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"In Italia i sindaci-sceriffo hanno ormai carta bianca in materia di legge e ordine"

un articolo di Le Monde

(12 Agosto 2008)

Le ordinanze comunali italiane in materia di ordine pubblico erano percepite, fino ad ora, come folclore, operazioni di rappresentanti della Lega Nord in cerca di visibilità: dal “premio di produzione” di 500 euro promesso, per ogni clandestino fermato e portato in questura, agli agenti della polizia municipale di Adro, in Lombardia, all’interdizione dell’accattonaggio nei pressi delle chiese, ad Assisi, città di San Francesco:

Ma con la destra al potere e l’arrivo di Roberto Maroni, dirigente del partito populista, al ministero dell’interno, il “sindaco-sceriffo” è divenuto realtà. Il 5 agosto, il ministro ha firmato il decreto che concede ai sindaci pieni poteri in materia di sicurezza, rendendoli “funzionari governativi” sul territorio, potendo così esercitare il loro potere, ad esempio, contro la prostituzione, il traffico di droga, la mendicità -in particolare quella minorile- la violenza connessa all’abuso di alcol e l’“oltraggio alla decenza”. I sindaci sono semplicemente tenuti a comunicare le loro ordinanze al prefetto, che ad esse, comunque, non può opporsi.

E le ordinanze si moltiplicano. A Roma, il nuovo sindaco di destra, Gianni Alemanno, prevede, al rientro estivo, di riarmare la polizia municipale, di proibire l’accattonaggio e di prendere misure contro i lavavetri ai semafori. Il divieto di rovistare nei cassonetti dell’immondizia è stato, per il momento, messo da parte, in seguito all’allarme lanciato dal mondo cattolico.

Le iniziative vengono da destra come da sinistra. A Vicenza, in Veneto, il sindaco, Achille Variati, membro del Partito democratico (centrosinistra), se la prende con i bivacchi nelle città, misura che colpisce soprattutto i Rom. Uno dei pochi eletti di sinistra nel Nord alle scorse elezioni di primavera, e che aveva basato la sua campagna elettorale sulla “tolleranza zero”. “La sicurezza, dice, non ha etichette, ci riguarda tutti. I miei concittadini si aspettano che siano combattute tutte le illegalità, da quelle più piccole a quelle più grandi”. Con una differenza, tuttavia, rispetto ai suoi colleghi di destra. “Noi agiamo anche sul versante della solidarietà. La misura colpisce i nomadi che si installano in città al di fuori di ogni regola, ma a quelli che qui hanno la loro residenza offriamo posto in un campo regolamentato, con tutto ciò che questo comporta, a cominciare dalla frequenza scolastica per i bambini”, aggiunge in sindaco.

Come in certi comuni di destra, Vicenza ha introdotto un’ordinanza che alza a 500 euro la multa minima per le autovetture dei clienti delle prostitute che “rallentano il traffico”. Le prostitute stesse rischiano una grossa ammenda per “attentato al pudore”.

È stato un comune di sinistra, Firenze, dare il via, nel 2007, all’interdizione dei piccoli “lavavetri”, provvedimento adottato poi da molte altre amministrazioni comunali, così come quello contro l’accattonaggio, che ha spinto il cardinale Renato Martino, responsabile del Vaticano per la giustizia e per i migranti, a reagire, l’8 agosto: “Mendicare è un diritto umano fondamentale per coloro che hanno fame e freddo. Il vero povero ha il diritto di cercare come può di procurarsi un pezzo di pane e chiedere aiuto al suo prossimo”.

A Verona, il sindaco della Lega nord, Flavio Tosi, non la pensa così e prevede la confisca del denaro racimolato e una sanzione di 100 euro. Ad Assisi, il sindaco di destra, Claudio Ricci, difende l’ordinanza che proibisce la questua nei pressi delle chiese, “attività sovente legata alla microcriminalità. Lottando contro questo racket, noi non abbiamo che anticipato il decreto Maroni. La sicurezza, per una città come la nostra, con 6 milioni di turisti all’anno, è una condizione indispensabile”.

A Novara, in Piemonte, niente più gruppi formati da più di due persone, la notte, in alcuni parchi della città. “Avremmo potuto chiuderli, i parchi, tenendo conto delle proteste di chi ci vive vicino”, si giustifica l’assessore Mauro Franzinelli, della Lega Nord. La formazione populista vuole spingersi ancora più in là: a Boltiere, vicino a Bergamo, in Lombardia, a partire dall’autunno, alcuni cittadini volontari riceveranno l’addestramento da “ausiliari civici”, al fine di aiutare la polizia municipale. Ad Adro, la città del “premio anticlandestini”, non ce n’è bisogno: la norma, che risale al 2006, non ha avuto l’impatto previsto. Quattro clandestini portati in questura, il primo anno. Dopo, più niente. Nessun clandestino fermato, e nessun premio per gli agenti della polizia municipale.

(traduzione di Daniele Sensi)

Salvatore Aloïse, Le Monde, 13/08/2008

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