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(11 Luglio 2012) Enzo Apicella

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(Imperialismo e guerra)

Per conoscere la verità sulla occupazione italiana dei Balcani.

(30 Maggio 2008)

Nonostante il trascorrere del tempo, la storia delle occupazioni militari italiane durante il periodo fascista e, soprattutto, la seconda guerra mondiale, è ancora in buona parte da scrivere; ciò che domina la rappresentazione collettiva di quegli eventi è la mistificazione del soldato italiano come “buono”, umano, in particolar modo in riferimento al sanguinario tedesco.

Se questo è vero per le operazioni condotte in Africa, lo è ancor di più per l’invasione della penisola balcanica. Mentre, infatti, sulle vicende libiche ed etiopiche è emerso qualche pezzo di verità, grazie all’opera di storici quali Angelo Del Boca e alla notorietà di personaggi quali il maresciallo Graziani, dei crimini commessi in Grecia, Albania e Iugoslavia nulla resta, anzi viene data evidenza solamente all’eroico episodio della resistenza di un manipolo di soldati italiani ai nazisti in quel di Cefalonia, o ad elementi “folkloristici”, riassunti nella denominazione data dagli inglesi all’esercito italiano di “Armata S’agapò” (in greco ti amo, a sottolineare l’arte amatoria – piuttosto che quella militare – dei nostri militi).

Proprio quest’ultimo riferimento permette di bene illustrare il clima fortemente censorio che grava e ha gravato su questi avvenimenti. Infatti, nel 1953 il critico cinematografico Renzo Renzi scrive un soggetto intitolato L’armata S’agapò, sull’occupazione della Grecia da parte dell’esercito italiano, facendo emergere che i soldati nostrani costrinsero alla prostituzione molte donne greche; lui e Guido Aristarco, direttore responsabile della rivista su cui viene pubblicato l’articolo, finiscono in galera e subiscono un processo da parte del Tribunale militare di Milano, per vilipendio delle Forze Armate!

Ma l’oscurantismo e l’omissione delle verità scomode continuano ancor oggi e con un fine ben preciso: mascherare il vero volto delle ODIERNE missioni militari, presentandole come “missioni di pace” e umanitarie, e facendo loro vestire i grotteschi panni del soldato italiano che distribuisce caramelle ai bambini afgani. La verità è un’altra: si tratta di vere e proprie missioni di guerra, come lo erano quelle del passato fascista! Non sono troppo dissimili nemmeno gli obiettivi, di natura economico-strategica.

Restando nell’area balcanica, l’Italia ha instaurato un vero e proprio protettorato de facto sull’Albania, terra di conquista per le imprese nostrane.

E’ questa la chiave per comprendere la scelta italiana, e di D’Alema in particolare, di appoggiare la cosiddetta “indipendenza” del Kosovo – in realtà avamposto militare statunitense verso l’area eurasiatica – e riconoscere fulmineamente il nuovo stato, filoalbanese.

Le stesse missioni in Afghanistan, Libano e in altre parti del mondo non sono nient’altro che imprese imperialiste, con cui lo stato italiano partecipa – non solo in funzione di stampella alla politica estera statunitense, ma con interessi propri – all’occupazione di paesi posti in siti nevralgici del pianeta. In questo modo, si favorisce la penetrazione in aree ridotte a bacini di manodopera a bassissimo costo, a fornitrici coatte di materie e risorse energetiche e a mercati per le industrie del Belpaese: basti pensare agli interessi dell’ENI in campo petrolifero.

Fare luce sui crimini compiuti nel passato dai soldati italiani (stupri, massacri, incendi di interi villaggi, reclusione della popolazione in campi di concentramento), con il contributo di giovani storici che, con coraggio, rompono con anni di silenzio e di conformismo, rimanda dunque ad una finalità politica: quella di demistificare l’immagine buonista e umanitaria di cui sono tuttora ammantati gli interventi militari all’estero, per svelare e comprendere gli interessi che vi stanno alla base.

Conoscere il passato per contrastare la demagogia patriottica del presente, funzionale ad uno scenario di guerra permanente!

Ne discutiamo martedì 3 giugno, alle ore 18, nella Sede di via Efeso 2a (Zona San Paolo).

Interverrà: Davide Conti, autore del libro L’occupazione italiana dei Balcani. Tra crimini di guerra e mito della brava gente (1940-1943)

Collettivo Comunista di Via Efeso
http://www.viaefeso.org

Corrispondenze Metropolitane
cmetropolitane@yahoo.it

Villa Mirafiori in mobilitazione (collettivo di Filosofia e Lingue – la Sapienza)
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