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(25 Maggio 2008)
La relazione del nuovo presidente della Federmeccanica, Pier Luigi Ceccardi, chiarisce perfettamente cosa intendono gli industriali per riforma del sistema contrattuale. Infatti, testualmente recita:
"E' per questo che Confindustria, e Federmeccanica con essa, chiede da tempo e con forza di ridefinire il peso dei livelli di contrattazione a favore di quello aziendale. Ridefinire il peso, ovviamente, non può significare mantenere il contratto nazionale sostanzialmente così com'è ed aumentare il ruolo di quello aziendale; si tratta di liberare risorse oggi amministrate in modo non efficiente dal contratto nazionale per renderle disponibili a livello di impresa, dove è possibile gestire in modo economicamente virtuoso il rapporto tra retribuzione, risultati aziendali, prestazioni individuali."
Le parole sono chiare e non equivocabili. Si tratta di ridurre il già scarso salario del contratto nazionale per lasciare in mano alle imprese più soldi da distribuire a chi vogliono, quando vogliono. Non si vuole affatto aumentare la contrattazione in azienda, ma il salario individuale, solo per alcuni, pagato dalla riduzione del salario nazionale garantito a tutti.
A questo punto non ci sono più dubbi: la Confindustria si siede al tavolo della riforma contrattuale per smantellare il contratto nazionale e lo dice esplicitamente. Impostata così la trattativa è solo a perdere. Chi pensa altre cose o si illude, o è disponibile a trattare su queste basi.
Roma, 22 maggio 2008
Rete28Aprile
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