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(30 Gennaio 2003)
Una larghissima parte dei veneti, degli italiani, degli europei non vuole la guerra. Essa porterà disagi economici a non finire in una situazione già compromessa. Nella stessa maggioranza di governo affiorano contrasti. Bisogna che tutte le forze che sono contro questa guerra si manifestino con vigore al di là delle loro differenti posizioni politiche o religiose.
Per questo proponiamo una larga coalizione cittadina “ Padova contro la guerra” che sappia trascinare ampi strati della popolazione alla protesta, che sappia incidere nella realtà sociale e politica, che costringa i media ad informare sulla vera realtà veneta, che è quella delle migliaia di bandiere della pace esposte ovunque, e non dei vergognosi pestaggi agli islamici (oltretutto di comodo) organizzati in tv.
Tutti quelli che sono contro la guerra a Padova vengano alla Sala di Quartiere della ex Fornace Carotta il 6 febbraio 2003 alle ore 21, per decidere azioni comuni contro la guerra
Noi proponiamo
1) una grande manifestazione Padovana contro la guerra con la parola d’ordine: No alla guerra all’Iraq - Padova contro la guerra
2) una settimana di mobilitazione 7-15 febbraio nelle scuole e nei quartieri
3) una grossa partecipazione alla manifestazione di Roma del 15 gennaio
4) una mobilitazione permanente nei pressi dei siti che dovrebbero essere ceduti agli americani, o che già sono loro (come il sistema radar sul Monte Venda o l’aeroporto di Istrana), usati per rifornire i bombardieri strategici che dovrebbero rovesciare da 300 a 500 missili Cruise al giorno sulle città irachene. Se impediamo che l’Italia divenga una portaerei degli Americani, questi ultimi, che hanno già problemi con Francesi e Tedeschi, si troveranno ad affrontare ulteriori difficoltà.
Le cause della guerra sono evidenti a tutti noi. Il sistema economico e sociale “americano” è entrato in una nuova crisi generale da cui vuol uscire, scatenando la guerra ed arraffando il petrolio del Medio Oriente e del Caspio. Somme enormi vengono così gettate nella guerra, mentre si licenzia, e si abbassa il tenore di vita di tanta parte di cittadini.
L’umanità intera con questa guerra, che dovrebbe durare un’intera generazione, viene portata sull’orlo dell’abisso. Bisogna reagire!
Bush sta dispiegando le sue forze e quelle dei suoi alleati contro l’Iraq, una battaglia che prevede nelle prime settimane mezzo milione di vittime, in grandissima parte civili, in aggiunta al milione e mezzo di vittime prodotte da 12 anni di embargo. Impediamo questo nuovo massacro. Dispieghiamo anche noi le nostre forze. Alla guerra infinita rispondiamo con una resistenza altrettanto globale, universale e nello stesso tempo popolare, ramificata, multiforme.
Già il 18 di gennaio in tutto il mondo, a Washington in centinaia di migliaia, come in molte altre città del mondo, come a Vicenza in migliaia, abbiamo manifestato uniti. Tuttavia i nostri mezzi di “informazione” hanno vergognosamente quasi ignorata la valenza di una così intensa mobilitazione. Diffondiamo adesso la protesta, ognuno può fare qualcosa, esporre una bandiera, inviare un messaggio sms, fare una scritta, parlare coi propri colleghi nei posti di lavoro, esporre un manifesto, uno striscione, chiedere assemblee, parlare alle radio. Formiamo una rete, costruiamo comitati di quartiere, di paese, di città.
Venetocontroguerra - answer Veneto (act now against war and end racism – agisci ora contro la guerra e per far finire il razzismo
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