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Costa: mai più a Vicenza

(3 Luglio 2008)

La pubblicazione della lettera di Paolo Costa, indirizzata all’allora ministro della Difesa, la dice lunga sulle menzogne che questi signori hanno cercato di contrabbandare per imporre il Dal Molin. Per quel che ci riguarda, il signor Costa è formalmente persona non gradita.

Adesso si capisce perché, alcuni giorni fa, l’ambasciatore statunitense e il padano Stefano Stefani lodassero apertamente le gesta di quell’infido personaggio che risponde al nome di Paolo Costa. Lo si capisce leggendo la lettera che lo stesso Costa ha inviato all’allora ministro Parisi, un vero e proprio capolavoro di sfacciataggine e arroganza, di senso d’impunità. Voleva prenderci per fessi, voleva “eliminare alla radice” la nostra sacrosanta protesta contro un progetto insensato e devastante. Per farlo, qualsiasi trucco e sotterfugio andava bene. La comunità locale ha ragione a protestare perché verrebbe distrutta “l’ultima grande area verde della città”? Non c’è problema, nella lettera lo stesso Costa suggerisce di adottare una delibera del consiglio dei ministri che dichiari il Dal Molin "opera di sicurezza nazionale", impedendo l'istituzione del procedimento di Valutazione d’Impatto Ambientale, aggiungendo magari qualche regaluccio per “ricompensare Vicenza per questo suo sacrificio” et voilà, il gioco è fatto. A proposito di VIA, procedura che serve a tutelare il territorio e le risorse da progetti impattanti come quello del Dal Molin, per Costa rappresenta “un’insidia fin troppo evidente alla possibilità di procedere in tempi definiti” (le preoccupazioni degli abitanti per il loro territorio? E chissenefrega). Questo satrapo post-litteram, questo scadente prestigiatore da circo di periferia, forse pensava di ingannare i vicentini con qualche squallido trucchetto, con una rinnovata versione del gioco delle tre carte, come capita di vedere in qualche autogrill. Questo arrogante bellimbusto pensava che il nostro festival, organizzato a settembre dell’anno scorso, fosse “l’ultima manifestazione di un dissenso sostenuto anche localmente”: come direbbe il principe De Curtis, ma mi faccia il piacere. Noi siamo ancora qui, come abbiamo dimostrato anche in questi giorni coi blocchi al Dal Molin e con la manifestazione di migliaia di vicentini.
A questo sgradevole individuo noi ribadiamo solo una cosa: è una persona sgradita, colpevole di voler imporre manu militari questa base, e pertanto ci auguriamo di non vederlo più circolare nella nostra città.

Vicenza, 2 luglio 2008

Presidio Permanente No Dal Molin

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