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Rifiuti padani e sanità Dracula

(12 Giugno 2008)

Dice il direttore di Avvenire Dino Boffo: “sì il mio Nord l’ha combinata grossa. Ha scaricato su altri quello che non vuole per sé e i propri figli. Ha accettato proposte infami di mediatori infami”.

Questa che sembrerebbe l’autocritica di uno del Nord, a proposito dei rifiuti tossici affidati alla camorra, mi sembra che in realtà sia una mezza assoluzione e quelle carogne di industriali, già straricchi, sembrano essere stati convinti da cattivi amici camorristi a non riciclare correttamente le loro scorie.

Io penso invece che questo agire criminale sia un vero e proprio SISTEMA, noto a tutti da anni, che ha la sua scaturigine nella avidità dei capitalisti e non nella disponibilità di napoletani camorristi a compiere questo delitto. Non solo, ma la “libera stampa”, sempre pronta a dare addosso a Di Pietro e scandalizzarsi per gli immigrati, per decenni ha nascosto questo traffico. Non ha più giornalisti d’inchiesta, ma impiegati ossequiosi alla linea del giornale e del suo padrone.

Stesso discorso vale per la S. Rita, chi dovrebbe mettere il naso e fare inchieste in luoghi privati dove la malattia è un affare e le persone vengono mutilate o uccise per ingrassare gente già ricca?

Io sono figlio di un medico e mio padre già 40 anni fa mi raccontava che a Roma, ai Parioli, alla clinica privata a Valle Giulia, si operavano persone già morenti per intascare il prezzo dell’intervento e mi raccomandava di andare solo in un ospedale pubblico se da grande avessi avuto bisogno di cure.

Rifiuti tossici e sanità Dracula, sono perle della Padania, e prosperano perché vi è una profonda omertà della stampa, che ha il suo potere più grande nella OMISSIONE, nel far finta di non vedere.

Ricordo che a MILANO ci volle uno zappatore, emigrato e sgrammaticato, del SUD, Di Pietro, per scoperchiare la fogna della corruzione politica, mentre i grandi magistrati, figli della borghesia meneghina, Beria D’Argentine su tutti,si esibivano in forbiti discorsi, erano sempre presenti alla prima della Scala, ma non toccavano mai gli interessi della loro classe, e della corruzione non si erano accorti!

Nemmeno la tentacolare “Comunione e Liberazione” che, con Formigoni controlla l’intreccio fra affari sanitari e politica (visto che è la Regione a fare le convenzioni con gli ospedali privati, S. Raffaele compreso), si era accorta di nulla, si distraggono questi ciellini, peggio dei vecchi democristiani. Credo che questa inchiesta vada estesa a tutte le cliniche convenzionate, e si prenda comunque la decisione più giusta che è quella di abolire tutte le convenzioni.

Se sei una struttura sanitaria privata devi vivere solo con quei privati che hanno i soldi per pagare e non vogliono andare in una struttura pubblica.

Questo imbroglio pubblico-privato in cui guadagnano solo i privati alle spese della Sanità pubblica deve finire e se ci fosse una opposizione decente finirebbe.

12 giugno 2008

Paolo De Gregorio

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