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I morti della "Umbria Olii"

Considerazioni sulla dichiarazione della Confindustria di Perugia

(14 Agosto 2008)

Ho letto la dichiarazione della Confindustria di Perugia sull'azienda di Campello sul Clitunno "Umbria Olii", e mi trovo a fare queste considerazioni.

Pur constatando che, per la realtà spoletina, questa industria sia importante, e leader in Europa per la raffinazione dell'olio di oliva, non si può minimamente giustificare il comportamento del presidente Giorgio Del Papa.
Nessuno vuol condannare mediaticamente una persona, però è lo stesso comportamento ambiguo tenuto dal Del Papa che l'ha condannato agli occhi delle persone.

Se veramente non ha niente da nascondere, come mai ha fatto di tutto per rinviare il processo, tenendo anche un'atteggiamento offensivo nei confronti degli stessi operai morti e dei loro familiari?
Vedi richiesta di risarcimento di 35 milioni di euro ai familiari delle vittime di Campello: come mai la Confindustria non ne parla?
Per chi ha letto la "presunta lettera" degli operai della Umbria Olii, non si capisce bene chi sia questo delegato/a che abbia scritto la dichiarazione in merito alla vicenda, da quanto appurato sembra sia persona molto vicina allo stesso Presidente, (a voi le considerazioni).
Dalle dichiarazioni dei periti, si evidenzia il fatto che lo stesso Del Papa fosse a conoscenza della presenza del gas esano (altamente esplosivo) all'interno dei silos.
Se veramente così attento alle norme sulla sicurezza, come mai non ha messo in atto tutte le procedure di sicurezza che il caso prevedeva?
Forse il profitto, ancora una volta è venuto prima della vita degli operai: sembra proprio di si!!!
Basta continuare a nascondersi dietro dichiarazioni di categoria (leggi Confindustria).
Se veramente alla Confederazione degli industriali sta a cuore la verità , la fine di questa dolorosa vicenda, dell'affannosa ricerca di un capro espiatorio, la dismissione di atteggiamenti demagogici come dicono, indirizzino i loro sforzi in unica direzione, che è anche quella più ovvia e logica, adoperandosi a far si che, quanto prima avvenga il "processo".
Se veramente la Confindustria di Perugia è così convinta che tali tragedie non si debbano ripetere, si facciano partecipi presso i loro associati, avendo un solo obbiettivo: la cultura, la divulgazione e l'attuazione quanto più capillare possibile della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Solo così gli imprenditori capiranno che la sicurezza non un costo, ma un'investimento per il futuro della propria attività.

Andrea Coppini, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.

Fonte

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