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Contro l’attacco al contratto nazionale

Per l'unificazione di tutto il lavoro. Per l’aumento delle pensioni, dei salari reali e dei diritti. Documento della R.S.U. – S.A.F. – JESI

(8 Giugno 2008)

Negli ultimi 15 anni la ricchezza prodotta in Italia é andata alle rendite e ai profitti, mentre il lavoro si è impoverito e frantumato; la precarietà, la solitudine dei lavoratori e la diminuzione delle retribuzioni reali devono trovare risposte che puntino a ricomporre il lavoro, ad aumentare il potere di acquisto e avere la possibilità per tutte e tutti di decidere consapevolmente sulle scelte dei sindacati.

L’attacco al ruolo del CCNL e alla contrattazione collettiva, lanciato da Confindustria, Confcommercio e Della Valle vari….e sostenuto dal Governo che vuole detassare straordinari, premi variabili e incentivi personali, punta a cancellare le più elementari forme di solidarietà nel mondo del lavoro e a marginalizzare il movimento sindacale. In prossimità dello sciopero del 28 Giugno, della grande distribuzione, angosciati per l’inadeguatezza della stessa piattaforma, per il fatto che ancora una volta nonostante 3 milioni e mezzo di lavoratori/lavoratrici, 100 categorie siano con il contratto scaduto, anziché proclamare lo SCIOPERO GENERALE, i vertici sindacali aprano una trattativa senza il mandato dei lavoratori.

Per questo pensiamo che il Contratto Nazionale vada INVECE rafforzato e sostenuto con le iniziative di lotta unitarie, debba avere la funzione di unificare i lavoratori e aumentare i salari reali anche attraverso accorpamenti di filiera (es. dell’industria, dei servizi, ecc.). Serve un meccanismo di recupero automatico dei salari e delle pensioni sull’inflazione reale di lavoratori e pensionati.

Queste scelte, insieme ad una contrattazione di 2° livello o di filiera più estesa, alla ripresa della lotta contro la precarietà, e all'obbligatorietà di sottoporre al giudizio ed al voto vincolante dei lavoratori gli accordi e le piattaforme, sono punti irrinunciabili che devono essere prioritari nella trattativa sul nuovo modello contrattuale.

Inoltre va riattivato un tavolo contrattuale per l'aumento del valore delle pensioni anche attraverso interventi fiscali.

Il documento di CGIL-CISL-UIL, riducendo il ruolo del CCNL al solo recupero dell’inflazione e limitando la contrattazione aziendale al solo salario variabile legato alla produttività (si riparla di standard e cottimi di produzione) e ai bilanci d’impresa non risponde a queste priorità e rischia di dividere ulteriormente il mondo del lavoro tra forti e deboli.

PER UN CONTRATTO NAZIONALE PIU FORTE E SOLIDALE CHE AUMENTI I SALARI REALI E CHE NON SIA DEROGABILE
PER UNA CONTRATTAZIONE DECENTRATA PIU’ ESTESA CHE MIGLIORI LE CONDIZIONI DI LAVORO E CONSOLIDI ED AUMENTI I PREMI SALARIALI
PER LA RIPRESA DELLA LOTTA ALLA PRECARIETA'
PER ELEZIONI DELLE RSU IN TUTTI I LUOGHI DI LAVORO SENZA QUOTE GARANTITE E CHE SIANO SEMPRE PIU’ ESPRESSIONE DI DEMOCRAZIA DIRETTA E DI RAPPRESENTANZA DELLA CONDIZIONE
PER UNA VERA DEMOCRAZIA SINDACALE, CHE GARANTISCA la partecipazione consapevole e il diritto di voto sulle piattaforme e sugli accordi
PER L’AUMENTO DEL VALORE REALE DELLE PENSIONI

07-06-2008

R.S.U. – S.A.F. – JESI

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