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(20 Aprile 2012) Enzo Apicella

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(Verità e giustizia per Genova)

Il mondo futuro militarizzato

Genova 2001, Italia 2008: le zone rosse si moltiplicano.

(22 Luglio 2008)

Sette ani fa , a Genova, fu schierato un imponente servizio " di sicurezza" contro i migliaia di rappresentanti degli oppressi della terra. una fiera di armi antisommossa e di brutalità , preparata secondo canoni dell'arte militare e consità di nostalgico neofascismo e di voglia di golpe sud-americano.

Oggi le ZONE ROSSE si moltiplicano , ovunque gli interessi capitalistico-mafiosi sono in pericolo. L'uso dell'esercito e la militarizzazione di sempre più vaste zone del territorio e di società diventa la regola.

E' il TEOREMA di GENOVA 20001 che prende definitivamente forma e applicazione e forse converrebbe da parte della sinistra anticapitalista prenderne atto.

l'OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI, nelle pagine del sito www.pugliantagonista.it, riproponendo un suo documento su cosa fu schierato a Genova, prodotto a pochi mesi dopo i fatti del luglio 2001, vuole contribuire a questo sforzo di comprensione , per un rilancio dell'analisi e della prassi anticapitalista nell'era della militarizzazione globale

Brindisi, 20 luglio 2008

GENOVA, LUGLIO 2001

Lo scenario di guerra “Genova 2001”è stato studiato ed inserito nei simulatori di teatro dei diversi soggetti istituzionali ed internazionali con largo anticipo e d è stato affinato sul campo dei diversi appuntamenti no-global-.(QUEBEC-CITY, PRAGA, NIZZA, NAPOLI)

Le disposizioni date dal precedente governo di centrosinistra , solo in parte modificate da quello di centrodestra, provenivano infatti da quell’intelligence multinazionale che di fatto possiamo assimilare alla “colonna infame” che rappresenta la mano nera della GUARDIA PRETORIANA IMPERIALE.

A chi parla di una città nella quale lo Stato di Diritto è mancato per tre giorni, noi risponderemmo che invece a Genova è stato applicato il Nuovo Diritto Imperiale (del Capitale Globalizzatore), un diritto che vediamo applicato da tanti , tantissimi anni sulla pelle delle popolazioni abitanti al di fuori della Fortezza Occidentale , lo stesso che i Giudici DREDD (vedi DREDD la Legge sono io -film del 95 di Danny Cannon con Sylvester Stallone-) applicano nelle favelas o contro gli indios dell’America Latina, ma anche nei ghetti delle metropoli imperiali e che in questi giorni hanno la possibilità di imporre sulle teste degli afghani, ma anche su tutti i potenziali attentatori della PAX (americana )IMPERIALI.

Afghani, curdi, palestinesi, iracheni, ceceni, le popolazioni dei Balcani, del Centro Africa, della Columbia, dell’Amazzonia, del Brasile, di…una lista infinita di gente senza titolo di esistere in questa nuova società e sui quali la legge dei Muri invalicabili da non superare, di Zone Rosse da non violare , da schiacciare come vermi se quello che chiedono è in contrasto con l’Algoritmo infernale della Globalizzazione, …forse se interpellati ci avrebbero dato qualche consiglio su cosa avremmo trovato a Genova.

MA COSA ERA STATO SCHIERATO A GENOVA?

Innanzitutto , l’apparato poliziesco repressivo statale schierava una rappresentanza così completa che sembrava , più che essere stato inviato per reprimere scontri di piazza o una presunta “insurrezione” , fosse stato chiamato ad uno show propagandistico da Fiera del Poliziotto.

CARABINIERI, Polizia, Guardia di Finanza , Polizia Penitenziaria (i famigerati GOM), Corpo Forestale dello Stato erano impegnati nel cosiddetto Ordine Pubblico.

La zona rossa risultava presidiata da 4100 elementi , strutturati in quattro turni a guardia prevalentemente di punti fissi.

