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(31 Gennaio 2011) Enzo Apicella
Napoli: 14 indagati eccellenti, tra cui Antonio Bassolino, per lo sversamento del percolato delle discariche in mare

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    Omicidi eccellenti

    (3 Giugno 2008)

    Certo dà molto da pensare che Michele Orsi, l’imprenditore dei rifiuti assassinato che accusava i clan camorristi e i politici (in particolare il deputato Landolfi di An), e che tra pochi giorni doveva testimoniare nel processo contro i clan dei casalesi, fosse stato lasciato senza scorta e abitasse normalmente nella sua casa di Casal di Principe, in provincia di Caserta, città dominata dagli stessi clan.
    Non doveva essere difficile pensare di trasferirlo con la famiglia fuori dalla Campania, per quei pochi giorni che mancavano alla sua testimonianza nel processo. Questo assassinio annunciato getta una pesantissima ombra sull’intreccio tra politica, mafia e affari, di cui Orsi era l’anello di congiunzione o, come dice Roberto Saviano, il Salvo Lima della camorra.
    Una cosa è certa, che nella nostra splendida democrazia, la casa di tutte le libertà, chi tocca l’intreccio mafia-politica, certamente non muore nel suo letto e ciò rende impossibile qualsiasi speranza di liberare il Sud dell’Italia dal controllo criminale del territorio e di tutte le attività produttive.
    La zona grigia di sospetto si estende anche alle istituzioni che avevano il dovere di proteggere il pentito Orsi e se la complicità con i clan si estende a questo livello, il messaggio che arriva alla società civile è quello di chinare la testa a tutte le prepotenze.
    La cosa sicura è che di fronte ad un omicidio di questo peso, stranamente, non si parla né di esercito, né di presenza massiccia di forze di polizia, che però si trovano per dare addosso a chi non vuole discariche nel proprio territorio, giustamente, perché è un modo primitivo di affrontare e risolvere la questione rifiuti, contro gente che, come ieri a Chiaiano, chiedeva ragionevolmente di organizzare la raccolta differenziata dei rifiuti, invece di fare discariche e inceneritori.
    Da ventanni la politica delle discariche, controllate dalla camorra, coincide con quella dello Stato, anche se tutti sanno che i rifiuti tossici e nocivi affidati dai padroni leghisti del Nord ai camorristi, sono stati sversati nottetempo e abusivamente nelle discariche “legali” e tutti i territori vicini alle discariche e le falde acquifere sono gravemente compromessi.
    Se dovessi scegliere contro chi alzare il “pugno di ferro” di cui parla la destra, non me la prenderei con chi non vuole le discariche, ma lo userei contro chi controlla il territorio con la prepotenza e spera che si facciano altre discariche, perché l’affare rifiuti possa continuare in eterno.
    Come al solito, vi sono due scuole di pensiero che non possono mai incontrarsi: una è quella di andare alla radice del problema differenziando, raccogliendo porta a porta, riciclando al 100% con impianti moderni ed efficienti, l’altra è quella di continuare sulla strada che fa comodo ai camorristi che controllano il territorio, ossia le discariche dove verrà gettato di tutto, e i famosi termovalorizzatori in mano a grossi gruppi industriali che faranno dei rifiuti un affare. Alle spalle della salute pubblica e del riscaldamento globale, visto che bruceranno 24 ore su 24 con produzione di Co2 ed effetto serra, oltre al 30% di ceneri tossiche e alle cancerogene particelle sottili.
    Giudicate voi chi sono i barbari!
    Vorrei fare un appello a quelle decine di migliaia di persone delle Onlus che vanno in giro per il mondo a diffondere la democrazia e portare aiuti: guardate che qui c’è mezza Italia sotto la dittatura dei criminali e forse sarebbe più giusto risolvere prima questo problema a casa nostra, prima di andarsi a proporre per il mondo come modello di civiltà e democrazia.
    Magari aiutati in questo compito dalle migliaia di soldati che abbiamo in Libano e in Afghanistan.

    Paolo De Gregorio

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