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“Berlusconi e’ islamico! E’ lui il mostro terrorista!”

Napoli: sensazionali novità nelle indagini

(5 Febbraio 2003)

Napoli. Terrorismo islamico. Che titolo vogliamo fare oggi? Vi suggeriamo questo: “Indagini sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sospettato di terrorismo islamico e di associazione con Al Quaeda”. Come?! Ecco qua:

- uno degli indagati pachistani ha un fratello;
- il fratello, naturalmente, viene messo sotto torchio;
- alla fine dice di lavorare per una ditta di Arcore (Brianza);
- questa ditta, fra l’altro, cura il parco di Villa Berlusconi;
- perciò Berlusconi è come minimo un terrorista islamico, anzi si sarà sicuramente convertito di nascosto all’islamismo e “quindi” si sarà iscritto (come tutti gli islamici) a Al Quaeda.
Naturalmente, oltre a Berlusconi sono terroristi anche tutti i suoi familiari, i conoscenti, i ministri, la segretaria, ecc. Siccome lui è brianzolo, bisognerà inoltre arrestare tutti gli abitanti della Brianza...

Non ci credete? Bene. Però, se Berlusconi invece di essere Berlusconi fosse stato un povero venditore ambulante, e invece di essere bianco fosse stato “nero” o pachistano, le cose sarebbero andate esattamente così.

Ma la giustizia dovrebbe valere per le persone importanti e per i poveracci. Così almeno ci era stato detto. Anche per questo l’Italia è considerata un paese civile e non una dittatura. Un paese dove la vita del più povero venditore ambulante ha lo stesso rispetto di quella dei più importanti presidenti.

Invece, il titolo di oggi è “Ancora retate di emigranti in città”. Stavolta è toccata ad altri sei pachistani, venditori ambulanti, anche loro arrestati perché abitavano nella famosa casa con gli esplosivi nascosti (ma nascosti anche a chi ci abitava) dentro.


La stampa, in questi giorni, è stata compatta nel sostenere acriticamente l’”operazione antiterrorismo” dei carabinieri e nel chiudere tutt’e due gli occhi sulle incongruenze e i lati oscuri – che non sono pochi – delle indagini. In America, la stampa non crede acriticamente a nessuno e indaga, se le sembra il caso, persino sui Presidenti. Ma qui non siamo in America. Solo adesso, parecchi giorni dopo ll’inizio della caccia alle streghe, i giornali cominciano a porsi i primi timidi interrogativi, che noi invece avevamo annunciato subito.

- Che razza di terroristi sono quelli che aspettano tranquillamente per due giorni l’arrivo annunciato dei carabinieri, e anzi gli danno le chiavi di casa per farli entrare quando vogliono?

- Che cosa c’entra in realtà la camorra con questa storia? Perché non hanno detto subito che il padrone della casa era un famoso boss? Chi ha fatto in realtà la “soffiata” ai carabinieri? E perché?

- A chi apparteneva in realtà l’esplosivo, dello stesso tipo di quello usato in numerosi attentati della camorra, e dello stesso clan che possedeva la casa? Come mai non ci sono state trovate le impronte dei “terroristi” pachistani?

- Quando è stato nascosto in realtà l’esplosivo? Lo sapevano i pachistani? Eppure dovrebbe essere facile scoprirlo, se si fa la perizia sull’intercapedine e si stabilisce di quando è la muratura.

- Che cosa sta facendo la camora a Napoli, mentre la polizia è impegnata a indagare tutta la folla dei bancarellari-“terroristi”?

4 febbraio 2003

Associazione SCORE

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