Fuori la zona rossa il 20 luglio vi erano 6800 miliziani in pieno assetto di guerra , supportati da mezzi mobili e meccanizzati , coadiuvati dal cielo da elicotteri ed aerei, dal mare da gommoni e motovedette con possibilità teoriche di riuscire a tenere a bada senza difficoltà una massa di manifestanti valutata a tavolino sulle 100.000 unità.

Come, gli strateghi dell’ordine pubblico fossero decisi a non arretrare di un millimetro rispetto alle consegne avute: “ non far avvicinare la massa dei dimostranti alla linea di confine alla zona rossa “,

lo si è visto con lo schieramento da parte dei Carabinieri di ben 10 mezzi cingolati VCC-1 dei quali quattro armati di lama apripista, mezzi ben tirati a lucido che sembravano proprio aspettassero un occasione simile per far bella figura.

Qualcuno dei responsabili smania ancora per non aver potuto mettere in azione contro i black le poderose blindo Fiat 6616 , magari mimetizzando le mitragliatrici da 20 millimetri, …comunque c’è sempre la possibilità che ci sia una prossima occasione!

Il resto dei mezzi dei CC erano i furgoni protetti Fiat IVECO, le jeep Land Rover DEFENDER, (dopo l’episodio di Giuliani le si sta fornendo di apposite griglie di ferro , alla israeliana), poi c’erano i mezzi protetti VM-90 P del Rgt.TUSCANIA.

La Polizia allineava come mezzi sfonda barricate le troppo conosciute, per i militanti degli anni 70 , autoblindo APC6614 con putrelle anteriori di rinforzo e diversi idranti ,che abbiamo visto schierati dietro le griglie fisse e mobili della linea rossa., ma anche direttamente negli scontri quali ad esempio quelli di Via Torti.

Infine, riesumando i vecchi furgoni blindati degli anni 60 e 70 , applicate grate estensibili davanti e lateralmente, seguendo i metodi dei mezzi britannici usati in Irlanda del Nord, si costruiva con essi barriere mobili e contemporaneamente mezzi estremamente micidiali contro masse di manifestanti non attrezzate di “appropriati” mezzi di difesa.

La Guardia Forestale ,che ogni anno vede andare a fuoco , specialmente in Liguria migliaia di ettari di bosco, lamentando la solita carenza di mezzi, in questa occasione ,invece , si presentava con degli ottimi mezzi antincendio Mercedes UNIMOG che davano uno “splendido “contributo alla difesa della Zona Rossa con i loro idranti.

Una chicca infine era il Reparto di Polizia a cavallo che, fortunatamente, rimaneva a guardia della zona rossa e che schierava i ROBOCAVALLI muniti di visiera in plastica e paramuso ai quali , all’occorrenza , si può far indossare la maschera antigas e protezioni alle zampe anteriori.(http://www.lamiaterraan.it/PDF/sn20_07_01d.pdf)

In aria volteggiavano fissi almeno due elicotteri di polizia e CC tra AB-412 e A-109, muniti di telecamere e che hanno costituito un ottima piattaforma di lancio e bombardamento dall’alto con lacrimogeni ed altri agenti irritanti o esplodenti.(flash-bomb).

Il personale dei Reparti Celeri e dei battaglioni mobili era , nonostante la disinformazione stesa pietosamente per coprire l’uccisione di Giuliani, assolutamente in gran parte NON DI LEVA , tant’è vero che la percentuale negli elementi schierati dai CC era del 27 % di leva ed il resto professionisti.

EQUIPAGGIAMENTI

I Carabinieri.

Per l’occasione non si era badato a spese ed i carabinieri , già collaudati nell’impiego nei Balcani come MSU , ed i serbi di Bosnia ne sanno qualcosa, possiamo dire che hanno vinto il concorso di bellezza con il loro completino formato da:

TUTA IGNIFUGA ANTIMOLOTOV, CASCO CON VISIERA E PARANUCA, MASCHERA ANTIGAS, SCUDO CON PELLICOLA PROTETTIVA ASPORTABILE ANTIMBRATTAMENTO , NUOVO MANGANELLO TONFA al posto delle carabine M1 Winchester, PARASTINCHI, PARAGOMITI E GIUBBOTTO ANTIPROIETTILE.

