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Salvate la Sanità

Salvate la Sanità

(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
Secondo Monti il sistema sanitario nazionale è a rischio se non si trovano nuove risorse

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Come ti rovino la Sanità

(21 Giugno 2008)

A proposito della vicenda della Clinica privata S. Rita di Milano con gli arresti per gli illeciti vantaggi economici sulla pelle di pazienti, Cobas Sanità ricorda che si è tutto verificato per la lievitazione dei DRG (“Diagnosis Related Groups”): un sistema di classificazione dei ricoveri negli ospedali costruito a partire dalla scheda di accettazione fino a quella di dimissione ospedaliera, attraverso il quale il Servizio Sanitario Nazionale rimborsa le spese alle Aziende Ospedaliere.

Più gli interventi sono complessi, più i rimborsi pubblici sono alti.
Più si gonfiano le prestazioni, più lievitano i rimborsi.


Ma questo è un vizio non solo del S. Rita di Milano, ma di tutte le Aziende, anche in Toscana.
L’introduzione del sistema delle tariffe, entrato in funzione in Italia nel 1995, il quale attribuisce a ogni intervento un valore economico che viene tariffato e incassato dalle strutture, ha trasformato la salute in business.
La politica ospedaliera tende ad aumentare il numero dei ricoveri e a contenere i “costi di produzione” al di sotto dei livelli definiti dalle tariffe. Così, aumenta la probabilità che un paziente possa essere dimesso in condizioni di salute non ancora ristabilite, perché la permanenza ulteriore non viene coperta dal SSN.
Quindi l’eventuale sopravvenire di complicanze sanitarie e i giorni in più necessari alla salute del paziente sono tutte a carico dell’Azienda.
Sarebbe necessario eliminare il sistema di rimborso a tariffe, per tornare a rimettere al centro il paziente e non le casse degli ospedali (pubblici o privati che siano).
Dal 1992 (decreto legislativo n. 502) nel nostro Paese la cosiddetta efficienza economica è un principio irrinunciabile rispetto a qualsiasi altra esigenza anche nel sistema sanitario.
Così, la tutela della salute diviene un bene di consumo come se fosse una merce qualsiasi da lasciare alla libera iniziativa privata.
I privati irrompono e cercano di aggiudicarsi fette sempre più crescenti di mercato a discapito dell’etica, dell’umanità e del dovere professionale.
Il piano sanitario toscano ha previsto in questi anni una drastica riduzione dei posti-letto per razionalizzare la spesa e una contestuale “riqualificazione” dei servizi sul territorio.
I TAGLI CI SONO STATI: infatti siamo passati in Toscana da 23.108 posti-letto (pari a 6,4 posti ogni 1.000 abitanti) a 13.500 posti (pari a 3,8 posti ogni 1.000 abitanti).
Un taglio di oltre il 38% dei posti-letto non solo non ha portato alla liberazione di alcuna risorsa per la prevenzione e la riabilitazione, ma sono anche aumentati i costi medi per ricovero e per posto-letto.
Le conseguenze: intasamento dei Pronto Soccorso, aumento verticale delle recidive, casi sempre più frequenti di pazienti dimessi i quali non fanno in tempo a uscire, che già ritornano nei reparti.
La gestione imprenditoriale degli Ospedali
mortifica medici e operatori tutti. Solo chi non conosce la vita dei reparti può inventarsi campagne contro i presunti “fannulloni“.
Ma questi non sanno che i “fannulloni” sono l’unica umanità rimasta nei servizi sanitari, perché la vantata modernità, gli appalti miliardari e la burocrazia stanno scavando un solco profondissimo tra chi cura e chi dovrebbe essere curato.
Nel mezzo scorrono gli affari. Così ci siamo ridotti a essere operatori addetti alla produzione e i pazienti sono diventati il nostro prodotto finale (nel rispetto dei DRG!).

COBAS SANITA' - PISA

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