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Salviamo il contratto nazionale

(3 Luglio 2008)

Parte padronale e governo vogliono tutto. I burocrati sindacali recitano aspettando la chiusura delle fabbriche. Costruiamo subito i Comitati unitari per lo sciopero generale !

Il confronto tra le parti sociali sul modello contrattuale è iniziato: Confindustria è rappresentata dalla presidente Emma Marcegaglia e dal vicepresidente Alberto Bombassei, la burocrazia sindacale di Cgil, Cisl e Uil dai segretari generali, accompagnati dai segretari delle categorie.
La trattativa è iniziata ufficialmente martedì 24 giugno, e si chiuderà a settembre. Questo è quanto dichiarato, ma è molto probabile che la firma avverrà a fabbriche chiuse, come sempre quando si porta un attacco profondo ai lavoratori e alle lavoratrici.

il teatrino della burocrazia sindacale

La Confindustria ha ribadito che non intende estendere la contrattazione territoriale a quelle aziende - la grande maggioranza - dove manca qualsiasi contrattazione di secondo livello, a meno che il sindacato non accetti di eliminare del tutto la contrattazione collettiva nazionale.
Inoltre ha ripetuto il proposito di ridurre il peso del salario nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, ancorandolo a un indicatore che riprende nella sostanza il concetto di inflazione programmata, un indice evidentemente ritenuto efficace da parte padronale nel dimezzare il potere d’acquisto dei salari.
In azienda il salario dovrà essere strettamente connesso alla produttività, mentre adeguate “sanzioni” dovranno punire eventuali comportamenti sindacali rivendicativi e conflittuali a livello locale.
Confindustria ha quindi inviato una nota ai segretari di categoria dei metalmeccanici con cui congela la contrattazione di secondo livello in attesa di regole e sanzioni che limitano le richieste salariali dentro i nuovi parametri di produttività e di orario di lavoro.
Nel frattempo gli attori della burocrazia sindacale si esprimono nel teatrino del gioco delle parti: Guglielmo Epifani, appena reduce dall'aver blindato la segreteria Cgil nel segno del Partito democratico, dichiara che “non firmerà un accordo a tutti i costi”, Raffaele Bonanni parla di “un buon inizio”, mentre Luigi Angeletti con la penna in mano dichiara che avrebbe firmato già l’altro ieri.

l’affondo del governo

Mentre i padroni premono per la distruzione della contrattazione collettiva, il Consiglio dei Ministri riunitosi lo stesso giorno ha varato Finanziaria e Dpef per i prossimi tre anni: una manovra di 35 miliardi con l’obiettivo di azzerare il deficit.
Un obiettivo che per essere raggiunto prevede un ulteriore sviluppo delle privatizzazioni e tagli ai servizi essenziali: trasporti locali, scuola e sanità pubblica.
Nella sanità si prevede la reintroduzione dei ticket e l’avvio della sanità complementare, a partire dalle regioni meridionali per effetto del federalismo fiscale.
In tema di cosiddetti “fannulloni” della pubblica amministrazione il ministro Brunetta, dopo aver escluso ogni possibile stabilizzazione dei precari, ha annunciato la regolazione per legge dell’organizzazione del lavoro, eliminando di fatto la contrattazione.
Il ministro Sacconi ha annunciato un provvedimento in linea con la direttiva sull'orario di lavoro, approvata dai ministri europei e ora in discussione al parlamento europeo, che porta l’orario individuale di lavoro fino a 65 ore settimanali.
Vengono inoltre ripristinati i contratti a chiamata e le lettere di dimissioni firmate in bianco al momento dell’assunzione, l’abrogazione dei limiti per i contratti a termine e del divieto di cumulo di pensione e lavoro, in modo da elevare l’età media degli infortuni mortali sul lavoro.

Facciamoci sentire, costruiamo i Comitati unitari nei posti di lavoro

Siamo in presenza di un attacco a tutto il lavoro salariato, un attacco a diversi livelli che stringe in una morsa i salari, i diritti e le tutele dei lavoratori.
La direttiva europea sugli orari ponendo come requisito l'accordo individuale tra il lavoratore e l'azienda, distrugge la contrattazione collettiva e la stessa rappresentanza sindacale.
L'accordo tra lavoratore e padrone ci fa cadere nella finzione criminale di considerare i due soggetti alla pari, come se il lavoratore individualmente potesse decidere di non accettare l'aumento della giornata lavorativa che gli viene imposto dall'azienda.
Non c’è molto tempo per organizzare la risposta: l’accordo verrà firmato probabilmente nei mesi estivi, a fabbriche chiuse.
Dobbiamo agire prima delle chiusure aziendali, prima di andare in ferie.

L’assemblea nazionale di Milano del 17 maggio del sindacalismo di base ha posto la necessità di stringere le file delle diverse organizzazioni, di superare le resistenze delle burocrazie sindacali.

E’ necessario preparare lo sciopero generale in Italia

SERVE UNA RISPOSTA IMMEDIATA !

Costruiamo subito i Comitati unitari per lo sciopero generale


01 luglio 2008

Rete 28 aprile in Cgil e Cobas Sanità
VENEZIA

Fonte

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