Erano state distribuiti lancia lacrimogeni monocolpo M-203 da 40 mm oltre ai fucili BM-59 FAL armati , questi ultimi , di vecchie e pericolosissime granate per chi è colpito direttamente, oltre che granate lanciabili a mano e gas urticanti.

Ogni plotone era anche armato di estintori a polvere da 1 kg.

La graduatoria dell’efficienza sul campo:

:I carabinieri del Btg LOMBARDIA, TOSCANA E SICILIA ( è proprio un CC del 12° BTG Sicilia ad ammazzare Giuliani a Piazza Alimonda) risultano surclassati dall’ottima prestazione del distaccamento dei CC Paracadutisti del TUSCANIA che, visto il loro allenamento sul fronte yugoslavo, non gli è sembrato vero potersi scatenare con una carica di quasi un chilometro- roba da guinness dei primati delle cariche poliziesche mondiali- lungo Via Gastaldi alle 17,45 del 20 luglio e che riuscì a far disperdere un grosso spezzone di corteo di compagni muniti di autoprotezioni, costretti a fare –anche questo un guinness- il più veloce striptease del “manifestante-omino di gomma- con relativo abbandono di tutte le autoprotezioni e ritrovatisi sfiancati in zona ospedale San Martino.

POLIZIA

TUTA IGNIFUGA, CASCO, SCUDO (alcuni piccoli tondi onde poter essere più liberi nel corpo a corpo), MASCHERE ANTIGAS, MANGANELLI TONFA e varie protezioni individuali.

L’armamento offensivo individuale consisteva in lanciagranate HECKLER KOCH da 40mm , granate lacrimogene autopropulse Mk.7 COMMANDO di costruzione francese (lanciate partono come un segnale luminoso e si attivano in aria) , lacrimogeni a mano , bombolette portatili all’olio di peperoncino in attesa che per la prossima occasione si utilizzino bombole più potenti di costruzione americana capaci di colpire i manifestanti fino a 25 metri di distanza, -meglio dei lanciafiamme-!

Il collegamento tra gli uomini dei reparti era assicurato da radio collegate a laringofoni in maniera tale che i poliziotti in tenuta antisommossa ed indossanti maschere antigas potessero lo stesso comunicare tra loro. Questa dei laringofoni è stato un acquisto proprio dell’ultim’ora consigliato dagli istruttori americani che erano stati inviati presso il Ministero e poi presso il reparto Celere di Ponte Galeria a Roma.

La GdF

Infine arrivano i più coraggiosi di tutti , che , nonostante fossero gli ultimi arrivati nell’Ordine pubblico, hanno fatto una bellissima figura in particolar modo nel pestaggio , vicino Piazzale Kennedy, IL 21 LUGLIO, di un pezzo di innocuo corteo formato da nuclei familiari,con bambini, vecchi e disabili , come documentato dalle immagini televisive: i Baschi Verdi della Guardia di Finanza, che osteggiavano dei bellissimi completini da Robocop “ginnici”.

Per 350 di loro- questo è il loro numero- la GDF aveva speso 174 milioni di lire per quel lugubre esoscheletro da difesa, poi c’erano SCUDO , MANGANELLO e per distinguersi dagli altri, da veri guerrieri , avevano il lanciagranate da 40 mm abbinato al fucile d’assalto AR-70-90 , giusto per ricordare a tutti anche a futura memoria che la guerra ai “ terroristipiazzaioli “ la si fa seriamente impugnando un bel fucile da guerra!

Per tutti , CC, PS, GdF, ecc, ricordiamo , avevano nella fondina la ben nota pistola Beretta 92 da 9mm, con caricatore bifilare, che ha “eliminato” Carlo Giuliani.

