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Comunisti Uniti? Sì, ma lasciando a casa i burocrati della catastrofe

(6 Luglio 2008)

Alla vigilia di due importanti Congressi, quello di Rifondazione e quello dei Comunisti Italiani, abbiamo due certezze.
La prima, positiva, è data dalla definitiva uscita di scena del prudhoniano Bertinotti, mentore del socialismo utopico, liquidatore dell'analisi scientifica e della pratica marxista-leninista. A lui si deve la grande deriva culturale della sinistra rivoluzionaria: per esempio, un qualunque giovinetto, cresciuto alla scuola del gandhiano dei noantri, oggi si definisce “non-violento” e porta in giro, piuttosto fiero, la bandiera della PACE.
La seconda, negativa, è data da tutti gli alti Dirigenti del PRC e del PdCI che, dopo essere stati al Governo con la Borghesia facendo disperare milioni di lavoratrici e lavoratori assecontando un'infinità di scelte scellerate, si ripropongono, come nulla fosse successo, alla guida dei rispettivi Partiti.

Ad esempio, Vendola, scudiero di Bertinotti, è il primo firmatario della mozione che vorrebbe resuscitare l'aborto Arcobaleno; ad esempio, Ferrero, Ministro di Bertinotti al Governo, è il primo firmatario dell'altra banda che si contrappone a Vendola e che vorrebbe risuscitare l'aborto della Sinistra Europea, liquefacendo lentamente il Partito (risultato uguale, ma differito nel tempo, a quello definito dai bertinottiani ricicloni).

Ad esempio Diliberto, difensore di Prodi, che dà la colpa a Bertinotti e si chiama, così, fuori dalle sue grandiose responsabilità politiche per quella che è già passata alla Storia come la più grande catastrofe politica della sinistra italiana dal dopoguerra ad oggi.

Ad esempio Katia Bellillo, difensora di Prodi, che si contrappone con la sua mozione a Diliberto e spudoratamente chiede un avvicinamento al PD.
A questo punto è legittima una domanda: è normale che i Congressi della Rinascita o della Rifondazione ripartano da chi ha provocato questo disastro? Crediamo di no.

Non sarebbe, invece, più giusto ripartire dai tanti militanti a confronto, ovvero da una Costituente Comunista che, prescindendo dal vissuto politico (organizzato o meno in Partiti, parrocchie o settine) di ogni compagna/o, isoli tutti i burocrati e riparta dalla riscrizione, finalmente, di un' agenda politica autonoma e di classe, contro gli Imperialismi e il potere della Borghesia?
Crediamo che soltanto questa possa essere la strada giusta.
Comunisti Uniti senz'altro, ma questa volta, ci dispiace per i burocrati, si riparte dal basso.

3 Luglio 2008

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