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Golf Club Lampedusa

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(31 Marzo 2011) Enzo Apicella
Berlusconi a Lampedusa promette di cacciare i migranti e di costruire sull’isola un campo da golf e un casinò

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    (La tolleranza zero)

    Impronte digitali per tutti dal 2010.

    Qualcuno dirà: "chi non ha nulla da nascondere non ha nulla da temere" ... perciò ho paura!

    (17 Luglio 2008)

    So bene di essere costantemente osservato. Sono cosciente che mille occhi guardano ogni giorno ogni mio movimento. Un Grande Fratello con gli occhi di una mosca che non mi perde mai di vista.
    La carta di credito, il bancomat, il web, la posta elettronica, la scheda dei punti della spesa, gli sms, le conversazioni telefoniche, eccetera, eccetera, eccetera. Ogni passaggio della mia vita quotidiana lascia una traccia, da qualche parte.
    Se solo qualcuno un giorno si prendesse la briga di incrociare i dati che quotidianamente raccolgono su di me, potrebbe arrivare a sapere quanti strappi di carta igienica utilizzo nel nettarmi il deretano quando libero l'intestino.

    Perchè mai allora dovrebbe infastidirmi l'idea delle impronte digitali sulla carta d'identità dal 1° gennaio 2010? Beh, diciamo innanzitutto che mi irrita il voler fare passare questa norma, come la dimostrazione che il provvedimento che prevede la schedatura dei rom, non ha valenza razzista. Questa norma «disinnesca la questione Rom. - dice Antonio Misiani del PD - Ora le impronte saranno prese a tutti». Contento lui. Peraltro subito smentito da Maroni, che dice che la norma che prevede le impronte digitali per tutti «non supera l'ordinanza sul censimento nei campi nomadi». Appunto. Si erano illusi solo dalle parti del PD.

    E comunque non sopporto l'idea di mettermi in fila e consentire ad un funzionario pubblico di avviare una mia schedatura. Ecco la differenza che passa con la giornaliera, disordinata raccolta dati, a cui facevo riferimento prima. Con l'introduzione delle impronte digitali nelle carte d'identità, si avvia quel complesso di operazioni sistematiche, attraverso le quali si raccolgono e si ordinano in via preventiva una serie di informazioni, in nome di una "sicurezza pubblica" sempre più sinonimo di "stato di polizia".
    Vorrei mi fosse spiegato il motivo per il quale lo Stato si premura di tenere sotto controllo un cittadino incensurato. Certo, qualche rappresentante del Governo in carica (e non solo) mi verrà a dire che "chi non ha nulla da nascondere non ha nulla da temere". Ma il sentire quella frase, non mi rassicura affatto. Anzi, tremo. Un brivido mi corre lungo la schiena, pensando che la pronunciò, nel lontano 1936, un certo Adolf Hitler.

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