Infine ricordiamo come le reti , i container , i tombini saldati dall’Esercito completassero le difese passive del CASTELLO IMPERIALE.

ARIA DI GUERRA.

Ma dietro ad un’operazione di Ordine Pubblico si celava bensì una vera e propria operazione di guerra, come dopo l’11 settembre hanno ribadito tutti i vari “super esperti strategico-militari” , la consapevolezza che chi rappresentava non solo il G-8 , ma anche questo modello di società era comunque un obbiettivo da colpire e non solo da sbeffeggiare da parte di un infinità di soggetti ( tutti amalgamati ora come terroristi internazionali).

Ancora prima dell’11 settembre , quindi, l’intero apparato delle Forze Armate veniva schierato a difesa del congresso dei RE Occidentali dando un quadro esatto della futura SOCIETA’della GUERRA INFINITA GLOBALE.

Come tutte le guerre moderne anche quella di Genova andava condotta con il controllo dei cieli:

chiusura dello spazio aereo con emissione di un apposito Notam che bloccava il traffico aereo in un raggio di 7 miglia intorno all’aeroporto di Genova, i militari dell’AM che si affiancavano ai controllori civili nella torre di controllo e nelle aree sensibili, aerei Radar AWACS E-3 B SENTRY in grado di intercettare aerei anche a basse quote, un radar mobile RAT 31 posizionato per l’occasione ad Albenga, 80 osservatori a terra armati di binocolo e radio erano la catena da avvistamento dei possibili Kamikaze o semplicemente di innocue mongolfiere e deltaplanisti eco-contestatori

In volo aerei da combattimento F-104 ASA, TORNADO F2 si affiancavano a quelli da addestramento MB 339 che per l’occasione erano stati armati di cannoncini da 30 mm onde poter abbattere velivoli lenti quali deltaplani o palloni aerostatici .

Accanto agli elicotteri della polizia e CC vi erano quelli dell’AM, ovvero i grossi HH_3F PELLICAN del 15° Stormo, muniti di avvisi elettronici EW, di FLIR per la navigazione notturna , radar ed inganni termici FLARES contro i missili portatili.

Elicotteri che facevano base nel grande eliporto di Sarzana_Luni della Marina Militare , dato che lo scalo di Genova era affollato da aeromobili della polizia , carabinieri e Guardia di Finanza, Una vera e propria armata aerea pagata a spese delle tasse di tutti i cittadini.

I LACRIMOGENI SONO FINITI? CI PENSA L’AERONAUTICA!!!

Accanto a questo ruolo istituzionale c’è stato quello che pochi sanno ovvero quello “coperto”, quello dei …SERVIZI….

Nella notte tra il 20 e il 21 tra i comandi della Polizia e dei Carabinieri si rincorrono le telefonate, l’indomani si prevede una grossa manifestazione e dopo la morte di Giuliani non si sa che piega possano prendere le cose….

I Lacrimogeni sono stati esauriti durante la battaglia del 20 luglio ed occorre rifornire i reparti al più presto…l’Aeronautica Militare in linea con le tradizioni che la legano al famoso rumore di sciabole del tentato golpe degli anni 60 , mette a disposizione un veloce biturboelica G_222 che trasporta durante la notte un “prezioso” carico di lacrimogeni che fecero poi bella figura nelle cariche di Piazzale Kennedy del sabato.

L’ESERCITO

Anch’esso in questa fiera delle vanità aveva schierato il meglio degli specialisti per l’operazione GIOTTO 2001

30 unità del Comando Brigata Paracadutisti della Folgore
720 unità del 1° Raggruppamento a livello di Reggimento ( Folgore., 183° e 187°)
440 unità del 2° Raggruppamento (Pozzuolo dal Friuli)
5 unità dell’Assetti AEOD (bonifica ordigni)
17 unità Assetti NBC
50 unità Assetti CIS (comunicazione e guerra elettronica)
150 unità aliquota logistica

un totale di oltre 1400 uomini, escluso gli addetti ai velivoli e alla rete radar fissa

Ricordiamo come “l’occupazione” dell’aeroporto di Genova , effettuata in collaborazione con la Questura, era avvenuta con i Paracadutisti e personale della Brigata Pozzuoli del Friuli e con gli uomini del COL MOSCHIN appostati sui tetti.

