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    La novità di Obama: il patto atlantico

    (25 Luglio 2008)

    In America è quasi un proverbio: “C’è una buona notizia, i repubblicani hanno perso le elezioni! E quale è quella cattiva? Hanno vinto i democratici”.
    Come dimostrano gli interventi in Israele e in Europa del possibile presidente Barack Obama, l’influenza americana su Medio Oriente, Africa ed Europa tende a rafforzarsi, e se il linguaggio cambia e si parla di ponti e di crolli dei muri, nella sostanza si chiede all’Europa un maggior impegno militare contro il “terrorismo” per continuare ad appoggiare la supremazia dell’Occidente e la globalizzazione economica.
    Questo appello, se fatto da Bush, non sarebbe stato preso in considerazione, ma quei fantasmi di una sinistra inesistente che fanno una distinzione netta tra repubblicani e democratici americani in politica estera, troveranno senza altro qualche eccezionale “novità” per appecoronarsi alle esigenze del “grande fratello”. La “continuità” in politica estera per gli USA è un dogma, e non è un caso che Obama lo abbia così clamorosamente ribadito, se non l’avesse fatto la democratica America presto lo avrebbe fatto fuori. Con certe cose negli USA non si scherza.
    Resta un semplice fatto che l’Europa è grandemente danneggiata da questo abbraccio (non voluto) con una politica egemonica verso il Medio Oriente, contro la Russia, contro l’Africa, paesi e aree geo-politiche dove il nostro interscambio commerciale è infinitamente superiore a quello con gli Usa, paesi strategici per il nostro sviluppo e per il rifornimento energetico, paesi che preferiscono l’Euro al dollaro, paesi che se non avessero più la prepotenza americana in casa vivrebbero in PACE con noi che siamo i loro naturali vicini e partner commerciali.
    Dopo essersi inventati per 40 anni il pericolo comunista per restare con le truppe e le centinaia di basi in Europa, dopo aver creato le condizioni per una risposta terroristica, oggi gli Usa in nome della lotta al terrorismo e della difesa dell’Europa (in realtà sono qui per frenare l’autonomia e i successi economici del Polo Europeo e dell’Euro), parlano di rinnovata grande alleanza atlantica, come se ciò fosse una novità, soltanto perché lo dice un democratico invece di un repubblicano guerrafondaio.
    L’invenzione pura della “minaccia iraniana” alle capitali europee, la pretesa che l’Iran non debba possedere armi nucleari mentre Israele ha tutto il diritto di possederle e di minacciane l’uso, sono le nuove barzellette che gli europei devono digerire, facendo anche finta di ridere, a cura del “grande fratello” che generosamente ci difende dagli arabi “cattivi”, che ci fanno anche pagare troppo caro il petrolio e magari sarebbe anche ora di occuparli tutti militarmente e il prezzo finalmente lo stabiliscono i “buoni”.
    L’egemonia su interi Stati, le guerre di aggressione preventiva, le basi militari ovunque nel mondo, si chiamavano e si chiamano anche oggi IMPERIALISMO, anche se il comandante in capo è uno che si dice “democratico” e che sostiene di essere il nuovo. Senza la complicità dell’Europa, che purtroppo ci rimette in questa sua sciocca e servile subalternità, il ruolo degli Usa nel mondo sarebbe già finito, la PACE duratura farebbe decollare le economie oggi arretrate e presto diminuirebbero le enormi spese per gli armamenti che si rivelerebbero inutili in una situazione di fiducia reciproca e di PACE.
    L’unico, grande, obiettivo politico per tutti coloro che desiderano un futuro di PACE, è sciogliere la NATO, smilitarizzare l’Europa, e creare un sistema di difesa europeo, che sia solo di difesa e non minacci nessuno.
    L’affermazione a Berlino di fronte a 200.000 persone osannanti che Europa e America hanno un destino comune, è un desiderio dell’America di restare potenza imperialista, il progresso è che America ed Europa il loro destino lo facciano ognuno per conto proprio.
    Le puttane hanno bisogno di protettori. E’ ora che gli europei finiscano di fare le puttane!

    Paolo De Gregorio

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