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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Ancora una guerra

(22 Agosto 2008)

In questo volantino riprendiamo dal prossimo opuscolo, alcune considerazioni sulla guerra Russia – Georgia, avvenimento soltanto all'apparenza lontano dalle nostre necessità e dai nostri bisogni.
Puoi richiedere l'opuscolo direttamente ai compagni del Sin.Base, telefonando o via e-mail a sinbase@sinbase.org

Premessa E' facile constatare come non si sia mai parlato tanto di pace e pacifismo come da quando decine di nazioni hanno iniziato a mandare in giro per il mondo le loro truppe per «pacificare» aree in cui, evidentemente, si era o si è arrivati alla guerra.

E' un fenomeno che ha una sua logica. Si diventa pacifisti quando è necessario, ossia quando la guerra è diventata, per quanto triste, realtà.

I concetti stessi di pace e guerra sono inscindibili. L'uno ha senso solo in riferimento all'altro.

Per questa stessa ragione quando si affrontano argomenti del genere si rischia sempre per passare per tifosi dell'una o dell'altra partigianeria. Critichi questa pace, sei un guerrafondaio. Critichi la guerra sei un pacifista.

A NOI NON PIACE LA LORO PACE, FIGURARSI LA LORO GUERRA.

I. qualcuno crede ancora che sia un caso che il governo Prodi, pur imbottito di pacifisti senza se e senza ma, detenga il record delle spese militari?

II. Qualcuno crede ancora che le “riorganizzazioni”, le “razionalizzazioni”, i “tagli” alla spesa pubblica, alla sanità, insomma a qualsiasi spesa qualsiasi governo consideri “improduttiva” perché non produce “profitto”, siano fatti per aumentare il benessere della “popolazione”?

III. In realtà potete esserne certi, la seconda è funzione della prima che abbiamo detto. Come potete essere certi che il governo che conquisterà il record nella seconda conquisterà anche un nuovo record nella prima. E che lo farà a spese nostre potete esserne ancora più certi, certissimi.

Un brillante esempio di come la loro pace produca la loro guerra è quella, ancora in corso mentre scriviamo, tra Russia e Georgia, con più morti che spettatori ad una finale di Champions League, ma poco importa non giocava la squadra del cuore e, del resto, anche il pacifismo ha diritto alle ferie.

L'indipendenza, attribuita dalla pacifiche potenze “occidentali”, al Kossovo dalla Serbia ha fornito il precedente alla Russia affinché Abkhazia e Ossezia del Sud, potessero essere resi, questa volta militarmente, indipendenti dalla Georgia. Tutto in una zona economicamente strategica per le vie dell'energia quanto e se non più dei balcani.

Il resto è cronaca.

Quando l'accaparramento e l'esaurimento delle risorse naturali del pianeta «strangoleranno» la patria che cercava «un posto al sole», siate certi che, incuranti della spesa pubblica, forniranno a tutti un bell'elmetto gratuito.

Soltanto quando nelle nazioni si cesserà di vivere di lavoro altrui, sarà possibile farla finita con nazioni che campano sfruttando le necessità delle altre più deboli. Solo allora, finita l'epoca delle nazioni stesse, i popoli potranno attuare una reale amministrazione delle risorse planetarie. Utopia internazionalista?

Se anche lo fosse è certo più seria e probabile, come ormai possono vedere tutti, di quella “pacifista”.

Ma non è affatto un'utopia.
A condizione che anche su questo terreno non si deleghi ad altri il nostro futuro.

Passa dalla tua parte, passa al Sin.Base.

GE 12/08/2008

Sin.Base

Fonte

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