Infine alcuni gruppi di parà accompagnati dalla Forestale si posizionavano sulle colline intorno a Genova.

Infine in un’area dell’aeroporto vi erano dislocati con i loro elicotteri i reparti antiterroristici (GIS e NOCS in primo luogo)

LA MARINA

anch’essa faceva la sua parte , con la collaborazione di altri “specialisti “ di altre nazionalità anticipando le modalità di intervento nella Grande Armada Crociata del dopo 11 settembre.

Il caccia NIMBELLI con i suoi 400 uomini si posizionava al largo della costa a protezione delle navi ospitanti gli illustri ospiti, mentre un avviso ai naviganti interdiva la navigazione nelle acque interne ed antistanti il porto di Genova , mentre la Capitaneria di Porto assumeva il comando delle operazioni navali in quelle acque.

Si arrivava addirittura a bloccare uno dei porti turistici con una rete parasiluri di provenienza seconda guerra mondiale, una cosa che dal 45 non si vedeva a Genova.

La nave d’assalto anfibia LPD SAN MARCO , partita da Brindisi , dove si era tenuta una manifestazione dei no-global, costituiva la base operativa dei reparti della Marina a Genova.

A bordo vi erano tra gli altri 45 uomini del battaglione San Marco che venivano schierati a guardia del porto armati di pistole mitragliatrici HK MP-5 , ma anche di fucili antisommossa a canna liscia Benelli M-3 oltre che di manganelli. Personale tutto munito di ricetrasmittenti munite di auricolaree microfoni , oltre che in collegamento con reti satellitari dell’ultim’ora.

Nel bacino facevano capo i gommoni per la sorveglianza con attività di subacquei di giorno e di notte.

Erano gli uomini del COMSUBIN , in particolare del GOS (Gruppo Operativo Subacqueo), affiancati dagli SDAI e dai subacquei russi che si muovevano su fuoribordo autonomi.

Infine vi erano i misteriosi uomini del supersegreto GOI, due distaccamenti, armati di machinepistole MP-5 in 9X19 mm e carabine Colt M-4 in 5,56X45 mm, oltre che pistole e tutto l’armamentario supertecnologico dei servizi segreti. Questi ultimi erano stanziati al Varignano con gommoni superveloci , mentre in un’altra parte del porto , defilati vi erano i SEAL con al seguito elementi del TEAM SIX.

Infine il caccia mine VIESTE col Sonar ed il robot subacqueo PLUTO controllava con le sue apparecchiature le acque del porto.

I SERVIZI SEGRETI

Per non essere di “parte “ riportiamo integralmente quanto scrive il cosiddetto GRUPPO INFORMATIVO ECHO della rivista ultramilitarista RAIDS di settembre 2001, che, grazie alle loro “conoscenze” tra i SERVIZI, ha avuto possibilità di circolare dove i normali corrispondenti non potevano:

“BARBE FINTE IN AZIONE…i dimostranti hanno straparlato di infiltrati e provocatori…qualche agente è andato ad identificare chi erano i più pericolosi e non era certo in divisa, altri si muovevano su moto in contatto con la sala operativa tramite cuffie e microfoni sotto il casco. Ma nessuno si è accorto che a Genova ve erano centinaia di uomini dei servizi segreti, non solo italiani. Abbiamo assistito a veloci cambi di targa di auto con targa coperta, sbarchi all’aeroporto di velivoli della CAI (COMPAGNIA AEREA ITALIANA , normalmente utilizzata per missioni “delicate” –quelle che noi definiamo sporche. NDR-), di plotoni di agenti del SISDE , ma anche del SISMI. Era stata allestita una struttura locale anche per coordinare le presenze altrettanto massicce del Secret Service Statunitense e dei servizi segreti russi…”-

