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Parma: lavoro e dignità

Assemblea con gli operai Fiat

(29 Gennaio 2003)

SABATO 1 FEBBRAIO 2003 - ORE 15
SALA U. ADORNI - P.LE ALLENDE 1 PARMA

INTERVERRANNO

VINCENZO LILLIU (SLAI-COBAS), OPERAIO ALFA ARESE FRANCESCO FICIARÀ (ASSOCIAZIONE PER LA LIBERAZIONE DEGLI OPERAI), OPERAIO FIAT NEW HOLLAND MODENA ORLANDO MEVIGLIA (FIOM), OPERAIO MINARELLI BOLOGNA


"Lavoro e dignità" sono le parole d'ordine che da oltre due mesi attraversano da nord a sud tutti gli stabilimenti del gruppo fiat, coinvolti nella più lunga e dura mobilitazione di questi ultimi venti anni per la salvaguardia dell'occupazione.

Nonostante ciò, la lotta dei lavoratori non ha ancora impedito la ristrutturazione e la graduale chiusura di alcuni stabilimenti (termini imerese, cassino, arese), dettate dalla multinazionale general motors di concerto con casa agnelli.

Di supporto alle manovre "salva-crisi" del lingotto è sceso in campo, come da copione, il premier Silvio Berlusconi, che con la disinvoltura degna di un trasformista si è spogliato dei panni del presidente operaio per indossare quelli del presidente padrone, etichettando i manifestanti come degli incivili e i cassaintegrati come dei privilegiati.
Queste dichiarazioni, tendenti a dividere i lavoratori in lotta, hanno preparato il terreno per sferrare un attacco frontale alle condizioni materiali degli operai Fiat.

Infatti, l'accordo bilaterale tra governo e azienda, siglato il 5.12.2002, ha previsto l'uscita di 5.600 lavoratori in cassa integrazione straordinaria, senza certezza per il loro rientro, e l'ipotetica riapertura di Cassino e Termini I. verso la fine del 2003 a condizione che i lavoratori accettino l'aumento della flessibilità oraria e la riduzione del reddito sull'esempio dello stabilimento di melfi.
Sulla carta viene mantenuto il settore della progettazione all'alfa di arese, soluzione mistificatoria che fa a pugni con la realtà, in quanto l'area è già stata venduta e destinata a polo logistico gestito da un'altra multinazionale americana (Aig-Lincoln).

La volontà dei lavoratori di resistere ad un attacco di questa portata, con il perdurare degli scioperi e dei blocchi stradali, ha fatto emergere almeno due contraddizioni: una interna al fronte borghese, l'altra in seno al movimento dei lavoratori.

La prima è rappresentata dalla rottura tra l'esecutivo ed i suoi referenti a livello regionale, quali Formigoni (presidente della regione lombardia) e Cufferro (presidente della regione sicilia).
In maniera strumentale questi ultimi hanno scelto di schierarsi con i lavoratori imbastendo un'alleanza trasversale anche con esponenti del centro sinistra in difesa degli interessi locali, soprattutto in vista di una riqualificazione speculativa delle aree dismesse.

La seconda contraddizione, la più importante che lo scontro in atto ha evidenziato, è la crisi delle relazioni sindacali gestite dalla "triplice" (CGIL, CISL e UIL), a partire dalla qualità totale degli anni ottanta fino al patto per l'Italia del 2002, passando per gli accordi capestro del 1992-1993; tali negoziati erano volti al mantenimento della pace sociale rigettando il conflitto di classe nel nome dell'interesse nazionale.
Oggi gli operai che hanno prodotto diversi livelli di mobilitazione non lo hanno fatto certo per le sorti delle loro regioni di appartenenza o per far aumentare le capacità contrattuali di CGIL, CISL e UIL, ma piuttosto la questione che pongono è quella del reddito, del diritto ad una sopravvivenza decente ed il rifiuto ad essere considerati come variabili dipendenti delle leggi dell’economia.
Questa refrattarietà alla sottomissione alle regole del gioco ed il porsi come soggetto sociale traccia il percorso per una mobilitazione generale che afferma l'autonomia degli interessi dei lavoratori rispetto agli avversari di sempre, in primo luogo alla famiglia agnelli che si allontana dal settore dell'auto, portandosi dietro una massa imponente di denaro pubblico che ha ricevuto nei decenni dai governi passati e presenti.

promuovono:
'Lavoro Informazione' foglio di lotta e di organizzazione per le lavoratrici e i lavoratori a Parma;
Giovani Comunisti Parma;
Ateneo Libertario,
Confederazione Unitaria di Base - RdB Parma.

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