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il pane e le rose

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I pianti del coccodrillo della “Sinistra Radicale”.

(22 Aprile 2008)

Nella continua altalena di ruoli che i diversi ceti politici di marca piu’ o meno confindustriale e finanziaria si scambiano alla guida del paese, spicca un dato significativo: nel prossimo parlamento non ci sara’ alcuna rappresentanza politica che tradizionalmente possa essere definita vicina direttamente al mondo del lavoro.

I quattro partiti della cosiddetta sinistra” radicale” o a volte “antagonista”(rispetto a cosa sarebbe curioso saperlo!) spariscono (anche) dalle rappresentanze istituzionali, sancendo in questo modo un’assoluta sconfitta di linea politica dei loro gruppi dirigenti e soprattutto facendo registrare una novita’ storica del tutto inaspettata a pochi giorni dal voto.

Non si tratta di un incidente di percorso, di un malinteso con un elettorato “stanco” o come si sente dire di un frazionamento del voto legato al fenomeno astensionistico. Si tratta dell’esito ineludibile di una condotta politica profondamente antitetica rispetto alle ragioni che a parole si dovevano ben rappresentare.

Si riparte da zero; questo si sente dire da moltissimi esponenti che con grande energia negli anni scorsi hanno appoggiato nei fatti qualsiasi manovra del passato governo Prodi (tagli alla scuola, alla sanita’, all’istruzione, agli enti locali, aumento di spese militari, abbattimento del cuneo fiscale a imprese, banche, finanziarie ecc) ed ora si ripropongono come il…nuovo. Coerenza vorrebbe che a tali buoni propositi seguissero fatti conseguenti. Si deve ripartire da zero? Ed allora si tenti di cambiare dapprima tutto quel materiale umano che ha negli anni prodotto questo disastro,indi di capovolgere letteralmente l’intero baricentro politico che vede troppi di questi signori annidati localmente in tutta Italia tra presidenze, giunte, assessorati, consigli di municipalita’ e quant’altro, con chi non li ha nemmeno accettati in una comune lista elettorale per le elezioni politiche nazionali. Ci sara’ il coraggio di farlo pur rimanendo limitatamente nell’ambito ricostituente di una forza socialdemocratica?

Credo fermamente di no. Se da una parte si grida alla rovina della “sinistra” dall’altra troppi di questi uomini e donne continuano a dormire sonni piu’ che tranquilli a braccetto con le stesse forze politiche di ieri . Roma ne e’ l’esempio piu’ eclatante: Veltroni, l’ex primo-cittadino amico dei palazzinari romani ha mantenuto con la sinistra “radicale” un ottimo rapporto e lo stesso Rutelli, neocandidato sindaco della capitale puo’ gia’ godere dell’ appoggio inossidabile di tutta questa parte della sinistra ormai orfana di punti di riferimento solidi ed adeguati e ridotta a mera appendice di sinistra del Partito Democratico.

Il punto piu’ basso nella campagna elettorale per il sindaco capitolino lo ha comunque raggiunto Ingrao,(S.A) implorando l’elettorato “comunista” di votare per l’ex esponente dei verdi oramai svezzato alla corte vaticana.

Oltre alla provincia anche qui a Venezia non mancano esempi altamente negativi con esponenti “Arcobaleno” che a livello di giunta comunale, nella loro profonda ambiguita’, sostengono una posizione ed in quelle delle diverse municipalita’ un’altra ancora.

E quindi, tratte le debite conseguenze, di cosa ci si meraviglia?

Tornando ad un’analisi generale non si puo’ parlare di pace nei giorni di festa e dopo al governo approvare miriadi di miliardi di euro per rispondere alle esigenze dell’imperialismo italiano oggi piu’ aggressivo che mai.

Si diceva: meglio buttar giu’ qualche boccone amaro altrimenti torna Berlusconi.

Berlusconi e’ tornato e la cosa che piu’ emerge e’ quella che, nei due anni passati, le politiche della vecchia destra sono state tutte sostanzialmente mantenute con l’aggravante dell’appoggio diretto di diverse sigle sindacali all’interno di un percorso in cui soprattutto la CGIL dovrebbe fare piu’ di qualche riflessione.

Davanti a noi si aprono scenari di lunga lotta, impegno e sacrificio.

Compito primario e’ quello di ricostruire una cultura operaia e comunista oramai prostituita da tempo da partiti fallimentari e svenduta all’altare della governabilita’ ad ogni costo.

Si tratta, dunque, di dare risposte serie di organizzazione e di rappresentanza alle esigenze che una classe storicamente ci richiede. Noi, in tutti questi processi, cercheremo di esserci sempre, con la forza del nostro progetto, oggi piu’ necessario ed attuale che mai.

Enrico Pellegrini
PARTITO di ALTERNATIVA COMUNISTA

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