Insomma possiamo concludere senza entrare nelle diverse tragiche vicende di quei giorni, con le rappresaglie, le torture , gli arresti indiscriminati, dove appunto si collaudava sul posto quel DIRITTO IMPERIALE che verrà imposto al MONDO con il decreto Bush del 13 novembre:

“…qualunque attacco alla sicurezza dei nostri imperiali interessi sarà punito MANU MILITARI, anche applicando la pena di morte sul campo!…

COSA SARA’ SCHIERATO NELLE FUTURE GENOVA?

All’indomani della morte di Carlo Giuliani, le forze “dell’Ordine” ed i loro responsabili si nascondevano dietro alle solite scuse degli scarsi finanziamenti avuti, l’inadeguatezza del numero degli uomini, delle radio, di intelligence, di poca collaborazione dei sevizi segreti delle altre nazioni componenti il G-8, ecc…

A dar loro la corda i media che si sbizzarriscono nel riportare ciò che dicono innanzitutto i veterani dell'’antisommossa, quei consiglieri americani che erano stati inviati a Ponte Galeria ad istruire i celerini:-“…poche decine di agenti armati di proiettili di gomma dalle nostre parti (negli USA) riecono a tenere testa a centinaia di dimostranti bellicosi, poi per i contatti ravvicinati manganelli elettrici, spray urticanti , schiume immobilizzanti e getti di liquidi colorati per identificare i contestatori anche a distanza notevole dagli scontri"…-

Dagli analisti più freddi invece viene studiata la debacle dell’uso dei reparti a piedi risultati troppo infagottati nelle loro tute da ROBOT e si incomincia a dettare la dottrina DOPOGENOVA dell’Ordine Pubblico: Accanto ai soliti Reparti Mobili, creazione di reparti autonomi, meno numerosi, massimo dieci uomini, dotati di mezzi veloci, con moto e jeep, capaci di inseguire anche per lunghe distanze i contestatori più riottosi, armandoli di proiettili di gomma e di nuovi tipi di bombe luminose e assordanti.

Si tratta del passaggio da una concezione “difensiva” che per motivi di consenso era stata adottata, negli appuntamenti no-global a quella “offensiva “ che nei tempi della GUERRA INFINITA del dopo l’11 settembre, troverà , purtroppo, presto nuove Genova dove sperimentarsi…

ITALIA, LUGLIO 2008: ESERCITO NELLE CITTÀ

Anno 2020...il popolo ha fame? dategli da mangiare proiettili di gomma e peperoncino

Esercito a pattugliare le strade delle grandi città…ma solo per pochi mesi?…

Manovra propagandistica del governo Berlusconi o naturale conseguenza di piani decisi da oltre dieci anni da alcuni paesi della NATO?


Questa affermazione non è l’ennesimo tentativo maldestro di voler accollare a carico dell’Alleanza militare occidentale oscuri disegni di militarizzazione della nostra società, bensì il frutto di nostre ricerche su alcuni progetti, condotti sotto la guida del Pentagono e riguardanti l’uso degli eserciti nelle megalopoli del futuro.

Si tratta del lavoro di esperti NATO UO 2020 nel gruppo di studio SAS 30 Urban Operation in the year 2020 , al quale partecipano dal 1998 esperti di sette Nazioni della NATO ( Italia, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Stati Uniti d’America ) e che ha gettato le basi per l’evoluzione dell’impiego dello strumento militare nello scenario più probabile del prossimo futuro.

