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Il documento Cgil, Cisl, Uil sulla riforma della contrattazione è profondamente sbagliato sia per il merito che nel percorso democratico proposto

(30 Maggio 2008)

Le lavoratrici e i lavoratori della Bonfiglioli Riduttori div. Components riuniti in assemblea considerano il documento Cgil, Cisl, Uil sulla riforma della contrattazione profondamente sbagliato sia per il merito che nel percorso democratico proposto.

Nel merito, di fronte alla catastrofe dei salari italiani, che sono oggi i più bassi d’Europa, invece di abbandonare la politica di concertazione e moderazione salariale che negli ultimi quindici anni ha portato a questo risultato negativo, la ripropone in termini ancor peggiori. Nella fase in cui i salari di chi lavora avrebbero bisogno di un aumento senza scambi del potere d’acquisto, attraverso il consolidando del contratto nazionale, si sceglie di indebolirlo puntando in modo strumentale sul rafforzamento della contrattazione di secondo livello che coinvolge oggi meno del 30% delle lavoratrici e dei lavoratori. Si e deciso in sostanza ancora una volta, come se non bastasse, che è chi lavora che deve ancora pagare.

Il contratto nazionale con la formula “recupero dell’inflazione realisticamente prevedibile” non può per definizione aumentare il potere d’acquisto. Nelle fabbriche attraverso la contrattazione di secondo livello quei pochi che fanno contrattazione avranno soldi solo se lavorano di più. Maggiore salario solo in cambio di maggiore produttività.

Questo modello come è evidente penalizzerà maggiormente i più deboli: chi non fa contrattazione aziendale o chi come le donne, che già oggi hanno i salari più bassi, sono meno disponibili a fare straordinario.

Per quanto riguarda il percorso democratico si sancisce il fatto che sulle piattaforme che riguardano questioni fondamentali della loro vita, le lavoratrici e i lavoratori non hanno voce in capitolo, oggi infatti il documento di Cgil, Cisl, Uil alla fine dell’assemblea non si voterà.

Nel documento inoltre non si parla mai di redistribuzione della ricchezza. Negli ultimi 20 anni la ricchezza si e trasferita dai salari ai profitti in modo vergognoso, che sono saliti dal 23 al 31 % del PIL.

La politica che sottende il documento è che la società gira intorno all’impresa e che i profitti dei padroni non si toccano. Se vuoi un po’ di soldi, o lavori di più o se mai te li dà lo stato attraverso la detassazione, magari degli straordinari, così ti incentivo ancora lavorare di più. In questo modo si chiude il cerchio perverso nel quale in una società sempre più ricca la classe lavoratrice è sempre più povera.

Ribadiamo quindi che il contratto nazionale va rafforzato, cioè deve poter ridistribuire la ricchezza prodotta nel nostro paese e visto che si propone di allungare a tre anni la sua durata è assolutamente necessario l’introduzione di un sistema automatico di recupero dell’inflazione che garantisca la stabilità il potere d’acquisto negli anni di vigenza contrattuale.

Per concludere riteniamo fondamentale una maggiore democrazia sindacale fondata sul diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di decidere con il voto segreto e con pratiche trasparenti e controllate, sulle piattaforme e sugli accordi. Il superamento delle quote riservate alle organizzazioni firmatarie dei contratti nelle elezioni delle Rsu e una vera partecipazione alle scelte del sindacato a tutti i livelli.

29 maggio 2008

RSU Bonfiglioli Riduttori div. Components Calderara di Reno

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