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Dignità operaia

Dignità operaia

(9 Marzo 2012) Enzo Apicella
Oggi sciopero generale dei metalmeccanici convocato dalla Fiom e manifestazione nazionale a Roma

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(Per un sindacato di classe)

Occorre l'unità dei lavoratori

Volantino diffuso il 17/5 all'assemblea a Milano indetta da Cub, Conf. Cobas e Sdl.

(18 Maggio 2008)

Senza pregiudiziali di tessere sindacali e senza settarismi di sigla, per continuare realmente le lotte, per costruire mobilitazioni che durino nel tempo, per riuscire a contrastare questo governo che usa la criminalizzazione degli immigrati per distrarre i lavoratori da uno sfruttamento sempre più pesante, per difendere e aumentare i salari e le pensioni, perchè i diritti sindacali siano patrimonio dei lavoratori (e non delle sigle sindacali) e da loro direttamente esigibili, per cancellare la precarizazzione crescente di tutti i lavori, per difendere veramente la sicurezza e la salute nei posti di lavoro, per contrastare la concertazione sempre più "a perdere" di Cgil-Cisl-Uil, che con la proposta di riforma contrattuale vogliono garantirsi di concerto con il padronato un monopolio della rappresentanza ancora più blindato.

Un'unità dei lavoratori che va costruita a partire da ogni posto di lavoro, coinvolgendo e mobilitando quanti più lavoratori possibile su obiettivi, rivendicazioni e piattaforme comuni e condivisi. Un'unità che va costruita perché duri nel tempo e si colleghi sul piano nazionale, coinvolgendo con pari dignità lavoratori iscritti o no ai sindacati, comitati di lotta, lavoratori che rompono con la concertazione, comitati presenti sul territorio, comitati per la difesa della salute e della sicurezza, centri sociali, lavoratori immigrati. Un'unità che possa gettare le basi di un'opposizione sociale di massa, anticapitalista, sindacale e politica, sia contro il governo e il padronato, sia contro il centro sinistra neoliberista che si alterna al centro destra nell'attacco ai proletari. Un'unità che non regali i lavoratori al tentativo di riciclo da parte della "sinistra radicale" che, dopo la sconfitta elettorale, cerca di "rifarsi una verginità", cercando di far scordare che in nome della "governabilità" ha appoggiato le spedizioni di guerra e l'attacco ai lavoratori condotti dal governo Prodi, contribuendo così anche al ritorno di Berlusconi.

Con quest'ottica ci siamo posti nella campagna contro lo scippo del TFR, per costituire comitati aperti che difendessero le pensioni. Con quest'ottica abbiamo sostenuto che si dovesse organizzare lo sciopero del sindacalismo di base nel novembre scorso, perché non basta uno sciopero "rituale", fatto una volta ogni sei mesi, senza una campagna e una mobilitazione unitari dei lavoratori che preparino la giornata di mobilitazione e continuino dopo di essa. Con questa concezione abbiamo impostato la lotta per il rientro in fabbrica dei nostri militanti operai licenziati ripetutamente dalla Fiat per rappresaglia politica negli stabilimenti di Arese, Pomigliano, Termoli e degli altri licenziati dal padronato. Con questa concezione abbiamo partecipato ad iniziative altrui, purché non servissero da copertura alla sigla di contratti per ottenere "diritti sindacali" o di accordi che sottoscrivessero CIG e licenziamenti. Con questa concezione siamo compartecipi di iniziative comuni con lavoratori iscritti ad altre sigle dei sindacati di base (autoferrotramvieri, Malpensa, Comune di Milano, immigrati,...).

Con questa stessa ottica, quella dell'unità dei lavoratori, dell'allargamento della lotta e delle mobilitazioni, già in aprile abbiamo chiesto formalmente a CUB/RdB, Confederazione Cobas e SdL, di costruire unitariamente l'assemblea del 17/5 a Milano e la mobilitazione contro il governo, Ma i vertici di queste tre sigle non hanno voluto che lo Slai Cobas (e altre sigle di base) ci fossero.

E' un brutto "inizio", perchè la battaglia che abbiamo di fronte sarà dura e lunga, all'interno di una quadro politico strutturato per strangolare qualsiasi opposizione sindacale e politica. Solo contrapponendo ad esso la massima unità dei lavoratori su di un terreno anticapitalista, potremmo costruire le premesse di un'opposizione sociale di massa.

Lo Slai Cobas ribadisce la propria disponibilità a costruire una mobilitazione imperniata sull'unità dal "basso", attraverso la lotta nei posti di lavoro, il collegamento degli episodi di resistenza nelle fabbriche e nelle aziende su tutto il territorio nazionale, per costruire un'opposizione anticapitalista di massa che duri nel tempo e possa divenire credibile per tutti i lavoratori.

LAVORO STABILE, SALARIO, DIRITTI
per tutti i lavoratori: italiani e immigrati

Slai Cobas
Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale

Fonte

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