LO STUDIO NATO UO (Urban operations)2020

Questo studio ,ultimato negli ultimi mesi del 2002 e reso pubblico nei primi mesi del 2003,prima della guerra in Iraq , rende esplicito come in maniera omogenea il nocciolo duro del militarismo mondiale ritiene più che probabile le città del futuro come campo della Battaglia Finale, quella per la sopravvivenza del sistema capitalista e che il ruolo dello strumento militare avrà un carattere dominante anche in quelle che sembrerebbero essere normali operazioni di polizia urbana.

E’ l’ambiente urbanizzato che si qualifica come il contesto nel quale l’Umanità del ventunesimo secolo condurrà una difficile vita: le sterminate megalopoli abitate da decine, se non centinaia ,di milioni di esseri umani concentreranno nel loro interno tutte le contraddizioni della società capitalista allo stadio supremo.

Differenze di classe e azzeramento dei servizi sociali capaci di attutire il senso diffuso di ingiustizia, degradamento delle complesse regole di interazione tra diversi strati della popolazione, scarsità di cibo e di lavoro genereranno forti conflitti tra diversi strati sociali,coinvolgendo il sistema statale locale e/o organismi e attività multinazionali

In questo contesto che le normali forze di polizia non saranno in grado di condurre operazioni tra folle "ostili" o semplicemente "complici" dei nemici da colpire e neutralizzare senza il rischio di forti perdite o addirittura ritirate catastrofiche da banlieus in fiamme. Rischi di effetto domino su scala mondiale con scene di folle tumultuanti, affamate e disperate che assaltano centri commerciali, quartieri dell’alta borghesia e centri di potere provocherebbe il panico nell’intero sistema capitalistico. L’invio dell’esercito condotto con armi tradizionali e all’ultimo momento potrebbe essere addirittura controproducente scatenando ancor più le folle e i partiti di opposizione.

Per questo motivo nello studio UO2020 si consiglia così di iniziare gradatamente in base alle necessità ad utilizzare l’esercito in funzione di ordine pubblico man mano che la crisi mondiale quella che è ipotizzata per il 2020, si avvicina.

Piccoli interventi crescono…

Nel frattempo ogni paese aderente a questo gruppo compresa l’Italia deve finalizzare reparti appositi che si specializzino per condurre le operazioni di contenimento delle folle e di controllo del territorio compresi i rastrellamenti a caccia di sovversivi ed agitatori nei quartieri.

IL RUOLO ITALIANO NELLA COSTITUZIONE DELL’ESERCITO INTERNAZIONALE ANTISOMMOSSA

L’Italia in questo campo ha proposto la possibilità di sviluppare nuove specializzazioni e di preparare personale addestrato a muoversi e combattere negli ambienti urbani ove occorre isolare quartieri, edifici , abitazioni, ma anche padroneggiare gli impianti di comunicazioni e distribuzione dell’energia e dell’acqua.

In effetti l’Italia è considerata da USA e Gran Bretagna come uno di migliori fornitori di personale addestrato ad operazioni antisommossa a partire dai reparti dei Carabinieri che sono inquadrati , principalmente nell’area balcanica nelle MSU.

Da quando l’Italia si è impegnata a fornire personale nelle guerre umanitarie, aree militari sono state attrezzate per ricostruire ambienti urbani e rurali dove si addestrano carabinieri, parà, assaltatori e bersaglieri che vanno ad operare all’estero, mentre gli stessi reparti di polizia militare sono addestrati realmente , nell’ambiente metropolitano, con l’impiego di ordine pubblico quotidiano sul territorio nazionale e sono gli stessi che presto grazie al nuovo decreto sulla sicurezza del governo berlusconi vedremo operare nelle grandi città e a guardia di siti di rilevevanza nazionale: discariche centrali nucleari in costruzione, termovalorizzatori ecc.

Addestramenti sul territorio nazionale sono stati condotti da tempo come per esempio quello del 28 febbraio 2003 che si concludeva presso il Centro di Addestramento alle CRO (Crises Response Operation/ Operazioni di risposta alle crisi) di Cesano con la certificazione del 2° Corso per Istruttori della Forza Armata di "Controllo della folla" .

