ma ritengo fuorviante che si continui per tutta la settimana a insistere che i “Pacifisti sono dei violenti” e che “lo shopping di fine settimana è stato rovinato dai violenti”. Lo ritengo un offesa all’intelligenza dei Bolognesi e della stessa città di Bologna medaglia d’oro della Resistenza.

Può non piacere ciò che è successo e può essere stigmatizzato, ma non può passare come una “manifestazione di intolleranti” o di “giovani solo pronti a menare le mani”.

Ciò che è avvenuto a Bologna sabato ha dell’incredibile perché:

- Bologna è stata l’unica città in cui Forza Nuova ha manifestato per l’aggressione ad Adel Smith;
- Forza Nuova ha trasformato un volantinaggio in una manifestazione vera e propria (non servono 60 persone per distribuire alcune centinaia di volantini);
- L’iniziativa era una rivendicazione vera e propria dell’aggressione attuata ai danni di Adel Smith.

Non ci sono altre cose di cui parlare, tutto il resto è una conseguenza.

A Bologna qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di quello che è avvenuto; si è permesso ad una organizzazione politica dai dubbi connotati di rivendicare e “spiegare” il perché ha aggredito una persona, distribuendo un volantino che si concludeva dicendo: “Italiani aiutateci a difendervi” e bloccando una città. Cosa si può trarre da ciò? Lo chiedo a lei Direttore e lo chiedo ai Signori Magaroli e Rabbi.

Poi non voglio scendere nel merito della lettera anche perché, come si asserisce che dei giovani si affrontavano a colpi di spranghe, io posso dire il contrario, perché di spranghe non ne ho visto nemmeno una! Sul fatto che la gente scappava ed era in preda al panico io posso dire il contrario in quanto erano molte le persone che chiedevano cosa stesse succedendo ma assolutamente senza panico, preoccupate ovviamente sì. Quando alcune Vie sono chiuse da dei cordoni di Polizia con gli scudi alzati, qualcosa che non va c’è.

Ma anche i pacifisti che manifestavano erano preoccupati, ma lo erano perché ai loro figli o amici devono spiegare il perché una forza politica può scendere in piazza liberamente, protetta dalla Polizia per rivendicare di aver picchiato uno di religione opposta. E sono tutt’ora preoccupati perché il maggiore quotidiano della città ha puntato il dito sul fatto che i commercianti non avessero potuto fare guadagni a causa dei pacifisti e non si è preoccupato invece di spiegare i motivi per i quali, oltre un migliaio di persone, avevano aggiunto, oltre alla “pace”, altre proprie parole d’ordine nella manifestazione: “antifascismo” e “antirazzismo”.

In una lettera non si può ovviamente scrivere tutto quello di cui sarebbe necessario dire ma credo che ciò che ho scritto sia uno spunto per cui il vostro quotidiano possa cercare di capire un po’ di più la realtà che lo circonda.

Grazie dell’attenzione e scusate della lunghezza della lettera

Casalecchio 2003-01-23

Odorici Marco
Capogruppo consiliare
Partito della Rifondazione Comunista
Comune di Casalecchio di Reno (Bologna)

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