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i Craxi non finiscono mai!

(21 Luglio 2008)

“Da quasi una settimana, da quando Ottaviano Del Turco è rinchiuso nel supercarcere di Sulmona, tutti aspettano che Veltroni apra bocca, ma il leader democratico non potrebbe mai sconfessare il forcaiolo Di Pietro che, senza conoscere i dettagli della inchiesta, parla di nuova Tangentopoli”.

Questa la esternazione (senza commento), pubblicata oggi 21 luglio sul Corriere della Sera, della miracolata Stefania Craxi, elevata al soglio di vice ministro degli esteri per il solo merito di essere la figlia del criminale latitante Bettino che ha fatto la fortuna di Berlusconi regalandogli il monopolio televisivo sotto il suo governo.

Eppure un commentino il “Corriere” poteva anche farlo, perché la cosa sa tanto di complicità con l’antipietrismo che si vuole diffondere nel paese, visto che la voce di Di Pietro è rimasta l’unica opposizione in Parlamento.

La cosa più evidente da censurare nella dichiarazione della esponente della dinastia craxiana è che Veltroni non apre bocca semplicemente perché non conosce gli atti dell’inchiesta, come nessuno in Italia, e quindi sarebbe ridicolo che pronunciasse assoluzioni o condanne, mentre l’unica cosa che fa testo oggi sono le dichiarazioni del procuratore Nicola Trifuoggi che parla di tonnellate di prove.

Se Di Pietro poi parla della possibilità di un’altra Tangentopoli, credo proprio sia l’uomo che ha maggiore esperienza in questo campo e il DNA ladresco dei socialisti coinvolti non aiuta a pensare molto diversamente .

Certo fa impressione sentire un vice-ministro del Governo della Repubblica, la stessa persona che ha avuto l’impudenza di affermare che suo padre era un esule e un martire, e non già un criminale latitante, inserirsi nella vicenda Del Turco per dare del “forcaiolo” a Di Pietro perché reo di essere uno dei pochissimi italiani che nel proprio lavoro ha applicato le regole della legalità pagando questa correttezza con decine di processi inventati a suo carico, da cui è stato chiarissimamente assolto.

Attenzione, però, le cose sono cambiate, nell’Italia del “lodo Alfano” la legalità è reato!

21 luglio 2008

Paolo De Gregorio

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