Corso svolto alle porte della capitale dal 17 al 28 febbraio condotto da istruttori della 2a Brigata mobile dei Carabinieri a cui hanno preso parte 7 Ufficiali, 19 Sottufficiali e 3 Vfb. E in cui a far da comparse nel ruolo dei sovversivi tumultuanti c’erano 50 Volontari in Ferma annuale del 7° Reggimento Bersaglieri.

La ricerca ossessiva di sistemi di controllo della popolazione ha nello studio NATO UO2020 alcune parziali risposte di natura tecnologica.

Il Reparto Logistico - Progetto tecnologie avanzate.

Nello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano è il Reparto Logistico- Progetto tecnologie avanzate che sta curando l’applicazione di quanto appreso nel Gruppo di lavoro NATO Urban operations 2020 .

Lo Scenario URBAN WARFARE coniugato alla lotta al terrorismo globale, ovvero a tutto ciò che potrebbe essere pericoloso all’Impero Globale è affrontato su tutti i suoi aspetti, fuorchè le motivazioni che potrebbero essere le radici di forme di contestazione "estreme" , quale anche quella del passaggio dalla opposizione politica a quella armata.

I ROBOCOP imperiali.

Il futuro soldato che l’Esercito Italiano impiegherà per le operazioni urbane sarà dotato oltre che da armi convenzionali ultratecnologiche, come già spiegato nel paragrafo "il sistema soldato", anche di sistemi d’arma bivalenti letali /non letali. E’ un esigenza che nasce dalle numerose operazioni di "guerra umanitaria " nelle quali il nostro esercito da oltre un decennio è pienamente coinvolto con le operazioni all’estero, ma anche dall’esperienza di operazioni di polizia ed ordine pubblico interno nelle quali esso si è trovato a collaborare con altre forze di polizia ( es. Vespri siciliani) o operare autonomamente (operazioni antimmigrazioni controllo coste del Salento)od infine in occasione di summit internazionali ( es. Genova 2001 o Pratica di Mare 2003)

Il programma armi non letali.

Nel programma" non lethal weapons" redatto dallo Stato Maggiore Esercito sono previste le forniture ai reparti di una nuova famiglia di bombolette spray al peperoncino di diverse dimensioni e portata, tali da essere utilizzate efficacemente contro gruppi composti da numerose persone o contro singoli. Queste bombolette diventeranno così una dotazione base montata sui mezzi dell’esercito , blindati, carri armati, jeep ma anche come " arma da fianco" per ogni singolo soldato .impiegato in " operazioni umanitarie".

Con queste specifiche l’esercito italiano sta finanziando piani di ricerca e sviluppo in collaborazione con le industrie interessate sia italiane che estere.

Per le operazioni antisommossa e di controllo urbano lo stato maggiore dell’esercito italiano sta definendo un programma di sviluppo di armi letali/non letali, in particolare fucili automatici dotati di puntamento ottico, che farebbero uso di " proiettili ad alta deformabilità e ad energia cinetica costante.

A causa di problemi di bilancio solo poche risorse finanziarie sono state potute esser destinate a questi avveniristici progetti , ma ora che con il plauso del parlamento e dell’opinione pubblica spaventata da clandestini e microcriminalità , vedremo i blindati dell’esercito aggirarsi per i nostri quartieri, le richieste di migliori e più consone dotazioni si faranno pressanti

Grandi affari quindi per le industrie che con molta discrezione da 10 anni ( con l’assenso di governi di centro sinistra e centrodestra succedutisi alternativamente) a questa parte stanno tessendo una lunga rete trasversale di simpatie e di interessi e che non vedono l’ora di mostrare l’efficacia dei nuovi prodotti sui corpi di clandestini, accattoni, prostitute, drogati e scippatori, prima…poi su sovversivi contestatori di una società che produrrà miliardi di diseredati e un pugno di nababbi…infine sull’umanità sofferente del terzo millennio.

ANTONIO CAMUSO
OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI

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