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(1 Giugno 2008)
Le continue campagne diffamatorie nei confronti dei dipendenti pubblici additati al pubblico scherno, nascondono in realtà una volontà politica “liquidatoria” della pubblica amministrazione, delle funzioni e dei servizi che garantisce alla collettività
Oltre 3.500.000 dipendenti pubblici stanno lavorando:
- in condizioni di sott’organico ormai strutturale grazie ai ripetuti blocchi di assunzioni e turn over;
- con procedure e regolamenti che, se applicati alla lettera, paralizzerebbero la stessa pubblica amministrazione;
- con una normativa di legge disparata, ripetitiva e sovrabbondante.
assumendosi la responsabilità di operare fuori dai regolamenti e dalle proprie mansioni per garantire servizi a quella stessa utenza che viene loro scagliata contro attraverso le campagne diffamatorie ed i disservizi strutturali attribuiti invece ai dipendenti;
- sprovvisti dei più elementari strumenti di lavoro, come carta, fotocopiatrici, garze, siringhe…;
- con carichi di lavoro spesso insopportabili, organizzazione del lavoro improvvisata e salari vicini alla soglia di povertà.
Tutto questo senza voler incidere su una reale razionalizzazione delle spese finalizzata ad offrire servizi migliori, poiché significherebbe intervenire su:
- consulenze faraoniche e inutili o addirittura dannose;
- appalti fuori controllo e senza verifica della qualità delle prestazioni erogate;
- esternalizzazioni di intere funzioni pubbliche e servizi senza possibilità di verifica qualitativa e di costo reale e non solo formale;
- acquisti di pessima qualità e convenienti solo per chi vende.
Qual è il vero obiettivo della denigrazione del pubblico dipendente ?
Perché in questo Paese denunciare come funziona la pubblica amministrazione è oggetto di procedimento disciplinare e denuncia per diffamazione e lesione di immagine, se a denunciare è un dipendente pubblico, mentre diffamare 3.500.000 dipendenti pubblici non comporta alcun reato?
La grande intuizione della produttività come parametro di valutazione funzionale, serve solo a nascondere una feroce flessibilità lavorativa, professionale, contrattuale, salariale, normativa. Serve cioè a rendere più precarie le condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti pubblici e a diminuire i servizi forniti ai cittadini.
RIVENDICHIAMO DIGNITA’, GARANZIE DI SALARIO,
RUOLO SOCIALE E PROFESSIONALITA’ DEI DIPENDENTI PUBBLICI
Lottiamo per una pubblica amministrazione efficiente, per un suo ruolo e funzione come elemento di garanzia dello stato sociale, dei diritti universali e collettivi.
31 maggio 2008
COBAS Sanità Venezia
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