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(20 Agosto 2013) Enzo Apciella

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(L'unico straniero è il capitalismo)

Il seme dell'odio

(24 Maggio 2008)

I fenomeni di isteria collettiva alle quali assistiamo attoniti in questi giorni hanno radici profonde che risiedono nel malessere generale della società nella quale viviamo.

L’attacco ai salari, alle pensioni, alla scuola, al contratto nazionale e più in generale il progressivo deterioramento delle condizioni di vita di milioni di lavoratori rispondono ad un disegno ben preciso di smantellamento dello stato sociale, in atto ormai da oltre due decenni per mano dei poteri forti, in un quadro internazionale che si prefigura quanto mai a tinte fosche.

Non ultimo il problema della sicurezza, generato dall’insicurezza stessa della società civile, incapace di ergersi a garante di se stessa, priva di punti di riferimento culturali e totalmente impreparata ad affrontare una sempre più imminente crisi economica mondiale.

In questo contesto cosi desolante le spinte xenofobe e securitarie rappresentano lo sbocco più naturale, incanalano la rabbia sociale verso i più deboli, gli emarginati, i disperati del mondo aprendo a scenari certamente non dissimili alle instaurazioni delle dittature europee avvenute a cavallo degli ultimi due conflitti mondiali.

I campi Rom bruciati a Napoli, ad Opera, le molotov scagliate contro le abitazioni di rumeni, il linciaggio mediatico messo scientemente in atto da ampi settori dell’informazione, e non ultimo, il barbaro assassinio fascista di un ragazzo, questo si, italiano, nella Verona “perbene” del sindaco leghista Tosi, rappresentano soltanto la punta dell’iceberg di una pericolosa deriva razzista, che è storicamente ciclica, allorquando vi è un sostanziale arretramento del diritto al lavoro, alla casa, allo studio e più in generale dei diritti civili.

Assistiamo cosi alla squallida pantomima di tutte le forze istituzionali, ormai definitivamente omologate, ed all’altrettanto grave e colpevole silenzio della sinistra un tempo detta “radicale” uscita a pezzi dall’ultima tornata elettorale proprio perché incapace di comprendere le istanze della società contemporanea, troppo preoccupata di sopravvivere nell’alveo delle istituzioni che non tra i lavoratori.

Un paese che si dichiara “civile” non può essere connivente e partecipare colpevolmente a questo scempio, oppure sbandierare, a dire il vero come fanno in pochissimi ormai, un antirazzismo di facciata per poi tradirlo nei fatti.

Non ci si può più nascondere. Non si può far finta di non vedere.

Perché quello che oggi è l’attacco al migrante domani diverrà un attacco a più ampio raggio alle classi subalterne o a settori di essa, in una logica di continua divisione del mondo del lavoro, italiani contro stranieri, pubblico contro privato, giovani contro pensionati, operai del nord contro quelli del sud.

Per questa ragione e per altre, rivendichiamo il diritto da parte di tutti i lavoratori, di qualsiasi colore e nazionalità, di tutti i cittadini onesti, ad unirsi in una vertenza generale per il lavoro, contro l’ideologismo razzista, contro l’omologazione culturale, per il diritto alla casa, ad una scuola pubblica moderna e funzionante ed alla difesa dei valori laici dello stato.

Ora come non mai è fondamentale e necessario rialzare la testa.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Sezione Lodigiano – Sud Milano

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