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(30 Settembre 2010) Enzo Apicella
Terzigno: una nuova discarica nel territorio di produzione del Lacryma Christi

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Sara' un intifada della monnezza

dichiarazione di uno dei manifestanti di Chiaiano

(7 Giugno 2008)

La lotta delle masse popolari campane contro le costruzioni delle discariche è stata uno dei punti cruciali della fase discendente del governo Prodi, criticato dal centrodestra e da ampi strati della borghesia come incapace di imporre discariche e inceneritori, nonostante la nomina a commissario straordinario del boia di Genova, l'ex capo della polizia De Gennaro.

In sede di campagna elettorale sia Veltroni che Berlusconi hanno posto come unica via possibile per far fronte all'emergenza quella dello scontro violento con le mobilitazioni, indicate come la vera causa del disastro della città di Napoli. Così, al suo insediamento, il nuovo esecutivo si è da subito prodigato ad approvare il nuovo decreto sui rifiuti che impone l'apertura di dieci discariche e quattro inceneritori che devasterebbe ampie aree della Campania. Per vincere la lotta di massa ha posto l'esercito a guardia delle discariche, ha stabilito la galera fino ad un anno per chi partecipa alle proteste e fino a cinque per chi le promuove. Inoltre, affidando alla procura di Napoli il ruolo di tribunale speciale, ha riabilitato un istituto fondamentale del fascismo storico.

Ma la rabbia popolare non si è fermata, anzi si dimostra sempre più determinata. Da settimane continua il presidio popolare permanente a Chiaiano contro l'annunciata apertura della discarica che dovrebbe ospitare ben 700.000 tonnellate di immondizia prodotta e accumulata a Napoli e provincia. Questi giorni di picchetti sono stati contrassegnati da violentissimi scontri con la polizia che si è trovata di fronte la straordinaria capacità di resistenza della popolazione locale, decisa a impedire che il territorio in cui vive venga ridotto a capro espiatorio della gigantesca speculazione statale, capitalistica e camorristica sui rifiuti. Domenica primo giugno si è inoltre svolta una grande manifestazione nazionale che ha visto una massiccia partecipazione solidale dal resto d'Italia, soprattutto da parte delle realtà popolari in lotta contro progetti ugualmente devastanti come la Tav e la base americana di Vicenza, e dalla quale hanno dovuto tenersi lontani i politicanti sempre in cerca di strumentalizzazioni.

Contemporaneamente, si è scatenata ancor più la campagna mediatica atta ad isolare e criminalizzare la lotta e nascondere vigliaccamente la natura e i reali colpevoli di questo malessere popolare.

Il popolo campano oramai è stremato da una emergenza quindicinale che ha portato a riempire le strade dei quartieri popolari d'immondizia e le discariche a due passi dalle abitazioni.

Un'emergenza figlia di una gestione camorristica e assassina da parte della amministrazioni interessate soltanto a gonfiarsi le tasche dei profitti del grande business dei rifiuti, specialmente quelli tossici.

Un'emergenza generata dalla borghesia del Nord, oggi con la bocca piena di razzismo antimeridionale e invocante la repressione, la quale ha utilizzato la Campania come grande discarica per le sue aziende, approfittando dei costi minimi di uno smaltimento dei rifiuti che, di fatto, si risolveva nel disseminarli sul territorio.

Un'emergenza che è figlia di una delle contraddizioni più devastanti dal punto di vista ambientale che il sistema capitalista genera: quella della produzione continua di rifiuti. Solo una razionalizzazione della produzione, possibile attraverso il superamento del profitto borghese e la costruzione del socialismo, può fermare questo spreco continuo di forze produttive e valore e il conseguente avvelenamento del pianeta.

La rabbia del popolo campano ha spazzato via ogni barriera dei sindacati e partiti istituzionale che ormai ottengono soltanto il netto rifiuto verso le solite soluzioni conciliatrici capaci solo di portare le lotte verso la sconfitta. Un rifiuto delle istituzioni che si traduce nel coraggio e nella determinazione con cui vengono affrontati gli sbirri.

In questo scenario i comunisti e le genuine forze di classe devono cercare di essere all'interno delle masse e indirizzare la lotta contro l'intero sistema capitalista, sviluppando la direzione proletaria e chiudendo ogni spazio d'infiltrazione da parte dei fascisti o di frange borghesi (come quelle camorriste) interessate per scopi economici propri a scontrarsi con le manovre del governo.

Soltanto così possiamo evitare che una situazione di lotta venga sconfitta, strumentalizzata o addirittura trascinata verso la reazione.

SOLIDARIETA' ALLA LOTTA DELLE MASSE POPOLARI CAMPANE! BASTA DEVASTAZIONE AMBIENTALE, BASTA REPRESSIONE, BASTA CAPITALISMO!

IL VERO RIFIUTO DELLA STORIA SONO I PADRONI E I DEVASTATORI, SI PRENDANO LA MONNEZZA NELLE LORO VILLE, COSTRUITE SFRUTTANDO E AVVELENANDO!

Collettivo Tazebao – per la propaganda comunista

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