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Il pappagallo

(8 Giugno 2010) Enzo Apicella

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    (No basi, no guerre)

    NO del TAR alla base USA al Dal Molin

    Un altro punto a favore del movimento contro la guerra

    (24 Giugno 2008)

    Il CODACONS vicentino , in accordo con il Coordinamento dei Comitati Cittadini di Vicenza, ha vinto un’importantissima battaglia di carattere giuridico/amministrativo.
    Il TAR del Veneto ha infatti recepito il loro ricorso, ordinando la sospensione d’ogni attività all’interno dell’aeroporto.
    Il prossimo grado di giudizio sarà quello del Consiglio di Stato, il quale dovrà però deliberare su un progetto, come si legge nell’ordinanza, gravemente lesivo di norme amministrative fondamentali che regolano i rapporti tra cittadini e territorio, tra enti giuridici diversi, tra Stati che si presuppone siano reciprocamente sovrani.

    Dalla lettura del provvedimento amministrativo che sospende ogni attività all’interno dell’aeroporto vicentino emerge con estrema chiarezza l’atteggiamento con il quale gli ex governanti di centro sinistra avevano gestito la vicenda: Approssimazione, superficialità, sudditanza assoluta al potente alleato d’oltreoceano, al quale si è regalato “a voce”, senza alcun provvedimento scritto, un pezzo di territorio italiano per un insediamento di guerra di uno Stato straniero.
    Il prof. Romano Prodi, tecnocrate di fama internazionale giunto alle massime cariche del Consiglio d’Europa, dallo scranno di Presidente del Consiglio della “colonia” italiana, si era evidentemente dimenticato tutto il sapere tecnico – giuridico recepito in decenni di studi.
    L’esecutivo che lo circondava obbedì silente allo scempio messo in evidenza oggi, grazie alla pervicace resistenza del Coordinamento dei Comitati Cittadini di Vicenza.

    Le reazioni governative alla sentenza del TAR del Veneto, espresse con lo stile dell’ex picchiatore nero di San Babila Ignazio La Russa, oggi Ministro della Difesa, ci dicono che questa è una nuova vittoria del movimento vicentino, da salvaguardare e valorizzare.
    I governanti d’oggi, in continuità con quelli di ieri, tenteranno ogni tipo d’escamotage per neutralizzare l’attuale sospensione dei lavori al Dal Molin, motivo di profondo imbarazzo e potenziale crisi nei rapporti con l’alleato d’oltreoceano.
    Negli ultimi anni gli U.S.A. in cambio delle laute concessioni ottenute nella penisola, hanno aperto le porte alla diplomazia, all’esercito, alle industrie italiane nell’area euro asiatica e mediorientale, persino nei mercati d’armi statunitensi. Come molte altre volte nella storia recente, i signori della guerra a stelle e strisce presenteranno il conto e pretenderanno il saldo.

    Dopo lo shock post elettorale d’aprile, con la morte politica di chi ha condiviso dagli scranni del Governo scelte di subalternità bellicista, il movimento contro la guerra nel nostro paese ha battuto diversi colpi, forti e chiari, a dimostrazione di una vitalità costruita in anni di lotte, sul terreno della indipendenza da quel quadro politico spazzato via dal Parlamento.
    La grande manifestazione del 10 maggio a Torino contro il tentativo di legittimare lo Stato bellicista d’Israele alla fiera del libro, la mobilitazione nazionale contro la presenza di Bush in Italia lo scorso 11 giugno, il positivo ricorso al TAR dei Comitati vicentini contro la base al Dal Molin rappresentano tasselli di un prezioso mosaico di resistenza alle politiche di guerra.

    La militarizzazione dei territori in atto con lo schieramento dei militari nelle aree metropolitane, i venti di guerra che continuano a spirare forti nell’area euro asiatica e medio orientale, l’obiettivo del governo Berlusconi di un ulteriore aumento del budget della Difesa, ci dicono della grande responsabilità che compete al movimento contro la guerra nello scenario politico italiano.

    La vittoria di Vicenza è un buon segnale di presenza attiva, propositiva e riaggregativa di coloro i quali mai hanno fatto un passo indietro dalla parola d’ordine del “No alla guerra senza se e senza ma”.

    La Rete nazionale Disarmiamoli!
    http://www.disarmiamoli.org

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