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La guerra contro l'Europa

(19 Agosto 2008)

Quanto sia “fastidioso avere missili puntati a pochi km dalla propria casa ce lo ricorda la crisi dei missili a Cuba, quando gli americani impedirono con un blocco navale in acque internazionali (un atto di guerra) alle navi sovietiche di portare a Cuba i missili nel quadro di un accordo tra i due paesi comunisti.

Quello che per gli americani era un pericolo inaccettabile, non lo può essere oggi per i russi, che devono graziosamente accettare che rampe missilistiche siano schierate in Polonia e Repubblica Ceca, alle porte di casa, devono accettare la presenza di centinaia di basi Usa e Nato in Europa, devono accettare l’allargamento della Nato ai paesi ex-sovietici con giustificazioni pretestuose quali quelle che l’Europa è minacciata dai paesi arabi e dalla Russia.

L’iniziativa di invadere l’Ossezia da parte della Georgia, è solo un episodio di questo accerchiamento voluto dagli Usa, e questa è una strategia mirata esclusivamente ad impedire all’Europa di integrarsi economicamente e politicamente con la Russia, che è uno stato europeo, che è nostro vicino e confinante, da cui riceviamo importanti forniture energetiche e con il quale abbiamo un interscambio superiore a quello con gli Usa, e che sarebbe saggio e lungimirante integrare alla comunità europea, molto più della Turchia.

E’ questo passaggio che gli Usa vogliono impedire a tutti i costi, perché sanno bene che un polo europeo di questa ampiezza, possibilmente senza l’Inghilterra, sarebbe autosufficiente in tutti i settori, inattaccabile da qualsiasi paese, e rappresenterebbe un polo geo-politico omogeneo di peso superiore a quello degli Usa.

L’egemonia mondiale, basata non già sul libero mercato ma sulla minaccia militare, sarebbe finita per gli americani, il dollaro ridimensionato dall’euro, e finalmente ci piacerebbe vederli comandare solo a casa loro.

Oggi sono loro dietro ogni conflitto, che si tratti di Israele, o Iraq, o Afghanistan, o Somalia, minacciano l’Iran come se fosse una loro provincia e non uno Stato sovrano, sono la sola nazione che possiede 900 basi militari in tutto il mondo, compresa una nel territorio cinese di Taiwan, e una nel territorio dello Stato cubano, quella di Guantanamo. Giocano con l’Europa come se noi europei non esistessimo e si occupano della nostra politica estera come un tutore con un bambino deficiente, prendendo decisioni inaudite al nostro posto.

E’immensamente ridicolo sentire parlare i nostri dirigenti politici europei di “libertà”, mentre viviamo in una dimensione di subordinazione totale al potente alleato che ci tratta come i “protettori” fanno con le puttane.

Sarebbe ora che il “pensiero unico filoatlantico” si mettesse in discussione, a cominciare dalle prossime elezioni europee, da boicottare se non si mette al primo posto l’autonomia della politica estera europea, lo scioglimento della Nato, e il ritiro dell’autorizzazione a basi militari straniere sul nostro territorio.

Solo ottenendo queste cose potremmo con decenza parlare di “libertà”.

18 agosto 2008

Paolo De Gregorio

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