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Sanità: all'origine del deficit

(17 Luglio 2008)

Le recentissime vicende che riguardano la Sanità hanno tutte la stessa matrice, che è quella di strutture private che frodano la Sanità pubblica chiedendo rimborsi per prestazioni false o non effettuate o per prestazioni inutili.

La Clinica S. Rita di Milano (proprietario il notaio Pipitone), la Clinica S. Donato di Milano (proprietario il gruppo Rotelli), il S. Raffaele di Milano (proprietario don Verzè) sono tutte strutture rinviate a giudizio per aver chiesto rimborsi per le proprie attività convenzionate di valore superiore fino a 30 volte a quanto dovuto.

La Sicilia ha da sola un quarto di tutti gli ambulatori e laboratori privati convenzionati in Italia.

La vicenda Del Turco in Abruzzo riguarda sempre un imprenditore privato della sanità, Angelini, tangentaro che si muoveva nel verminaio affari-politica-convenzioni.

E questo è quello che sappiamo nelle ultime settimane, ma la voragine del deficit della Sanità pubblica dove è più presente la struttura privata convenzionata, ossia nelle Regioni Sicilia, Lazio, Campania, Calabria, imporrebbe una scelta drastica, perché questa situazione viene pagata dai cittadini nella forma di sprechi, inefficienza, malasanità, corruzione, immoralità, e in fine è pagata dalla fiscalità generale con più tasse per tutti.

Gian Antonio Stella, il creatore del termine CASTA, affibbiato giustamente ai politici, forse perché dipendente di un giornale di proprietà degli industriali, nel suo editoriale di oggi sul Corriere della Sera, non va aldilà nel definire caotico il funzionamento della Sanità, mentre vi è in tutta evidenza una CASTA di proprietari di strutture sanitarie private, con grandi profitti economici, industriali a tutti gli effetti, che sguazzano felici insieme a politicanti per fregare soldi pubblici. Personaggi che hanno messo su un sistema che è ambiguo, criminale, truffaldino, capace di produrre aberrazioni quali quella di operare gente che non ne aveva bisogno per aumentare il fatturato.

Questa mostruosità le ha prodotte solo l’interesse privato nella Sanità pubblica, che sarà anche inefficiente e mal messa come strutture, ma non è legata al profitto e non considera la medicina un affare.

Gian Antonio Stella, così acuto e deduttivo nel suo libro sulla CASTA dei politici, stranamente non deduce una cosa di una evidenza cristallina, ossia che le strutture private devono vivere di luce propria, ossia campare con i clienti privati paganti, che ogni convenzione con la Sanità pubblica deve essere abolita, cancellata, e che i medici che lavorano nella struttura pubblica non possono in alcun modo avere un doppio lavoro nel privato.

Tutto il marciume, l’intreccio affari-politica, gli sprechi, le truffe, le strutture pubbliche lasciate nell’abbandono e nella inefficienza per favorire i privati, i medici assenteisti in corsia e efficientissimi e sempre presenti nelle strutture private, sarebbero cancellati solo se si facesse questa semplice e doverosa separazione tra pubblico e privato, ma chiedere a un giornalista dei padroni di colpire i suoi datori di lavoro è un po’ un’illusione.

Lasciamo la “stampa libera”, soprattutto libera di omettere, al suo destino, non compriamo i loro giornali, e facciamo circolare le vere notizie senza tregua.

17 luglio 2008

Paolo De Gregorio

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